Per trasformare l’assegno ordinario in pensione basta solo aver raggiunto 67 anni di età? L’importo viene modificato? In base a cosa viene calcolato il nuovo importo della pensione? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
Per i lavoratori del settore privato (autonomi o dipendenti), la Legge Fornero prevede la possibilità di trasformare l’assegno ordinario in pensione d’ufficio, ovvero senza necessità di presentare domanda, ma solo al perfezionamento dei requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla stessa Legge.
Vediamo quindi quali sono questi requisiti e quali i vantaggi di questo passaggio automatico.
Indice
- Quando si può trasformare l’assegno ordinario in pensione?
- Cosa succede nel trasformare l’assegno ordinario in pensione?
- Posso trasformare l’assegno ordinario in pensione anticipata?
- Quali sono i vantaggi nel trasformare l’assegno ordinario in pensione?
- Trasformare l’assegno ordinario in pensione: AOI e pensione di vecchiaia
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Quando si può trasformare l’assegno ordinario in pensione?
Si può trasformare l’assegno ordinario in pensione al raggiungimento dei 67 anni di età (età pensionabile) e di 20 anni di contribuzione.
Con questi requisiti, l’INPS procede in automatico con la trasformazione della prestazione in pensione di vecchiaia. Questo vuol dire che non c’è necessità di presentare domanda.
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Cosa succede nel trasformare l’assegno ordinario in pensione?
Nel trasformare l’assegno ordinario in pensione, come abbiamo detto, l’INPS verifica d’ufficio i requisiti anagrafici e contributivi del titolare della prestazione.
Se sussistono entrambi i requisiti (67 anni e 20 anni di contributi), provvede alla trasformazione dell’assegno.
I periodi di godimento dell’assegno nei quali non sia stata prestata attività lavorativa, si considerano utili ai fini del perfezionamento del diritto alla pensione di vecchiaia ma non sono calcolabili ai fini della determinazione della misura della pensione stessa.
Per esempio: se hai ricevuto l’assegno di invalidità con 15 anni di contributi e per 10 anni lo hai riscosso senza aver mai prestato attività lavorativa, ai fini del diritto alla pensione di vecchiaia l’INPS ti accrediterà 25 anni di anzianità contributiva, consentendoti di guadagnare la pensione di vecchiaia una volta raggiunti i 67 anni di età.
La pensione di vecchiaia, però, per determinare l’importo dell’assegno mensile, sarà calcolata esclusivamente sui 15 anni effettivamente versati, senza tener conto dei 10 anni in cui non hai svolto attività lavorativa.
Ti ricordiamo che l’agevolazione relativa ai contributi figurativi, interessa solo i lavoratori dipendenti e non gli autonomi (Cass. Civ. Sez. Lav. 17750/2010 e articolo 1, comma 6 della Legge 222/1984).
Come rinunciare all’assegno ordinario d’invalidità? Scopri se è possibile farlo e in quali casi si può rinunciare alla prestazione.
Posso trasformare l’assegno ordinario in pensione anticipata?
No, a seguito di quanto stabilito dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (Cass. Civ. SS. UU. 9492/2004) non è possibile trasformare l’assegno ordinario in pensione anticipata.
Se quindi hai raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi, non puoi trasformare l’assegno ordinario in pensione anticipata.
Ti ricordiamo che l’età per la trasformazione in pensione di vecchiaia può essere anticipata, per i soli dipendenti del settore privato, anche all’età di 61 anni e a 56 anni per le donne (più 12 mesi di finestra mobile) portatori o portatrici di un’invalidità pari o superiore all’80%, come stabilito dall’articolo 1, comma 8 del Dlgs 503/1992.
Vediamo come funzionano pensione di inabilità e contributi figurativi, ovvero se puoi utilizzare gli anni in cui hai percepito la prestazione per il raggiungimento della pensione di vecchiaia.
Quali sono i vantaggi nel trasformare l’assegno ordinario in pensione?
I vantaggi nel trasformare l’assegno ordinario in pensione di vecchiaia sono i seguenti:
- non rischierai più di vederti revocato l’assegno per il venir meno del requisito sanitario connesso alla prestazione, ovvero la perdita o la riduzione della capacità lavorativa;
- potrai cumulare senza limiti la pensione con eventuali redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo;
- in caso di decesso, i tuoi eredi avranno diritto alla pensione di reversibilità (l’assegno ordinario non è invece reversibile).
Per concludere, ricordiamo quali sono le caratteristiche dell’assegno ordinario e della pensione di vecchiaia.
Differenze fra pensione di vecchiaia e pensione anticipata: quali sono? Ecco una panoramica completa su tutte le possibilità previdenziali a disposizione.

Trasformare l’assegno ordinario in pensione: AOI e pensione di vecchiaia
Dopo aver visto cosa implica e quali sono i vantaggi nel trasformare l’assegno ordinario in pensione di vecchiaia, ricordiamo quali sono le caratteristiche delle due prestazioni.
Assegno ordinario di invalidità
È una prestazione erogata dall’INPS ai lavoratori la cui capacità lavorativa risulti ridotta a meno di un terzo a causa di un’accertata infermità di natura fisica o mentale.
L’assegno ha durata triennale: al termine dei 3 anni, è possibile chiedere il rinnovo della prestazione, formulando una nuova domanda entro la data di scadenza.
Dopo tre riconoscimenti consecutivi, l’assegno diventa definitivo, fermo restando la facoltà dell’INPS di sottoporre l’assegno a revisione: in qualsiasi momento, quindi, l’Istituto può disporre dei controlli medico-legali per verificare che continuino a sussistere le condizioni vincolanti all’erogazione della prestazione economica.
Al compimento dell’età pensionabile, e in presenza di tutti i requisiti, l’assegno ordinario di invalidità è trasformato d’ufficio dall’INPS in pensione di vecchiaia.
I requisiti sanitari richiesti per poter presentare la domanda di assegno ordinario di invalidità sono i seguenti:
capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo, accertata da una Commissione Medico-Legale dell’INPS.
I requisiti amministrativi richiesti, sono, invece:
almeno 260 contributi settimanali (5 anni) di cui 156 (3 anni) maturati nei cinque anni che precedono la presentazione della domanda. Per perfezionare tale requisito contributivo minimo, può essere utilizzata tutta la contribuzione ed anche quella estera maturata in paesi convenzionati con l’Italia.
Pensione di vecchiaia
Il requisito anagrafico per l’accesso a pensione di vecchiaia è fissato attualmente (2023) al raggiungimento dei 67 anni.
Per la pensione di vecchiaia, per tutti i lavoratori autonomi e dipendenti sia del settore privato che pubblico, occorre aver versato almeno 20 anni di contribuzione e aver cessato l’attività lavorativa dipendente in Italia e all’estero.
I lavoratori e le lavoratrici che non riescono a soddisfare tali requisiti possono accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 70 anni se possiedono almeno 5 anni di “contribuzione effettiva” (esclusa la figurativa), indipendentemente dall’importo di pensione maturato.
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