Quali sono le novità per la pensione di invalidità? In seguito a queste novità aumenteranno gli importi o rischio la pensione? (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Novità per la pensione di invalidità
Da anni ormai ci aspettiamo delle novità per la pensione di invalidità, ma non ci pensavamo di certo di avere questo genere di notizie.
Le nostre aspettative riguardano gli aumenti delle pensioni di invalidità, di cui si parla tanto, specialmente ad ogni campagna elettorale.
Paradossalmente, le novità di cui siamo costretti oggi a parlare riguardano nuove indicazioni nel calcolo del reddito rilevante ai fini della percezione delle prestazioni di invalidità, che invece porteranno inevitabilmente a un abbassamento dell’importo spettante e, in alcuni casi, alla perdita della prestazione. Ma cosa sta succedendo?
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Il messaggio dell’INPS
Nel messaggio n. 2705/2023, l’INPS rettifica parzialmente le precedenti istruzioni e fa un dietrofront sui redditi rilevanti ai fini della concessione delle prestazioni di invalidità civile.
Nel precedente messaggio n. 1688/2022, l’INPS spiegava che a tal fine vanno considerati tutti i redditi, di qualsiasi natura, calcolati ai fini IRPEF “al netto degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali” tranne la prestazione richiesta, le rendite INAIL, le pensioni di guerra, l’indennità di accompagnamento, il reddito della casa di abitazione.
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Come è stato fino adesso per il calcolo del reddito
Tra gli oneri deducibili da non computare nel reddito, l’INPS fino a oggi aveva segnalato, ad esempio:
- i contributi previdenziali e assistenziali personali;
- gli assegni periodici corrisposti al coniuge separato;
- le donazioni a organizzazioni non governative.
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Come sarà da adesso in poi
Dopo il messaggio di rettifica dell’INPS, tutti gli oneri deducibili prima esclusi dal computo per il reddito, adesso verranno invece presi in considerazione. Quindi in questi mesi l’Istituto avrà parecchio lavoro con tutti i conteggi da rifare.
Questo perché la normativa stabilisce che rilevano i redditi valutabili ai fini IRPEF «al lordo delle ritenute fiscali». La novità è destinata a incidere in modo rilevante sugli interessati potendo, a seconda dei casi, condurre a una riduzione della misura della prestazione o alla sua revoca.
Da ora in poi, quindi, andrà considerato il reddito al lordo delle ritenute fiscali. Questo comporterà una diminuzione di coloro che possono accedere a tali prestazioni.
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Esempio pratico
Facciamo un esempio pratico: mettiamo il caso che tu sia una persona invalida all’80%, con un reddito annuo di 6.000 euro lordi. Al netto delle ritenute fiscali il tuo reddito scende a 4.000 euro.
Godi quindi dell’Assegno d’invalidità, dal momento che il tuo reddito veniva preso in considerazione al netto.
Invece, dopo la nuova interpretazione INPS, ossia considerando il reddito al lordo, perderai il diritto alla prestazione a causa del superamento della soglia reddituale (il limite di reddito per l’Assegno mensile di assistenza è di 5.391,88 euro).
Insomma, a seguito di questa novità per la pensione di invalidità e in vista dell’uscita di scena del Reddito di cittadinanza per molti beneficiari, ci attendiamo tempi moto duri.
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Su quali prestazioni
I chiarimenti riguardano le prestazioni di invalidità civile collegate al reddito tra cui, ad esempio, la pensione di inabilità civile e l’assegno mensile di invalidità.
Sono escluse l’indennità di accompagnamento (invalidi civili o ciechi assoluti), l’indennità speciale (ciechi parziali) e l‘indennità di comunicazione (sordi).
Vediamo quali sono tutti i limiti di reddito per le prestazioni INPS nel 2023.

Obbligo di dichiarazione
Ti ricordiamo che, nel caso sia percettore delle prestazioni assistenziali collegate al reddito (pensione di inabilità, pensione per cieco civile, pensione per sordo, assegno mensile o indennità di frequenza), se non comunichi i tuoi redditi all’Istituto o qualora, in sede di controllo, le dichiarazioni risultino inesatte o incomplete, la prestazione è da considerarsi indebita. In tal caso, l’Istituto è chiamato a recuperare quanto erogato.
La dichiarazione va resa come autocertificazione. A fronte di tale comunicazione, l’INPS ha l’onere di controllare l’importo erogato a titolo di prestazione e di verificare se ci sono state eccedenze in fase di erogazione.
La dichiarazione (modello Red in genere con scadenza il 28 febbraio di ogni anno) è dovuta, in particolare, da tutti i cittadini non tenuti a presentare, per i redditi da segnalare, una dichiarazione al Fisco o se li dichiarano al Fisco non in misura integrale.
In mancanza di segnalazione dei redditi (tramite Red o dichiarazione dei redditi) l’INPS invia, in genere, uno o più solleciti e un “preavviso di sospensione” della prestazione, a mezzo raccomandata a/r, in cui invita a fare il dovuto riscontro reddituale entro 60 giorni.
Trascorsi i 60 giorni senza riscontro, l’INPS procede alla sospensione della prestazione per 120 giorni, al termine dei quali, persistendo il mancato riscontro, revoca definitivamente la prestazione e calcola il debito relativo all’anno di reddito non dichiarato ai fini del recupero, anche coattivo.
FAQ (domande e risposte)
Cosa si intende per limite di reddito?
Il limite di reddito è l’ammontare massimo di reddito che una persona può guadagnare per poter avere diritto alla pensione di invalidità. Superato questo limite, la persona potrebbe non essere più considerata idonea per ricevere tale beneficio.
Quale reddito non bisogna superare per avere la pensione di invalidità?
Per avere diritto alla pensione di invalidità, è necessario non superare un certo livello di reddito. Nel 2023, il limite massimo di reddito per poter richiedere questa pensione è di 5.391,88 euro per l’assegno mensile e di 17.920,00 per la pensione di inabilità civile, al di sopra del quale non si potrebbe beneficiare della pensione di invalidità.
Quali requisiti devo avere per richiedere la pensione di invalidità?
Per poter richiedere la pensione di invalidità, è necessario soddisfare alcuni requisiti specifici. Innanzitutto, bisogna essere cittadini italiani o cittadini stranieri residenti legalmente in Italia. Inoltre, occorre essere affetti da una invalidità che comporti un’incapacità lavorativa pari o superiore al 74%. È fondamentale che la situazione invalidante sia stabile e non temporanea. Inoltre, è richiesto di non superare il limite di reddito precedentemente menzionato.
Sono previste novità sugli aumenti delle pensioni per invalidi parziali?
Al momento, non sono previsti aumenti delle pensioni per invalidi parziali. Gli invalidi parziali, inoltre, sono stati esclusi dall’incremento al milione.
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