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INDICE
- Indennità di accompagnamento: nessuna eccezione
- Indennità di accompagnamento: guidare veicoli
- Indennità di accompagnamento: lavoro
- Indennità di accompagnamento: categorie protette
- Indennità di accompagnamento: requisiti
- Importo
- Domanda
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La domanda sembra quasi paradossale, soprattutto se ricordiamo quali sono i requisiti sanitari necessari per avere diritto a questo sostegno economico.
Infatti l’indennità di accompagnamento (qui trovi la guida) viene riconosciuta alle persone che rientrano in queste due categorie:
- non sono più in grado di deambulare senza il sostegno costante di un’altra persona;
- non sono più capaci di svolgere gli atti quotidiani della vita da soli.
Su questo argomento potrebbe interessarti un articolo che spiega quando si perde l’indennità di accompagnamento; o quali sono le patologie più frequenti che danno diritto a questo sostegno; e quando il 100% di invalidità non basta per avere accesso all’indennità.
Indennità di accompagnamento: nessuna eccezione
In pratica persone con una disabilità tale da non essere più autonome. Questo però non significa di fatto che chi è in queste condizioni non abbia la possibilità di guidare o lavorare.
In realtà, per essere chiari, tra le misure di sostegno per persone con disabilità solo la pensione per l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa esclude del tutto (già dal nome) la possibilità che il beneficiario possa continuare ad avere una occupazione.
Le altre consentono tutte di continuare a lavorare, laddove è possibile e a determinate condizioni (anche riferite all’aspetto reddituale).
L’indennità di accompagnamento non fa eccezione.
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Indennità di accompagnamento: guidare veicoli
Partiamo dalla guida. Come sapete per alcune invalidità il permesso di guida viene del tutto escluso, come per i ciechi assoluti o per chi soffre di forme di epilessia resistenti ai farmaci. Ma non esiste alcun divieto specifico per chi ha avuto il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento.
Il semplice fatto che questo sostegno economico venga erogato a chi, tra l’altro, è invalido al 100%, non significa di fatto che la persona con disabilità non sia in grado di guidare un veicolo.
Di certo verrà analizzato caso per caso. Ovvero dovrà essere stabilita dalle commissioni l’eventuale idoneità.
Dipende dunque dalle condizioni mediche ma di fatto non c’è una esclusione.
Leggi quali sono gli aumenti previsti sull’importo dell’accompagnamento a ottobre 2022.
Indennità di accompagnamento: lavoro
Proprio come per la guida, non c’è alcun divieto a svolgere una attività lavorativa. E se la persona invalida ne è capace non perde neppure il diritto a ricevere l’indennità di accompagnamento che è una misura di sostegno slegata da un requisito di reddito.
In pratica, il non essere in grado di deambulare da solo o il non essere capace di compiere gli atti quotidiani della vita non può precludere alla persona con invalidità il diritto, se può, di continuare a svolgere una attività lavorativa e quindi di percepire uno stipendio.
In questo caso sarà però opportuno iscriversi alle liste speciali per il collocamento mirato del centro per l’impiego.
Indennità di accompagnamento: categorie protette
Questo potrebbe consentire alla persona che riceve l’indennità di accompagnamento di essere assunta grazie alla Legge 68 del 1999 che tutela tutte le categorie protette e consente di assumere anche con sgravi e agevolazioni a vantaggio del datore di lavoro.
Ma del resto, anche una persona disabile grave con la Legge 104 (articolo 3, comma3) può continuare a lavorare. E c’è di più: potrebbe anche accudire un’altra persona con disabilità grave.
E non solo. Come ovvia conseguenza chi riceve l’indennità di accompagnamento, in caso di licenziamento o di dimissioni per giusta causa può anche ricevere la Naspi.
Non è facile immaginare che chi ha difficoltà a deambulare da solo (uno dei requisiti sanitari previsti per l’accompagnamento) può comunque svolgere un lavoro da scrivania.
Indennità di accompagnamento: requisiti
Ma ricordiamo in breve quali sono i requisiti, gli importi e come si presenta la domanda per ottenere l’indennità di accompagnamento.
Partiamo dai requisiti, sono questi:
- riconoscimento (da parte di una commissione Asl) dell’inabilità totale e permanente (100%);
- riconoscimento (da parte di una commissione Asl) dell’impossibilità a deambulare autonomamente senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
- riconoscimento dell’impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua;
- residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
- cittadinanza italiana;
- per i cittadini stranieri comunitari: iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
- per i cittadini stranieri extracomunitari: permesso di soggiorno di almeno un anno (art. 41 TU immigrazione);
- residenza stabile e abituale sul territorio nazionale.
Indennità di accompagnamento: importo
Invece questo è l’importo mensile previsto.
L’indennità di accompagnamento viene erogata per 12 mensilità. Inizia a decorrere dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.
In alcuni casi la data di decorrenza può essere indicata dalle commissioni sanitarie nel verbale per il riconoscimento dell’invalidità civile.
Il pagamento dell’indennità di accompagnamento viene sospesa in caso di ricovero dell’assistito, per un periodo superiore a 29 giorni, in una struttura a totale carico dello Stato.
L‘importo per l’indennità di accompagnamento nel 2022 è di 525,17 euro.

Indennità di accompagnamento: domanda
Vediamo ora quando bisogna presentare la domanda per l’indennità di accompagnamento.
Come detto è preliminare il riconoscimento di disabilità grave (incapacità a deambulare da solo e/o a compiere gli atti quotidiani della vita) da parte una commissione medico legale,
Nella domanda bisogna inserire anche:
- i dati socio economici;
- eventuali ricoveri;
- svolgimento di attività lavorative;
- indicazioni delle modalità di pagamento e della delega alla riscossione (in favore di un terzo o di associazioni).
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