Invalidità civile 75 per cento dipendenti pubblici

Come funziona l’invalidità civile al 75 per cento e dipendenti pubblici: cosa spetta e quali sono le prestazioni economiche previste.
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26/9/23

A cosa ho diritto se mi è stata riconosciuta un’invalidità e lavoro per un ente pubblico? Cosa è previsto in merito a invalidità civile al 75 per cento e dipendenti pubblici? (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104categorie protettediritto del lavorosussidiofferte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Invalidità civile al 75 per cento e dipendenti pubblici

Cerchiamo di capire cosa è previsto in merito a invalidità civile al 75 per cento e dipendenti pubblici.

L’ordinamento del pubblico impiego riconosce diversi trattamenti di invalidità e inabilità per i suoi dipendenti. A differenza dei dipendenti privati o dei cittadini invalidi civili, per ottenere questi trattamenti è necessario possedere diversi requisiti.

Inoltre, per l’accertamento sanitario sono coinvolti, in alcuni casi, organismi differenti e anche le modalità di calcolo dell’importo della pensione, non sono sempre quelle per così dire “ordinarie”.

Chiariamo una cosa: se sei dipendente pubblico, potresti anche aver diritto alla pensione di invalidità civile, ma:

  1. Non hai il requisito reddituale per ottenerla, perché devi possedere un reddito minore a 5.391,88 euro annui.
  2. Per ottenere la pensione di invalidità civile, dovresti smettere di lavorare, e se puoi continuare a farlo non ti conviene, perché hai un reddito molto più alto, continuando a lavorare come dipendente pubblico (l’importo dell’assegno, per il 2023, è pari a 313,91 euro al mese per 12 mensilità).

Con il riconoscimento di una percentuale di invalidità al 75 per cento, inoltre, se sei dipendente pubblico non hai diritto all’Assegno ordinario di invalidità, a cui hanno accesso solo i lavoratori dipendenti invalidi del settore privato.

L’Assegno ordinario di invalidità viene riconosciuto ai lavoratori che hanno avuto certificazione di riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi.

Potresti pensare che il 67 per cento di invalidità, quindi, possa essere sufficiente, ma non è così. Per l’Assegno ordinario di invalidità, infatti, la riduzione della capacità lavorativa deve essere riferita al lavoro svolto e non generalmente.

Questo fa sì che, con la stessa percentuale di invalidità, quindi, il diritto all’assegno in questione possa spettare a un lavoratore edile, per esempio, ma non a un impiegato qualora la patologia invalidante non crei difficoltà nello svolgimento della propria professione.

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Le prestazioni economiche

Se sei dipendente pubblico a cui è stata riconosciuta un’invalidità, ci sono diverse prestazioni economiche a te riservate.

In base alle diverse tipologie di pensioni di invalidità per dipendenti pubblici, hai la possibilità di andare in pensione con 20, 15 o 5 anni di contributi. Tutto dipende dal grado di invalidità che ti è stata riconosciuta.

Ti riportiamo una tabella riassuntiva delle pensioni di invalidità per dipendenti pubblici, che riassume il grado di invalidità e i requisiti contributivi:

Tipologia di pensioneFonte normativaGrado di invaliditàRequisiti contributivi*Possibilità di rioccuparsi dopo la pensioneBenefici contributivi
Inabilità assoluta e permanente alla mansione svoltaArt. 42 Dpr 1092/1973Parziale (accertata dall’Asl)15 anni di contributi (20 anni se iscritti alla Cassa Enti Locali e sanità)No
Inabilità assoluta e permanente a proficuo lavoroArt. 42, Dpr 1092/1973Parziale (accertata dall’Asl)15 anni di contributiNo
Inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativaArticolo 2, comma 12, Legge 335/1995; articolo 1, legge 224/1984Totale5 anni di contributi di cui almeno 3 nell’ultimo quinquennioNoSì, previsti dalla legge 222/1984
Tabella riassuntiva delle pensioni per dipendenti pubblici

Lo smart working fragili è stato esteso fino al 30 settembre per il settore pubblico e al 31 dicembre per il privato. I lavoratori fragili, con patologie specifiche, possono lavorare in modalità agile o beneficiare di un’indennità economica se il lavoro non può essere svolto in smart working.

Agevolazioni

La maggiorazione contributiva

Abbiamo detto che, se sei una persona invalida al 75 per cento, che lavora nel pubblico impego, non hai diritto né alla pensione di invalidità né all’Assegno ordinario di invalidità.

Tuttavia, hai diritto ad altri tipi di agevolazioni, prima fra tutte alla maggiorazione contributiva, che prevede la maturazione di 2 mesi di contributi figurativi per ogni anno lavorato con i requisiti sanitari richiesti, beneficio che, certamente, accelera l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Affinché ciò avvenga, è necessario che sia riconosciuto il 75 per cento di invalidità civile per un periodo non superiore ai 60 mesi (5 anni).

La somma massima accreditabile è prevista lavorando 30 anni nella condizione di invalido civile con una percentuale di invalidità di almeno il 75 per cento.

l beneficio è concesso soltanto su domanda, quando il lavoratore accede alla pensione o al momento della liquidazione del supplemento di pensione.

Dunque non è un diritto automatico e non si configura come un accreditamento di contributi sulla posizione assicurativa, ma è comunque utile al perfezionamento del diritto alla pensione e alla misura delle quote di pensione, ma soltanto se calcolate con il sistema retributivo.

Purtroppo non è rilevante ai fini del calcolo della quota di pensione o della pensione calcolata interamente con il sistema contributivo.

Domanda per la maggiorazione contributiva agli invalidi: come, a chi e quando presentarla per ottenere l’agevolazione prevista dalla legge?

Esempi di maggiorazione contributiva

Ad esempio, se un lavoratore invalido al 75 per cento ha lavorato 6 anni in queste condizioni, al momento della liquidazione della pensione potrà presentare domanda per ricevere un altro anno di contributi (2 mesi all’anno, 12 mesi di contributi per 6 anni di lavoro).

Se gli anni di lavoro sono 30, si potranno richiedere 5 anni di contributi aggiuntivi – il massimo possibile – attraverso questo calcolo: 2 mesi all’anno, 60 mesi di contributi (5 anni) per 30 anni di lavoro.

Se i periodi lavorati sono inferiori all’anno, si ha diritto a una maggiorazione pari a 1/6 per ogni settimana di lavoro svolto.

Attenzione, però: la maggiorazione contributiva si ottiene soltanto sui periodi di attività effettivamente prestati presso la pubblica amministrazione, le aziende private o le cooperative.

Cosa significa? Che sono esclusi dal conteggio i periodi coperti da contribuzione figurativavolontaria o da riscattonon correlato all’attività lavorativa.  

Invalidità civile al 75 per cento e dipendenti pubblici
Invalidità civile 75 per cento dipendenti pubblici

La domanda

Per vedersi riconoscere il beneficio è necessario presentare domanda al momento della liquidazione della pensione o del supplemento di pensione.

Alla domanda di maggiorazione contributiva e invalidità civile vanno presentati questi documenti:

  • Invalidi di guerra, civili di guerra e per causa di servizio nel rapporto di pubblico impiego con le Amministrazioni statali o gli enti locali: una copia del provvedimento amministrativo di concessione dal quale risulti che le lesioni ed infermità riscontrate rientrino nelle prime quattro categorie di cui al DPR 834 del 1981;
  • invalidi del lavoro: la documentazione rilasciata dall’INAIL.

L’INPS impiegherà non più di 30 giorni per lavorare il provvedimento, ma in alcuni casi previsti dalla legge potrebbero volerci anche più di 30 giorni.

FAQ (domande e risposte)

Un dipendente pubblico ha diritto alla pensione anticipata?

Sì, i dipendenti pubblici possono accedere alla pensione anticipata secondo le normative in vigore. La pensione anticipata è un’opzione disponibile per coloro che abbiano raggiunto un’età minima e un determinato numero di anni di contributi. Le regole possono variare a seconda della categoria di appartenenza e del regime pensionistico, quindi è importante informarsi sulle specifiche del proprio caso.

Un dipendente pubblico invalido al 75 per cento può richiedere la Legge 104?

Assolutamente sì! I dipendenti pubblici che presentano un’invalidità riconosciuta al 75 per cento possono beneficiare della Legge 104, nota anche come “legge sulle agevolazioni per i disabili“. Questa legge offre diversi vantaggi, tra cui permessi retribuiti per l’assistenza alla persona disabile, agevolazioni fiscali, e altre misure volte a garantire i diritti e il benessere delle persone con disabilità.

Ho diritto alla scelta della sede di lavoro se sono dipendente pubblico invalido?

Sì, i dipendenti pubblici invalidi hanno diritto alla scelta della sede di lavoro, in base alle disposizioni previste dalla legge. La normativa tutela i diritti dei dipendenti pubblici con disabilità e consente loro di richiedere la collocazione in un ambiente lavorativo che sia adeguato alle loro esigenze e alle loro condizioni fisiche.

Posso rifiutare il trasferimento di sede se sono dipendente pubblico invalido?

Sì, i dipendenti pubblici invalidi hanno il diritto di rifiutare un trasferimento di sede se questo comporta un notevole disagio o se non è compatibile con la loro situazione di disabilità. La legge prevede protezioni specifiche per i dipendenti pubblici con disabilità, garantendo che i trasferimenti di sede non ledano i loro diritti e il loro benessere.

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