Se hai un’insufficienza renale cronica e hai bisogno di sottoporti a dialisi, quali sono i sostegni previsti per te? Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento o viene riconosciuta solo l’invalidità civile? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Chi ha un’insufficienza renale cronica soffre di una patologia che permette il riconoscimento dell’invalidità civile.
Tuttavia, i medici sono restii a riconoscere un’invalidità al 100%. Stando così le cose, chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Cerchiamo di capirlo in questo approfondimento.
Indice
- Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento?
- Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Domanda per l’accompagnamento
- Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? L’assegno di accompagnamento
- Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Sostegni per dializzati
- Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Rimborso per terapia domiciliare, ospedaliera e trasporto dializzati
- Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Esenzione per dializzati
- Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Aiuti e sostegni a lavoro per dializzati
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Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento?
L’insufficienza renale cronica è una patologia debilitante, che porta a sottoporsi a un trattamento terapeutico altrettante debilitante: la dialisi. Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento?
La malattia renale cronica che evolve al V° stadio dell’insufficienza renale cronica, porta al coinvolgimento di quasi tutti gli organi e gli apparati.
I soggetti con insufficienza renale cronica in dialisi presentano ipertensione arteriosa, compromissione cardiovascolare, iperparatiroidismo secondario e/o terziario, osteodistrofia uremica, anemia, disturbi gastrointestinali, polmonari e neurologici, ecc.
Eppure, nonostante tutte queste manifestazioni, le commissioni mediche sono restie a riconoscere sia l’invalidità civile (art. 12 legge 118/71) che l’indennità di accompagnamento (art. 1 legge 18/1980).
L’invalidità al 100%, nello specifico – che poi è quella che dà diritto all’accompagnamento – viene riconosciuta con grande difficoltà.
L’accompagnamento, infatti, viene riconosciuto a chi presenta difficoltà nel deambulare da solo o nel compiere i normali atti della vita quotidiana.
Un soggetto con insufficienza renale cronica in dialisi, potendo nella maggioranza dei casi deambulare da solo e provvedere alle necessità primarie della vita quotidiana, difficilmente otterrà un’invalidità al 100% e l’accompagnamento. E anche se l’invalidità totale viene riconosciuta, l’accompagnamento sembra una chimera, per le motivazioni che abbiamo appena evidenziato.
Tuttavia, il riconoscimento dell’accompagnamento non è escluso del tutto. È la commissione medica dell’Asl che, caso per caso, decide se un soggetto in dialisi ha bisogno di assistenza continua perché non riesce a compiere da solo gli atti normali della vita quotidiana.
Insomma, la questione è per così dire “aperta”. Potremmo sintetizzare dicendo: chi è in dialisi può avere l’accompagnamento, ma solo se gli viene riconosciuta un’invalidità totale e se la commissione dell’Asl riscontra difficoltà di deambulazione senza assistenza e nel compiere atti normali della vita quotidiana.
Una volta chiarito se chi è in dialisi può avere l’accompagnamento, cerchiamo di capire come va richiesto il sussidio.
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Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Domanda per l’accompagnamento
Abbiamo visto che chi è in dialisi può richiedere l’accompagnamento, ma solo in presenza di determinate condizioni sanitarie.
La procedura per richiedere l’accompagnamento è la seguente:
- per prima cosa, bisogna contattare il proprio medico curante per far redigere il certificato medico introduttivo, che lui stesso invierà telematicamente all’Inps;
- successivamente, bisogna inoltrare la domanda per l’accertamento sanitario. Da ottobre 2022, può farlo direttamente il medico curante, ma se si preferisce, la si può presentare personalmente, accedendo al sito web Inps con le proprie credenziali, o affidandosi a un Caf o a un patronato;
- una volta inviata la domanda, si verrà chiamati a visita sanitaria da parte di una commissione medica dell’Asl;
- la visita consisterà nella verifica della documentazione sanitaria prodotta. Alla fine, verrà rilasciato il verbale di invalidità, in cui verrà riportata la percentuale di invalidità e il diritto o meno a ottenere l’accompagnamento.
Se ti viene riconosciuto l’accompagnamento, puoi beneficiare dell’assegno mensile relativo: ne parliamo nel prossimo paragrafo.
Indennità di accompagnamento addio: la misura di sostegno verrà sostituita, lo prevede il decreto sulla non autosufficienza. Al suo posto, una prestazione graduata sui reali bisogni dell’assistito: leggi tutte le novità in questo approfondimento.
Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? L’assegno di accompagnamento
Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento e può aver diritto all’assegno mensile.
L’assegno di accompagnamento, secondo la legge, non può essere ottenuto solo attraverso il riconoscimento di una grave disabilità, ma servono altri requisiti:
- riconoscimento della totale inabilità (100%) per minorazioni fisiche o psichiche;
- impossibilità a deambulare in autonomia o incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua.
L’importo dell’assegno di accompagnamento, per il 2022, è pari a 528,94 euro al mese per 12 mensilità.
La somma erogata dall’Inps ha un duplice scopo: aiutare il disabile a coprire le spese per medicine e attrezzi necessari al suo sostentamento, e permettere al disabile di ottenere assistenza da parte di una badante.
Se non hai i requisiti per richiedere l’accompagnamento, in quanto dializzato hai comunque diritto a dei sostegni: vediamo quali sono.
L’indennità di accompagnamento è compatibile col lavoro? Ne parliamo in questo articolo.
Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Sostegni per dializzati
Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento, ma purtroppo è molto difficile ottenerlo, per i motivi che ti abbiamo spiegato nei precedenti paragrafi.
Tuttavia, in quanto dializzato, hai comunque diritto a una serie di sostegni. La dialisi, infatti, è un trattamento difficile da sostenere per una persona ed è provante dal punto di vista fisico e psicologico.
Per i dializzati sono quindi disponibili diversi aiuti, ovvero:
- rimborsi per terapia domiciliare, ospedaliera e trasporto;
- esenzione per dializzati;
- riconoscimento dell’invalidità;
- aiuto e sostegni a lavoro per dializzati.
Per quanto riguarda il riconoscimento dell’invalidità e la procedura per richiederla, ne abbiamo parlato nei precedenti paragrafi. Andiamo adesso a vedere gli altri aiuti nel dettaglio.
Ci sono limiti di età per l’accompagnamento? Ecco la risposta.

Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Rimborso per terapia domiciliare, ospedaliera e trasporto dializzati
Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento, ma è più facile che ottenga il rimborso per terapia domiciliare, ospedaliera e il trasporto.
L’Asl, infatti, riconosce ai dializzati il rimborso per terapie e il trasporto con mezzi propri. In pratica, il dializzato ha diritto al rimborso delle spese di trasporto sostenute per fare la dialisi non domiciliare. Queste riguardano il tragitto di andata e ritorno domicilio – centro dialisi e per il trasporto effettuato con autoambulanza.
È previsto, inoltre:
- il rimborso totale del costo del biglietto se il trasferimento avviene con mezzi pubblici;
- il rimborso in base a tariffa chilometrica se il trasferimento avviene con auto pubblica o con vettura privata.
Per quanto riguarda il rimborso per dialisi domiciliare è previsto un contributo forfetario mensile o annuale per chi fa emodialisi, per le spese sostenute per l’uso di apparecchiature di dialisi, e contributo forfetario mensile per chi fa la dialisi peritoneale come sostegno per spese per l’energia elettrica.
Chi, invece, fa dialisi extracorporee ambulatoriali presso le strutture pubbliche o private nazionali ha diritto al rimborso totale del costo di ogni singolo trattamento e in tal caso serve l’autorizzazione preventiva da parte dell’Asl di appartenenza.
Quali malattie danno diritto all”indennità di accompagnamento? Ne parliamo in questo articolo.
Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Esenzione per dializzati
Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento, ma è più facile ottenere l’esenzione delle spese mediche e sanitarie.
In particolare, l’esenzione è prevista per i pazienti affetti da insufficienza renale che fanno la dialisi e hanno il codice 023, esenzione per insufficienza renale cronica, valido per tutte le prestazioni necessarie per il monitoraggio delle patologie associate, per eventuali complicazioni, la riabilitazione e la prevenzione di ulteriori peggioramenti della malattia.
Ti mostriamo quali sono gli obblighi dell’accompagnatore e cosa deve fare chi si prende cura di una persona invalida non autosufficiente.
Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento? Aiuti e sostegni a lavoro per dializzati
Chi è in dialisi può avere l’accompagnamento, ma solo in presenza di determinate condizione sanitarie, di cui ti abbiamo parlato.
La persona dializzata ha però diritto ad altri sostegni, tra cui anche quelli relativi all’attività lavorativa.
La persona dializzata cui viene riconosciuta un’invalidità superiore al 45%, se disoccupata può iscriversi alle liste di collocamento mirato del proprio Comune di residenza, misura per sostenere le categorie protette nell’ingresso del mondo del lavoro o per un loro ricollocamento nello stesso.
Alcuni contratti di lavoro, prevedono poi agevolazioni per chi si assenta per la dialisi, così come per sostenere qualsiasi altro tipo di terapia salvavita, mentre generalmente le assenze dal lavoro per visite di controllo o per sedute dialitiche rientrano nelle normali assenze per malattia, che sono previste da tutti i contratti nazionali di lavoro.
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