Nel mentre che il Governo Meloni lancia in pompa magna, con sottofondo di fanfare, la “Carta dedicata a te” (totale specchietto per le allodole), migliaia di caregiver e famiglie con un disabile si stanno rivoltando per la totale assenza di sostegni. Ma facciamo un recap insieme.
Intanto, qualora non lo sapeste, la “Carta dedicata a te” è un’esclusiva dei nuclei familiari con un ISEE inferiore a 15.000 euro e con almeno tre membri al suo interno: tale carta concede un budget una tantum (attenzione!) di 382,50 euro. Ora prendiamo insieme la calcolatrice…
382,50 euro diviso i 365 giorni di un anno fanno 1,04 euro al giorno, da dividere in almeno tre persone! Capite la fregatura? E nonostante questo, le famiglie con una persona disabile al loro interno sono escluse da questo “enorme beneficio” qualora superino la soglia ISEE stabilita, nonostante l’urgenza oggettiva dei loro bisogni.

Sappiamo benissimo però che non è certo questo l’aiuto che occorre loro, anche per questo si sono rivolte con tono esasperato alla Ministra per la disabilità Alessandra Locatelli che, a oggi, non ha lasciato alcun segno utile in tal senso con il suo mandato (anzi).
In visita in Liguria per incontrare una platea di associazioni di pazienti, la Ministra si è confrontata a Genova proprio con chi da mesi attende che i LEA (livelli essenziali di assistenza) coinvolgano anche quei bambini che sono ancora in attesa del riconoscimento delle proprie patologie a causa di un enorme e inaccettabile ritardo (oltre 1700 soltanto nell’ambito dei disturbi neuropsichiatrici e del neurosviluppo).
Mentre intanto c’è chi continua a spendere di tasca propria tra i 500 e i 700 euro al mese per garantire cure fondamentali alla propria figlia o al proprio figlio, che invece dovrebbero essere interamente coperte dal servizio sanitario nazionale.
La Liguria, infatti, avrebbe in questo tempi più lunghi di tre o quattro volte rispetto all’Emilia Romagna, giusto per dirne una. E non riconoscere l’invalidità di questi ragazzi significa anche niente permessi al lavoro per i genitori che devono prendersi cura di loro, né assegno mensile di accompagnamento, ma anche impossibilità a richiedere l’insegnante di sostegno per la scuola.
Ma i problemi e le esigenze si estendono anche agli adulti, infatti nel caso specifico è Claudio Puppo (coordinatore della consulta regionale per l’handicap) a sottolineare:
“Nell’ambito dell’assistenza e della presa in carico manca il personale, per quanto riguarda invece i progetti di autonomia, vita indipendente o cohousing a mancare sono i fondi. Ad esempio le liste d’attesa per il ‘Dopo di noi‘ nel Comune di Genova sono ferme da oltre un anno perché mancano soldi”.
E mentre continua il solito gioco di rimpallo tra Comuni e Regioni, il Governo Meloni non smette di puntare i riflettori su manovre inconsistenti di sostegno inutile, mentre le persone con disabilità continuano a non avere la giusta visibilità, e quindi un’adeguata tutela.
Ditemi voi se ancora oggi si può essere d’accordo nell’idea di un Ministero ad hoc che non solo ghettizza e discrimina, ma che per di più si dimostra ogni giorno sempre più inutile. Quando la disabilità non può aspettare.
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