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Chi ha un’invalidità va in pensione prima?
Rispondiamo subito alla domanda di apertura: chi ha un’invalidità va in pensione prima? Assolutamente sì.
La condizione di invalidità dà diritto ad almeno 6 misure previdenziali che permettono di uscire in anticipo dal mondo del lavoro.
Parliamo di:
- Ape Sociale;
- Quota 41 per lavoratori precoci;
- Opzione Donna;
- Pensione di vecchiaia per invalidi;
- Assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità lavorativa;
- Pensione di invalidità per dipendenti pubblici.
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Chi ha un’invalidità va in pensione prima: Ape Sociale
Vi abbiamo già anticipato che chi ha un’invalidità va in pensione prima. Può farlo, ad esempio, con l’Ape Sociale.
L’anticipo pensionistico, che accompagna lavoratori e lavoratrici dai 63 anni di età fino all’età per la pensione di vecchiaia, può essere richiesto se ci si è visti riconoscere una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%.
I lavoratori invalidi possono accedervi con almeno 30 anni di contributi versati. L’importo dell’assegno mensile è pari al valore della pensione maturata al momento in cui si presenta la domanda, ma non può essere superiore a 1.500 euro lordi al mese.
Oltre ai lavoratori e alle lavoratrici invalide, l’Ape Sociale è accessibile ai disoccupati e ai caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave, fino al 2° grado di parentela (con 30 anni di contributi versati), ai lavoratori edili e ai ceramisti (con 32 anni di contributi versati) e ai lavoratori impiegati in mansioni gravose (con 36 anni di contributi versati).
Chi ha un’invalidità va in pensione prima: Quota 41 precoci
L’alternativa all’Ape Sociale è Quota 41 per lavoratori precoci. Rispetto all’anticipo pensionistico sopra elencato, per accedervi non ci sono limiti anagrafici, basta aver maturato almeno 41 anni di contributi, di cui uno prima di compiere 19 anni di età.
A Quota 41 per lavoratori precoci possono accedere: i disoccupati, i caregiver e i lavoratori impiegati in mansioni gravose, oltre ai lavoratori impiegati in mansioni usuranti o in orari notturni e, infine, i lavoratori invalidi, con una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%.
Chi ha un’invalidità va in pensione prima: Opzione Donna
Chi ha un’invalidità va in pensione prima anche con Opzione Donna. Dal 1° gennaio 2023, la misura per le donne lavoratrici può essere richiesta soltanto se in possesso di requisiti particolarmente stringenti.
Tra le potenziali beneficiarie, oltre alle lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi economica e alle caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare disabile grave, troviamo anche le lavoratrici invalide con una percentuale pari o superiore al 74%.
Per presentare domanda è necessario aver compiuto 60 anni di età e versato 35 anni di contributi. Si ha diritto a uno sconto anagrafico di uno o due anni in presenza di figli: si va in pensione con Opzione Donna a 59 anni (con un figlio avuto) o a 58 anni (con due o più figli avuti).
Chi ha un’invalidità va in pensione prima: pensione di vecchiaia per invalidi
La pensione di vecchiaia per invalidi civili è un’altra soluzione previdenziale anticipata accessibile ai lavoratori e alle lavoratrici invalidi/e.
A differenza delle precedenti tre misure, per accedervi è necessario aver subito una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore all’80% (invalidità pensionabile) e almeno 20 anni di contributi versati.
Gli uomini possono fare domanda al compimento dei 61 anni di età, le donne a 56 anni di età. Se l’invalidità colpisce la vista, i requisiti contributivi si abbassano a 56 anni per gli uomini e a 51 anni per le donne.
La decorrenza della pensione scatta dopo 12 mesi: gli uomini andranno effettivamente in pensione a 62 anni, le donne a 57 anni.
Attenzione, però: la misura è accessibile soltanto ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti del settore privato. Sono esclusi i dipendenti pubblici e gli autonomi.

Chi ha un’invalidità va in pensione prima: AOI e pensione di inabilità
Con un’invalidità pari o superiore a 2/3 si ha diritto all’Assegno ordinario di invalidità, mentre con un’invalidità totale (100%) si può presentare domanda per la pensione di inabilità lavorativa.
Le due misure sono accessibili con almeno 5 anni di contributi versati, di cui almeno 3 versati negli ultimi 5 anni prima della domanda di pensione. Possono fare domanda i lavoratori dipendenti, parasubordinati e autonomi iscritti all’AGO dell’INPS.
Chi ha un’invalidità va in pensione prima: pensione per dipendenti pubblici
L’Assegno ordinario di invalidità e la pensione di inabilità sono due prestazioni non percepibili dai dipendenti della pubblica amministrazione.
Per loro sono previste altre tre tipologie di pensione anticipata:
- pensione di inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa: (incapacità di svolgere qualsiasi lavoro; servono 5 anni di contributi di cui almeno 3 versati nel quinquennio che precede la domanda);
- pensione per inabilità assoluta e permanente a qualsiasi proficuo lavoro: (incapacità a svolgere qualsiasi lavoro remunerativo con continuità; servono almeno 14 anni 11 mesi e 16 giorni di servizio svolto);
- pensione di inabilità assoluta e permanente alle mansioni svolte: (prepensionamento che spetta ai dipendenti pubblici colpiti da disabilità permanente che non permette di svolgere la propria mansione. L’amministrazione può collocare il dipendente ad un’altra mansione, con lo stesso livello retributivo, ma se non dovesse essere individuata un’altra posizione per il lavoratore, questi viene collocato a riposo e dispensato dal servizio; servono 19 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio svolto ai dipendenti di enti locali e 14 anni, 11 mesi e 16 giorni di contribuzione per i dipendenti delle amministrazioni statali).
È possibile andare prima in pensione anche se si svolgono determinati lavori usuranti, previsti e definiti dalla Pubblica Amministrazione.
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