Vediamo come si dimostra di essere caregiver, quali sono i compiti di questa importante figura e a cosa ha diritto (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Come si dimostra di essere caregiver?
Purtroppo, la risposta alla domanda come si dimostra di essere caregiver è: non si può dimostrare. Nel senso che, ad oggi, non è prevista alcuna domanda per ottenere il riconoscimento del lavoro di assistenza di un familiare non autosufficiente.
Il riconoscimento dei caregiver, al momento, è dettato solo dal contenuto della Legge 104 del 1992, dal decreto legislativo numero 119 del 2011 e delle proposte di pensione anticipata con Ape sociale.
La Legge 104 del 1992, in particolare, detta i principi in materia di diritti e assistenza a persone non autosufficienti.
All’articolo 33 si affrontano gli aspetti inerenti ai permessi dei quali gode il caregiver familiare lavoratore per la fruizione dei tre giorni mensili, anche continuativi, retribuiti e coperti da contribuzione figurativa.
Attualmente, purtroppo, non esiste alcun tipo di tutela previdenziale per gli assistenti familiari non lavoratori, ma solo sussidi e bonus erogati a livello regionale o comunale.
Ma andiamo per ordine e vediamo nel dettaglio ognuna di queste possibilità.
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Per i permessi 104
Per quanto riguarda i permessi 104, il caregiver non deve dimostrare di essere convivente con la persona disabile che assiste, ma è obbligatorio che presti assistenza durante le ore di fruizione di permesso retribuito.
Le tutele riconosciute al caregiver nell’assistenza a un familiare disabile si configura nelle seguenti modalità:
- il caregiver si prende cura di familiare con disabilità grave, ovvero dell’assistito che abbia subito la ridotta autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere indispensabile l’assistenza continuativa, permanente e globale nella sfera individuale;
- l’assistito non deve essere ricoverato a tempo pieno;
- il lavoratore dipendente, sia del pubblico che del privato, che svolge assistenza deve essere il coniuge o un parente o affine entro il secondo grado;
- l’assistito, se lavora, può fruire per se stesso dei permessi previsti dalla Legge 104 e scegliere, per la propria assistenza, solo un lavoratore;
- nel caso in cui l’assistenza avviene allo stesso figlio, il diritto è riconosciuto a entrambi i genitori, ma questi ultimi possono usufruire alternativamente dei permessi.
Raccontiamo la storia di Cristina Mariani: una caregiver, ovvero una figlia che ha scelto di prendersi cura della mamma, che all’età di 59 anni ha avuto un aneurisma cerebrale.
Per il congedo retribuito
Nell’ambito di assistenza a un familiare con handicap grave, il lavoratore che è anche caregiver può richiedere il congedo straordinario ai sensi del comma 5, dell’articolo 42, del decreto legislativo numero 151 del 2001.
Il congedo straordinario può essere chiesto fino a due anni, anche in maniera frazionata nel tempo, indipendentemente dal numero dei disabili da assistere. Il periodo di congedo è retribuito.
I requisiti necessari per essere riconosciuto come caregiver, contenuti nella Legge 104, devono rientrare in una di queste specifiche:
- prestare assistenza continuativa (in forma gratuita o a contratto).
Stipendio per i caregiver familiari e adeguate tutele previdenziali, il governo sembra deciso ad affrontare la questione. Tra le ipotesi c’è quella di attribuire un sostegno economico mensile ai familiari che si prendono cura di parenti con disabilità. Come procede la discussione e quando si dovrebbe arrivare all’approvazione di qualche provvedimento.
Chantal Cerise, dottoressa in Scienze e Tecniche Psicologiche e consulente per caregiver, ci racconta del suo progetto “La casa del caregiver” per sostenere tutte le persone che assistono familiari malati:
Se si è genitori
Il decreto legislativo 119 del 2011 è intervenuto anche per i genitori assistenti di bambini disabili. Infatti, in situazioni di disabilità grave, i genitori possono fruire del prolungamento del congedo parentale.
In alternativa, si possono richiedere riposi orari retribuiti fino al compimento del terzo anno di vita del bambino. Nello specifico, per i bambini fino a 3 anni di età:
- di tre giorni di permesso;
- o di ore di permesso giornaliero ovvero il prolungamento del congedo parentale.
Per bambini dai 3 agli 8 anni la scelta è tra i tre giorni di permesso o il prolungamento del congedo parentale. Per bambini oltre gli 8 anni, si possono chiedere i 3 giorni di permesso mensili.
Legge 104, 2 caregiver e benefici doppi: si può? Se in due fruiscono dei permessi possono avere entrambi l’avvicinamento della sede di lavoro? Possono utilizzare in modo condiviso il congedo straordinario? La norma è stata modificata solo in parte generando una serie di incongruenze. Sia l’INPS sia i ministeri non hanno ancora emesso una circolare di chiarimenti. Com’è la situazione.
Per l’Ape sociale
Da ultimo, i caregiver hanno ottenuto un importante riconoscimento ai fini della pensione.
Infatti, tra i requisiti inerenti l’Ape sociale, è possibile anticipare l’uscita da lavoro, a partire dai 63 anni di età, ai lavoratori che assistano familiari in condizione di disabilità.
Nel dettaglio i caregiver che richiedano la pensione, devono assistere il coniuge o un parente di primo grado, convivente da almeno sei mesi.
È richiesta anche una contribuzione minima per andare in pensione con l’Ape sociale pari a 30 anni di versamenti.
Il requisito dell’assistente a familiare deve rispettare quanto previsto dal comma 3, dell’articolo 3, della Legge numero 104 del 1992 in merito alla situazione di gravità.
Pensione precoci caregiver: come funziona? Quali sono i requisiti d’accesso, quando presentare domanda e quali sono i limiti di questa pensione?

Per i bonus caregivr
Per quanto riguarda i bonus caregiver, attualmente il testo di legge che fa riferimento agli assistenti familiari è la legge di bilancio 2018.
All’art. 1, comma 254, troviamo l’istituzione del Fondo per il sostegno e del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare.
I requisiti per accedere al bonus caregiver sono:
- essere figlio, coniuge o parente entro il terzo grado convivente con un familiare non autosufficiente di almeno 80 anni di età;
- avere un reddito ISEE inferiore ai 25.000 euro.
FAQ (domande e risposte)
Chi è il caregiver?
Secondo la definizione data dalla legge, si definisce caregiver “la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della Legge 20 maggio 2016, numero 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, numero 104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, numero 104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della Legge 11 febbraio 1980, numero 18”.
Quali sono le attività del caregiver?
Il caregiver o l’assistente familiare volontario, è colui che svolge gratuitamente e quotidianamente attività di assistenza di un parente non autosufficiente. Le attività del caregiver possono essere dirette se assiste la persona non autosufficiente nelle attività primarie, ovvero lavare, vestire, aver cura dell’assistito per l’igiene o per la somministrazione di pasti e farmaci.
Quali sfide potrei affrontare come caregiver?
Essere un caregiver può essere gratificante, ma può anche presentare sfide significative. Queste potrebbero includere la gestione dello stress, la mancanza di tempo per sé stessi e l’affrontare situazioni mediche complesse. È importante cercare supporto da parte di gruppi di supporto, organizzazioni e professionisti per affrontare al meglio queste sfide.
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