Fondi per la non autosufficienza fino al 2024: sono 2,6 miliardi di euro, il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Saranno spesi per garantire l’assistenza sanitaria territoriale alle persone non più autosufficienti. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
INDICE
- Perché sono importanti i Fondi per non autosufficienza
- Fondi per la non autosufficienza: cosa sono i Leps
- Fondi per la non autosufficienza: ripartizione annuale
- Fondi per la non autosufficienza: vita indipendente e Pua
- Fondi per la non autosufficienza: ripartizione tra Regioni
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Il Piano nazionale per la non autosufficienza prevede tra l’altro anche l’attuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali e dei Progetti di Vita indipendente.
Si passa ora a una fase successiva per l’attuazione di questo piano. E il via libera è stato garantito proprio dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (numero 294 del 17 dicembre 2022) del Decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri del 3 ottobre 2022.
Su questo argomento puoi anche leggere quali sono le definizioni e le tutele per la disabilità e la non autosufficienza; c’è poi un post racconta nel dettaglio la nuova legge per anziani e disabili.
Perché sono importanti i Fondi per non autosufficienza
Con l’adozione di questo piano (ripetiamo, da 2,6 miliardi) si possono migliorare in modo significativo tutti gli interventi che sono già previsti a sostegno delle persone con disabilità e delle persone che non sono autosufficienti.
È uno dei punti cardine del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha come obiettivo il rafforzamento dei servizi sociali territoriali e l’assistenza sanitaria.
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Fondi per la non autosufficienza: cosa sono i Leps
Abbiamo accennato ai Leps, Livelli essenziali delle prestazioni sociali. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e per quale motivo possono svolgere un ruolo rilevante per le persone con disabilità e per le famiglie che le assistono.
I Leps dovranno garantire alle persone non autosufficienti o che hanno una autonomia ridotta:
- servizi domiciliari;
- servizi di sollievo;
- servizi sociali di supporto.
Ovvero tre aspetti dell’assistenza territoriale per anziani e persone con disabilità decisamente più carenti.
Possono essere ritenuti Leps (per maggiore chiarezza):
- l’assistenza domiciliare sociale quale servizio caratterizzato dalla prevalenza degli interventi di cura della persona e di sostegno psico-socio-educativo;
- assistenza sociale integrata con i servizi sanitari, ad integrazione di interventi di natura sociosanitaria;
- soluzioni abitative, anche in coerenza con la programmazione degli interventi del PNRR, mediante ricorso a nuove forme di coabitazione solidale delle persone anziane e tra generazioni;
- adattamenti dell’abitazione alle esigenze della persona con soluzioni domotiche e tecnologiche che favoriscono la continuità delle relazioni personali e sociali a domicilio, compresi i servizi di telesoccorso e teleassistenza;
- servizi sociali di sollievo, quali:
- il pronto intervento per le emergenze temporanee, diurne e notturne, gestito da personale qualificato;
- un servizio di sostituzione temporanea degli assistenti familiari in occasione di ferie, malattia e maternità;
- l’attivazione e l’organizzazione mirata dell’aiuto alle famiglie valorizzando la collaborazione volontaria delle risorse informali di prossimità e quella degli enti del Terzo settore nonché’ sulla base delle esperienze di prevenzione, di solidarietà intergenerazionale e di volontariato locali;
- servizi sociali di supporto, quali:
- la messa a disposizione di strumenti qualificati per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro degli assistenti familiari, in collaborazione con i Centri per l’impiego del territorio;
- l’assistenza gestionale, legale e amministrativa alle famiglie per l’espletamento di adempimenti.
Fondi per la non autosufficienza: ripartizione annuale
I fondi stanziati per il triennio 2022/2024 sono stati così ripartiti:
- per il 2022: 822 milioni;
- per il 2023: 865,3 milioni;
- per il 2024: 913,6 milioni.
Fondi per la non autosufficienza: vita indipendente e Pua
Nel riparto dei Fondi per la non autosufficienza ogni singola Regione ha delle risorse a disposizione per:
- interventi per progetti per la Vita indipendente:
- assunzioni del personale con professionalità sociale finalizzate all’implementazione dei PUA (Punti Unici di Accesso).
Per la sola Vita Indipendente sono state stanziate per ogni annualità 14 milioni e 640mila euro.
Per i Punti unici di accesso sono disponibili invece:
- 20 milioni per il 2022;
- 50 milioni per il 2023;
- 50 milioni per il 2024.
Questi fondi consentiranno di assumere personale specializzato che dovrà essere destinato agli Ambiti territoriali sociali.

Fondi per la non autosufficienza: ripartizione tra Regioni
Vediamo come sono stati ripartiti i fondi (per le tre annualità) nelle diverse Regioni della Penisola:
ABRUZZO 2,37%
- 2022: 18.660.000
- 2023: 18.976.000
- 2024: 20.120.000
BASILICATA 1,05%
- 2022: 8.267.000
- 2023: 8.407.000
- 2024: 8.914.000
CALABRIA 3,42%
- 2022: 26.928.000
- 2023: 27.383.000
- 2024: 29.035.000
CAMPANIA 8,54
- 2022: 67.241.000
- 2023: 68.376.000
- 2024: 72.501.000
EMILIA-ROMAGNA 7,75%
- 2022: 61.020.000
- 2023: 62.051.000
- 2024: 65.794.000
FRIULI-VENEZIA GIULIA 2,34%
- 2022: 18.424.000
- 2023: 18.736.000
- 2024: 19.866.000
LAZIO 9,15%
- 2022: 72.043.000
- 2023: 73.260.000
- 2024: 77.680.000
LIGURIA 3,28%
- 2022: 25.825.000
- 2023: 26.262.000
- 2024: 27.846.000
LOMBARDIA 15,93%
- 2022: 125.427.000
- 2023: 127.545.000
- 2024: 135.239.000
MARCHE 2,80%
- 2022: 22.046.000
- 2023: 22.419.000
- 2024: 23.771.000
MOLISE 0,65%
- 2022: 5.118.000
- 2023: 5.204.000
- 2024: 5.518.000
PIEMONTE 7,91%
- 2022: 62.280.000
- 2023: 63.332.000
- 2024: 67.153.000
PUGLIA 6,68%
- 2022: 52.596.000
- 2023: 53.484.000
- 2024: 56.711.000
SARDEGNA 2,92%
- 2022: 22.991.000
- 2023: 23.379.000
- 2024: 24.790.000
SICILIA 8,19%
- 2022: 64.485.000
- 2023: 65.574.000
- 2024: 69.530.000
TOSCANA 7,02%
- 2022: 55.273.000
- 2023: 56.206.000
- 2024: 59.597.000
UMBRIA 1,71%
- 2022: 13.464.000
- 2023: 13.691.000
- 2024: 14.517.000
VALLE D’AOSTA 0,25%
- 2022: 1.968.000
- 2023: 2.002.000
- 2024: 2.122.000
VENETO 8,04%
- 2022: 63.304.000
- 2023: 64.373.000
- 2024: 68.256.000
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