Disabilità e non autosufficienza: definizione e tutele

Disabilità e non autosufficienza: cosa significa, differenze e agevolazioni. Tutti i dettagli in questo approfondimento.
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23/9/23

Disabilità e non autosufficienza. Prima di conoscere le misure di sostegno e le agevolazioni previste per questa categoria di persone, è bene capire chi è considerato non autosufficiente e chi disabile. In questo articolo facciamo un po’ di chiarezza (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

Il sito Invalidità e diritti ha condiviso diversi approfondimenti sul tema della disabilità e non autosufficienza, come ad esempio questo articolo su come si svolge la visita per l’accompagnamento oppure su come funziona l’accompagnamento durante la chemioterapia. Se volete sapere come funziona l’accreditamento dell’indennità di frequenza e dell’accompagnamento, leggete questo articolo. Infine, è importante anche conoscere gli obblighi dell’accompagnatore e come richiedere l’indennità di accompagnamento per i malati psichici.

INDICE:

Disabilità e non autosufficienza: definizioni e differenze

Disabilità e non autosufficienza. Anche se spesso si parla di disabili non autosufficienti, non è sempre detto che un disabile sia non autosufficiente o che una persona non autosufficiente sia disabile (basti pensare alle persone molto anziane o ai bambini).

Visto che in base alla condizione di salute cambiano le agevolazioni previste dalla normativa, è necessario innanzitutto chiarire il significato dei termini disabilità, non autosufficienza e invalidità e le relative conseguenze.

  • disabilità: si definisce disabile una persona con una menomazione o minorazione psicologica, fisiologica o anatomica che ne limiti la capacità di agire. Questa limitazione ha come conseguenza un svantaggio sociale, poiché causa una difficoltà di relazione e di integrazione lavorativa. In breve, la disabilità porta a uno stato di handicap;
  • non autosufficienza: è definito non autosufficiente chiunque sia impossibilitato a svolgere le attività essenziali della vita quotidiana autonomamente e che quindi richieda l’assistenza permanente e continuativa di un’altra persona. Tra le attività essenziali rientrano lavarsi, vestirsi, mangiare, deambulare autonomamente e così via;
  • invalidità: si considera invalida una persona con una riduzione della capacità lavorativa dovuta a un’infermità o menomazione. Nel caso di persone che non si trovano in età lavorativa (minorenni e over 67), il grado di invalidità fa riferimento alla capacità di svolgere attività e compiti propri dell’età.

Ecco la guida con tutte le agevolazioni e percentuali di invalidità civile.

Disabilità e non autosufficienza: disabili ai fini ISEE

Disabilità e non autosufficienza. Tramite la dichiarazione ISEE la persona con disabilità può fruire di diversi benefici. Tuttavia, bisogna tenere a mente che ai fini ISEE si possono distinguere tre tipi di disabilità: disabilità media, disabilità grave e non autosufficienza.

Nella tabella qui sotto (Allegato 3 al DPCM 159/2013) sono riportati i tipi di disabilità e la categoria di persone che vi rientrano.

Categorie
Disabilità Media
Disabilità Grave
Non autosufficienza
Invalidi civili di età compresa tra 18 e 67 anni– Invalidi 67-99%– Inabili totali– Cittadini di età compresa tra 18 e 67 anni con diritto all’indennità di accompagnamento
Invalidi civili minori di età– Minori di età con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età (diritto all’indennità di frequenza)– Minori di età con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età e in cui ricorrano le condizioni di cui alla L. 449/1997, art. 8 o della L. 388/2000, art. 30Minori di età con diritto all’indennità di accompagnamento
Invalidi civili ultrasessantacinquenni(dal 2019 over 67)– Ultrasessantacinquenni (over 67) con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età, invalidi 67-99%– Ultrasessantacinquenni (over 67) con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età, inabili 100%– Cittadini ultrasessantacinquenni (over 67) con diritto all’indennità di accompagnamento
Ciechi civili– Art 4 L. 138/2001– Ciechi civili parziali– Ciechi civili assoluti
Sordi civili– Invalidi Civili con cofosi esclusi dalla fornitura protesica– Sordi pre-linguali
INPS– Invalidi (L. 222/84, artt. 1 e 6 – D.Lgs. 503/92, art. 1, comma 8)– Inabili (L. 222/84, artt. 2, 6 e 8)– Inabili con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa
INAIL– Invalidi sul lavoro 50-79%- Invalidi sul lavoro 35-59%– Invalidi sul lavoro 80-100%- Invalidi sul lavoro -59%– Invalidi sul lavoro con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa
INPS gestione ex INPDAP– Inabili alle mansioni (L. 379/55, DPR 73/92 e DPR 171/2011)– Inabili (L. 274/1991, art. 13 – L. 335/95, art. 2)
Trattamenti di privilegio ordinari e di guerra– Invalidi con minorazioni globalmente ascritte alla terza ed alla seconda categoria Tab. A DPR 834/81– Invalidi con minorazioni globalmente ascritte alla prima categoria Tab. A DPR 834/81– Invalidi con diritto all’assegno di superinvalidità (Tabella E allegata al DPR 834/81)
Handicap– Art 3 comma 3 L.104/92
Tabella categorie disabilità e non autosufficienza

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Disabilità e non autosufficienza: legge 104

Disabilità e non autosufficienza. Un discorso diverso dalla disabilità ai fini ISEE è quello della Legge 104, la legge emanata nel 1992 per tutelare i diritti delle persone portatrici di handicap e di coloro che le assistono.

In particolare, la Legge 104 distingue tra due categorie principali di disabilità: quella senza connotazione di gravità, definita nell’art. 3 comma 1 della legge e quella con connotazione di gravità, riconosciuta dall’art. 3 comma 3. In base a questo cambiano le misure previste per il disabile. Vediamo allora la differenza.

Secondo l’art. 3 comma 1 il requisito principale per accedere alle misure della Legge 104 è il riconoscimento di un handicap che non riguarda solo la patologia invalidante, ma in particolare le difficoltà sul lavoro e nelle relazioni che la malattia provoca.

Invece, l’art. 3 comma 3, come abbiamo descritto anche in questo articolo di TheWam.net, individua una condizione di handicap grave, che si verifica in caso di minorazione singola o plurima che riduce l’autonomia personale e richiede l’assistenza continuativa nella sfera individuale e in quella relazionale. La legge 104 definisce questa condizione con le seguenti parole: “Quando la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità. Le situazioni riconosciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici”.

Per ottenere il riconoscimento dell’handicap e accedere così alle agevolazioni previste dalla Legge 104 è necessario seguire una procedura che parte dal rilascio del certificato medico introduttivo da parte del medico di base e si conclude con la visita medica presso la Commissione medico-legale dell’Asl di competenza che stabilirà lo stato di disabilità del paziente.

Per conoscere tutte le fasi della procedura e i dettagli della domanda, ti invitiamo a leggere questa guida completa.

Visto che le agevolazioni previste per il riconoscimento del comma 1 sono state descritte in questo articolo, concentriamoci brevemente sulle misure legate all’art. 3 comma 3, quindi alla condizione di gravità e non autosufficienza. Per saperne di più, leggi i prossimi paragrafi.

Dai un’occhiata a questo approfondimento sulla figura dei caregiver familiari.

Disabilità e non autosufficienza: agevolazioni legge 104

Disabilità e non autosufficienza. Tra le agevolazioni più significative destinate alle persone con disabilità grave e ai familiari che le assistono vi sono sicuramente quelle riguardanti l’ambito lavorativo.

In particolare queste sono:

  • permessi lavorativi retribuiti, che consistono in due oredi permesso al giorno o 3 giorni al mese;
  • congedo straordinario retribuito, che permette ai familiari o caregiver del disabile di richiedere un congedo retribuito fino a due anni, il quale fornirà anche una copertura contributiva per l’accesso alla pensione;
  • scelta della sede di lavoro più vicina;
  • rifiuto del trasferimento in un’altra sede.

A queste agevolazioni lavorative si aggiungono quelle fiscali, come l’iva agevolata al 4% e la detrazione al 19% per l’acquisto di un’automobile e la detrazione maggiorata di 400 euro per genitori con figli disabili a carico.

Infine, non sono da dimenticare neanche le misure sanitarie, tra cui emergono una detrazione sulle spese mediche e sull’acquisto di ausili per disabili non autosufficienti.

Disabilità e non autosufficienza: indennità di accompagnamento

Disabilità e non autosufficienza. Tra le misure di sostegno per disabili non autosufficienti è necessario ricordare anche l’indennità di accompagnamento, un sussidio economico che spetta a invalidi totali e alle persone a cui è stata riconosciuta l’impossibilità di camminare autonomamente e di svolgere le attività essenziali della vita quotidiana.

Per ottenere il sussidio bisogna rispettare alcuni requisiti sanitari e di residenza, in particolare:

  • riconoscimento dell’inabilità totale e permanente (100%);
  • riconoscimento dell’impossibilità a deambulare autonomamente senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
  • riconoscimento dell’impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua;
  • residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
  • cittadinanza italiana;
  • per i cittadini stranieri comunitari: iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
  • per i cittadini stranieri extracomunitari: permesso di soggiorno di almeno un anno;
  • residenza stabile e abituale sul territorio nazionale.

L’indennità ha una durata di 12 mesi e corrisponde a un importo di 525,17 euro per il 2022.

Tutti i dettagli sulla domanda di indennità e sulle situazioni di incompatibilità con essa sono descritti in questo approfondimento.

Disabilità e non autosufficienza: cosa significa e quali misure sono previste.

Disabilità e non autosufficienza: misure di sostegno

Il Ministero per le disabilità prevede alcune misure di sostegno a favore delle persone con disabilità, alcune delle quali destinate specificamente a chi non è autosufficiente.

In particolare, si tratta di una serie di fondi che comprendono:

  • Fondo per le non autosufficienze: finalizzato al potenziamento dell’assistenza, servizi e progetti di vita indipendente per le persone con disabilità e non autosufficienti gravi e per il sostegno di coloro che se ne prendono cura;
  • Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare (Fondo “Dopo di noi”): destinato al potenziamento dei percorsi di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare di origine e per la deistituzionalizzazione delle persone con disabilità gravissima;
  • Fondo per i caregiver familiari: il fondo finanzia interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta dal caregiver familiare;
  • Fondo per la cura di soggetti con autismo: le risorse sono destinate al potenziamento del personale dedicato, al miglioramento delle strutture residenziali e semiresidenziali, al potenziamento della ricerca.

L’elenco con tutte le misure di sostegno per persone con disabilità si può trovare sul sito del Ministero per le disabilità.

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