Assegno di cura: posso averne due?

Per ottenere l’assegno di cura, bisogna rispettare determinati requisiti. Ma se i requisiti li hanno in due, in famiglia? Si possono avere due assegni di cura? Rispondiamo in questo approfondimento.
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26/9/23

Se io e un’altra persona abbiamo i requisiti per farlo, si possono avere due assegni di cura? (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104categorie protettediritto del lavorosussidiofferte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Si possono avere due assegni di cura?

Assolutamente sì, si possono avere due assegni di cura. Ovviamente non per la stessa persona, ma nel caso in cui in famiglia ne abbiano diritto due persone. L’importante è che vengano rispettati i requisiti per ottenerli.

Puoi chiedere una seconda volta l’assegno di cura, dopo aver beneficiari del primo? Anche Sì, è possibile richiedere l’assegno di cura anche per due o più volte.

L’assegno di cura può essere concesso ad anziani anagraficamente conviventi e per più volte per la stessa persona. Possono essere riconosciuti contratti di assegno di cura anche a più anziani conviventi, ad esempio entrambi i genitori.

Tra l’altro, l’assegno di cura è un aiuto che non viene erogato dall’INPS, ma dai Comuni e dalle Regioni e può essere chiesto anche se già si percepisce indennità di accompagnamento.

Ma andiamo a vedere di cosa si tratta, a chi spetta e come richiederlo.

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Cos’è l’assegno di cura

L’assegno di cura è un sostegno economico viene concesso con il fine di favorire la permanenza a domicilio delle persone non autosufficienti in condizione di disabilità grave e gravissima (ex art. 3 del D.M. 26/09/2016) che necessitano di assistenza continua, e per sostenere i loro familiari.

In sostanza, l’assegno di cura è l’alternativa all’inserimento stabile in una struttura residenziale del disabile grave e gli permette di rimanere nel proprio contesto affettivo, sociale e relazionale, conducendo una vita il più possibile indipendente.

A chi spetta

Come ti abbiamo anticipato, questo sussidio economico spetta alle persone in condizione di disabilità grave e gravissima.

Per persone con disabilità gravissima si intendono coloro che beneficiano dell’indennità di accompagnamento (invalidità totale) in base alla Legge n. 18/1980 oppure definite non autosufficienti ai sensi dell’allegato 3 del DPCM n. 159/2013, di qualsiasi età e per le quali si sia verificata almeno una delle seguenti condizioni:

  • condizione di comastato vegetativo oppure stato di minima coscienza e punteggio nella scala Glasgow Coma Scale (GCS) superiore o uguale a 10;
  • dipendenza da ventilazione meccanica assistita o non invasiva continuativa;
  • lesioni spinali fra CO/C5, di qualsiasi natura, con livello della lesione, identificata dal livello sulla scala ASIA Impairment Scale (AIS) di grado A o B. Nel caso di lesioni con esiti asimmetrici, ambedue le lateralità devono essere valutate con lesione di grado A o B;
  • diagnosi di ritardo mentale grave o profondo secondo classificazione DSM-5, con Quoziente di Intelligenza (QI) minore o uguale a 34 e con punteggio sulla scala Level of Activity in Profound/Severe Mental Retardation (LAPMER) minore o uguale a 8;
  • condizione di dipendenza vitale con necessità di assistenza continuativa e monitoraggio nelle 24 ore, sette giorni su sette, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psicofisiche.

Oltre all’Assegno di cura, potresti avere diritto all’Assegno sociale e alla maggiorazione. Si tratta della misura economica che ha sostituito la pensione sociale.

Gli obiettivi

Gli obiettivi che si prefigge l’assegno di cura sono:

  • favorire la permanenza a domicilio dei non autosufficienti anche in condizione di disabilità gravissima;
  • assicurare un sostegno economico adeguato alle famiglie che hanno assunto il carico di cura, quando siano anche in condizioni di difficoltà economica;
  • favorire il rientro a domicilio, anche temporaneo, di persone in condizioni di disabilità ricoverate presso strutture sociosanitarie.

Parliamo di quanto dura l’assegno di cura per invalidi gravi e gravissimi, chi può richiederlo e come fare richiesta.

L’importo

L’importo dell’assegno di cura è fissato in due quote mensili distinte tra persone disabili gravissime e gravi, ovvero:

  • 1.200 euro mensili per tutte le persone con disabilità gravissima valutate dall’Unità di valutazione Integrata (U.V.I.) attraverso le schede di valutazione approvate con D.M. 26/09/2016, indipendente dal tipo di patologia;
  • 600 euro mensili per tutte le persone con disabilità grave valutate sempre dall’U.V.I. ma attraverso la scheda Barthel, e che hanno riportato un punteggio minimo di 55.

In sostanza, l’importo dell’assegno di cura cambia a seconda della gravità della condizione di disabilità, dell’intensità del carico assistenziale e dell’eventuale presenza di ulteriori servizi socioassistenziali garantiti al disabile.

Si va da un importo minimo giornaliero, per il disabile grave, che va da 15,49 euro o di 10,33 euro (soglia ISEE: 34mila euro).

Per i disabili gravissimi, l’importo giornaliero potrà essere di 23 euro o di 45 euro. In questo caso, per accedere al contributo non è prevista alcuna soglia Isee.

Per la determinazione delle soglie viene presa a riferimento l’attestazione ISEE riferita esclusivamente al nucleo familiare (e non più al solo anziano beneficiario delle cure), come identificato dal comma 2 dell’art. 6 del DPCM 159/2013.

È possibile tuttavia utilizzare il modello di Isee per le prestazioni sociali agevolate in ambito sociale e sociosanitario. (DPCM n. 159 del 2013).

20 mensilità da 1.200 euro da riconoscere in caso di assunzione di un assistente o di un educatore al disabile. La possibilità di scegliere tra integrazione al reddito e il Patto di cura in Puglia. La linea indicata dal Ministero per superare l’assegno di cura e promuovere la presa in carico complessiva della persona disabile e non autosufficiente. Il “modello Puglia” inizia la rivoluzione dell’assistenza ai disabili in Italia.

Si possono avere due assegni di cura
Assegno di cura: posso averne due?

Quanto dura

La durata dell’assegno di cura è solitamente semestrale ma può arrivare, nel caso di situazioni stabilizzate, anche a 12 mesi.

È comunque possibile richiedere un rinnovo del contratto per l’erogazione dell’assegno di cura, ma sarà necessaria una nuova valutazione da parte dell’U.V.I., che potrà confermare o meno il rinnovo.

INPS: separare assistenza e previdenza. Cosa significa e quali saranno le conseguenze per i cittadini. In particolare per chi ha una invalidità e una disabilità e riceve sostegni economici dall’istituto previdenziale.

Anche per assumere una badante

Inoltre, per chi ha bisogno di assumere una badante per il disabile grave o gravissimo, è previsto un ulteriore contributo economico, ma solo se è stato stipulato un contratto con l’assistente domiciliare.

Il contratto deve prevedere un impegno di almeno 20 ore a settimana. Nel caso di disabili gravi, la soglia ISEE per accedere a questo ulteriore contributo è di 34mila euro annui. Per i disabili gravissimi, anche in questo caso, non è prevista alcuna soglia ISEE.

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Come fare domanda

La domanda per richiedere il sostegno economico può essere presentata dallo stesso disabile grave o gravissimo o da un suo familiare, presso i Servizi Sociali dell’Ambito Territoriale, utilizzando il modello che puoi scaricare online, sul sito del tuo Comune di appartenenza.

L’assistente sociale dell’ambito territoriale analizza la domanda e verifica se ci sono le condizioni sociali per ottenerlo, valutando anche il contesto familiare, abitativo ed economico del beneficiario, anche mediante visita domiciliare.

Se l’assistente sociale rileva una condizione di fragilità prevalentemente sociale, allora proporrà degli interventi di carattere sociale, come ad esempio l’assistenza domiciliare o l’accoglienza del disabile in una struttura sociale.

Nel caso in cui invece rilevi un bisogno socioassistenziale complesso, che richiedere una presa in carico congiunta tra Distretto Sanitario e Ambito territoriale, e ritenga che l’assegno di cura sia effettivamente la modalità più appropriata di intervento, attiverà la procedura per il percorso sociosanitario di accesso e valutazione.

A questo punto, trasmetterà la scheda di valutazione sociale e la documentazione al Distretto Sanitario per chiedere una valutazione dell’U.V.I., insieme alla predisposizione di un progetto sociosanitario di cure domiciliari.

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Abbiamo visto, quindi, che si possono avere due assegni di cura, chi può averli e come richiederli.

FAQ (domande e risposte)

In quali regioni italiane è possibile chiedere l’assegno di cura nel 2023?

L’assegno di cura è un’agevolazione prevista per le persone anziane o disabili in Italia. Tuttavia, nonostante ci sia questa possibilità, non tutte le Regioni lo hanno messo a disposizione. In questo articolo ti spieghiamo in quali regioni si può chiedere l’assegno di cura.

L’assegno di cura fa reddito?

No, l’assegno di cura non viene considerato come reddito ai fini fiscali. Questo significa che chi lo riceve non deve pagarne le tasse e non influirà sull’ammontare del reddito complessivo della persona beneficiaria. È un sostegno economico mirato ad aiutare le persone anziane o disabili a far fronte alle spese per l’assistenza e le cure necessarie.

Posso richiedere l’assegno di cura se percepisco una pensione di invalidità?

Sì, è possibile richiedere l’assegno di cura anche se si percepisce una pensione di invalidità. L’assegno di cura è compatibile con altre forme di sostegno economico, come le pensioni o altre agevolazioni sociali. Tuttavia, è importante verificare i requisiti specifici e i criteri di assegnazione stabiliti.

L’assegno di cura può essere utilizzato dal familiare dell’anziano o del disabile che ne è beneficiario?

No, l’assegno di cura è un beneficio erogato esclusivamente alla persona anziana o disabile che ne è direttamente beneficiaria. Questo assegno è progettato per fornire un sostegno economico diretto alla persona che ha bisogno di assistenza e cure. Pertanto, i familiari o altri caregiver non possono utilizzare l’assegno di cura per le proprie spese, ma devono assicurarsi che sia impiegato nell’interesse del beneficiario per migliorare la sua qualità di vita e le sue necessità di cura.

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