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Indice
Invalidità civile al 70 per cento e pensione anticipata: è possibile?
Con un’invalidità civile al 70 per cento si ha diritto alla pensione anticipata?
Il nostro sistema previdenziale permette ai lavoratori invalidi civili di uscire in anticipo dal mondo del lavoro.
Ma una delle condizioni da rispettare è l’essere stati riconosciuti invalidi civili con una percentuale di riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%.
Detta così, non ci sarebbe alcuna possibilità per i lavoratori invalidi al 70% di anticipare di qualche anno la pensione. In realtà, c’è solo una soluzione per evitare l’uscita al compimento dell’età pensionabile: l’Assegno ordinario di invalidità.
Ci sono poi categorie di cittadini che possono andare in pensione con cinque anni di anticipo. È importante rispettare determinati ben definiti dalla normativa vigente.
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Assegno ordinario di invalidità: requisiti
L’Assegno ordinario di invalidità è una prestazione di tipo previdenziale erogata dall’INPS ai lavoratori con una riduzione della capacità lavorativa ridotta a un terzo (dal 67% di invalidità a salire).
Quindi può essere tranquillamente richiesta e ottenuta con il 70% di invalidità riconosciuta, ma a condizione che si abbia un’anzianità contributiva di almeno 5 anni, di cui almeno 3 anni versati nel quinquennio antecedente alla domanda per l’Assegno.
L’Assegno ordinario di invalidità a chi spetta?
Possono fare domanda per l’Assegno ordinario di invalidità:
- i lavoratori dipendenti privati;
- i lavoratori autonomi;
- i lavoratori iscritti alla Gestione Separata.
Non spetta, invece, ai lavoratori dipendenti pubblici, ai quali lo Stato consente di accedere ad altre misure: la pensione per inabilità alle mansioni e la pensione per inabilità al proficuo lavoro.
Assegno ordinario di invalidità: come funziona?
L’Assegno ordinario di invalidità ha una durata di 3 anni. Prima della scadenza, per rinnovare la prestazione, il beneficiario deve presentare una nuova domanda e sottoporsi a una visita di controllo per valutare le sue condizioni di salute.
Dopo 3 rinnovi consecutivi, la prestazione spetta automaticamente, ma l’INPS può riservarsi di convocare l’interessato a visita di revisione. Il beneficiario stesso può richiedere una visita di controllo, nel caso in cui le sue condizioni di salute dovessero essere peggiorate a tal punto da avere diritto alla pensione di inabilità lavorativa.
Ricordiamo che, a differenza della pensione di inabilità lavorativa, con l’Assegno ordinario di invalidità si può continuare a lavorare e cumulare il reddito da lavoro con il reddito da pensione.
Invalidità civile al 70 per cento e pensione anticipata: a cosa non si ha diritto?
Con il 70% di invalidità, però, non sarà possibile richiedere nessun’altra pensione anticipata.
Non si ha diritto:
- all’Ape Sociale (occorre il 74% di invalidità);
- a Opzione Donna (occorre il 74% di invalidità);
- a Quota 41 per lavoratori precoci (occorre il 74% di invalidità);
- alla pensione di vecchiaia per invalidità civile (occorre l’80% di invalidità).
Perché non si ha diritto all’Ape Sociale?
L’Ape Sociale è un anticipo pensionistico che l’INPS eroga, tra gli altri, ai lavoratori invalidi civili con una percentuale minima del 74% di invalidità.
Spetta a partire dai 63 anni di età e accompagna il lavoratore fino all’età per la pensione. A seconda della categoria di beneficiari (disoccupati, caregiver, invalidi, lavoratori edili e ceramisti, lavoratori impiegati in mansioni gravose), si ha diritto all’Ape Sociale con una differente anzianità contributiva.
Agli invalidi civili è consentita l’uscita con 30 anni di contributi versati. Se donne, si ha diritto a uno sconto contributivo di uno o due anni, a seconda dei figli avuti: un anno in meno di contributi con un figlio; due anni in meno di contributi con due o più figli avuti.
L’importo dell’Ape Sociale è pari al valore dell’assegno pensionistico maturato al momento della presentazione della domanda.
Perché non si ha diritto a Opzione Donna?
Con un’invalidità del 70% non si ha diritto neppure a Opzione Donna, che dal 1° gennaio 2023 spetta esclusivamente alle donne licenziate o dipendenti di grandi aziende in crisi economica; alle caregiver e alle invalide civili dal 74% a salire.
Si può presentare domanda, in possesso dei requisiti sanitari richiesti, al compimento dei 60 anni di età, con 35 anni di contributi versati.
Se l’interessata ha avuto un figlio ha diritto a uno sconto anagrafico di un anno (uscita a 59 anni); se ne ha avuti due o più di due ha diritto a uno sconto anagrafico di due anni (uscita a 58 anni).
Perché non si ha diritto a Quota 41?
Anche Quota 41 per lavoratori precoci è negata a chi si è visto riconoscere un’invalidità civile al 70%.
Questa prestazione spetta, tra gli altri, ai lavoratori invalidi con una percentuale di riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, con 41 anni di contributi versati, di cui almeno uno maturato prima di compiere 19 anni.
Perché non si ha diritto alla pensione di vecchiaia per invalidi civili?
Nessuna possibilità di uscita neppure con la pensione di vecchiaia per invalidi civili, prestazione riservata ai lavoratori in possesso di almeno 20 anni di contributi, con una percentuale di invalidità pari o superiore all’80%.
Questo tipo di pensione è accessibile soltanto ai dipendenti del settore privato, con un’età differente a seconda del sesso: gli uomini possono accedervi con 61 anni di età, le donne con 56 anni di età, rispettando una finestra mobile di 12 mesi.

Faq sulla pensione anticipata con invalidità civile
Posso accedere alla pensione anticipata se percepisco l’Assegno ordinario di invalidità?
Purtroppo, chi percepisce l’Assegno ordinario di invalidità non può accedere alla pensione anticipata. Questa possibilità è accessibile solo se non si rinnova l’Assegno ordinario di invalidità alla scadenza dei 3 anni. In caso contrario, è preclusa la possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni.
La pensione di vecchiaia anticipata per lavoratori invalidi è valida per tutti i lavoratori?
No, questa prestazione è riservata solo ai lavoratori dipendenti del settore privato. Sia i lavoratori autonomi che i dipendenti della pubblica amministrazione sono esclusi.
L’assegno ordinario di invalidità può trasformarsi in pensione?
Sì, l’Assegno ordinario di invalidità si trasforma automaticamente in pensione di vecchiaia ordinaria o anticipata, al raggiungimento dei requisiti previsti, ma non in pensione anticipata.
Posso lavorare e nello stesso tempo percepire l’assegno ordinario di invalidità?
Sì, l’Assegno ordinario di invalidità può essere cumulato con i redditi da lavoro, ma ci sono dei limiti. Se il reddito da lavoro è fino a 4 volte il minimo INPS, l’assegno è cumulabile al 100%; se il reddito da lavoro è superiore a 4 volte il minimo INPS, l’assegno è cumulabile al 75%, cioè viene ridotto del 25%; se il reddito da lavoro è superiore a 5 volte il minimo INPS, l’Assegno ordinario di invalidità viene ridotto del 50%. La somma dei redditi non può comunque essere inferiore a quella che avrebbe percepito il contribuente se fosse rimasto entro i limiti della soglia precedente.
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