Contributi badanti: raddoppia la deduzione

Contributi badanti: raddoppia la deduzione per la famiglie. Il governo prova a inserire nella Legge di Bilancio la norma esclusa all’ultimo istante nel decreto Lavoro di maggio. Sarebbe un piccolo aiuto alle famiglie in difficoltà dopo che a gennaio sono scattati gli aumenti di stipendio per le collaboratrici domestiche.
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23/9/23

Contributi badanti, il governo ci riprova: nella prossima Legge di Bilancio si vuole introdurre la misura che agevola le famiglie. È la terza volta che l’esecutivo promette questo beneficio: vediamo di cosa si tratta e se questa potrebbe essere la volta buona. (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Contributi badanti: famiglie in difficoltà

Le famiglie che hanno bisogno dell’aiuto di una badante sono in grande difficoltà. Soprattutto dopo che da gennaio è scattato per le collaboratrici domestiche l’aumento dello stipendio (e di conseguenza dei contributi previdenziali) del 9,2%.

La spesa per tanti nuclei familiari è diventata insostenibile. C’è chi ha rinunciato, chi ha scelto la strada pericolosa del lavoro nero.

Le associazioni di categoria hanno sollecitato più volte il governo: le deduzioni e le detrazioni sono l’unica strada percorribile per rendere la spesa meno onerosa. O meglio: l’unica praticabile in tempi stretti e che non pesa in modo consistente sui conti pubblici (anche perché bisogna considerare quello che rientra con l’emersione del nero).

Contributi badanti: la riforma dell’assistenza

Ma c’è da considerare anche un altro aspetto che dovrebbe spingere il governo a introdurre l’agevolazione fiscale per le famiglie che hanno alle dipendenze una badante: la prossima riforma dell’assistenza e in particolare nella parte che riguarda le persone non autosufficienti (quelle che cioè hanno più bisogno di una collaboratrice domestica).

Si punta a sostenere l’assistenza domiciliare. Ma per farlo bisogna mirare a due obiettivi:

  • le agevolazioni per chi assume una badante;
  • un sostegno ai caregiver familiari che, impegnati nell’assistenza, non possono lavorare (in questo caso si discute di un eventuale contributo economico e di una contribuzione figurativa valida per la maturazione del diritto alla pensione).

Le agevolazioni per l’assunzione di una badante si incrociano con un dato che è stato diffuso nei giorni scorsi: l’aumento delle collaboratrici domestiche italiane

Un incremento record, che potrebbe essere ulteriormente alimentato proprio dalla decontribuzione.

Un Paese sempre più vecchio

Ma non solo: l’Italia fa i conti anche con l’invecchiamento costante della popolazione. Fra una decina di anni il numero degli anziani avrà una percentuale sempre più rilevante rispetto alla popolazione complessiva.

Se il governo non inizia già ora a muoversi nella giusta direzione si rischia di innescare a breve una vera emergenza sociale.

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Contributi badanti: la proposta del governo

Il governo ha avanzato la proposta di recuperare la deduzione dei contributi previdenziali versati per il personale domestico e all’assistenza familiare. L’idea è di raddoppiare la cifra deducibile, da 1.549,37 euro a 3.000 euro. Questa modifica sembra davvero necessaria, soprattutto considerando che il limite corrente risale al lontano 2000.

Cosa si prevedeva nella bozza del Decreto Lavoro

Nella bozza del Decreto Lavoro di maggio erano state previste alcune novità, tra cui appunto il raddoppio della soglia deducibile. Questa misura era stata proposta per aiutare le famiglie a far fronte agli aumenti contrattuali avvenuti nel 2023.

Chi avrebbe beneficiato di più?

Grazie ai dati forniti da Assindatcolf, possiamo dire che a beneficiare di più del raddoppio sarebbero state le famiglie che impiegano personale per più di 34 ore settimanali. Vediamo come e perché:

Esempi pratici

  • Per un domestico impiegato 54 ore a settimana, una famiglia deve versare 2.414,88 euro di contributi all’anno. Con la nuova proposta, avrebbe un vantaggio fiscale di 865.51 euro l’anno.
  • Per chi invece ha personale per 40 ore a settimana, con contributi di 1.788,80 euro all’anno, il vantaggio fiscale sarebbe stato di 239,43 euro l’anno.

Le misure che potrebbero davvero aiutare le famiglie

Per alleviare in pieno il peso economico delle famiglie, la soluzione potrebbe non risiedere solo nell’agevolazione sui contributi badanti, ma intervenendo sulla fiscalità legata alle retribuzioni.

Secondo la proposta di Assindatcolf, supportata da molte associazioni di categoria, sarebbe ideale rendere totalmente deducibile il costo del lavoro domestico. Ciò includerebbe:

  1. Contributi versati;
  2. Stipendi;
  3. Ferie pagate;
  4. Tredicesima;
  5. TFR.

Questa misura non solo allevierebbe le famiglie già stremate dai continui rincari, ma contribuirebbe anche a combattere il lavoro nero, molto diffuso in questo settore.

C’è da ricordare che attualmente solo chi ha un reddito al di sotto dei 40mila euro annui e assume una badante per una persona non autosufficiente ha diritto a una detrazione (non deduzione) che ammonta a 399 euro l’anno. Questa cifra è ben lontana dall’effettivo costo dell’assistenza, che può superare i 17mila euro annui in caso di badante in convivenza.

Bonus assunzioni badanti addio

Era stata avanzata l’idea di un bonus assunzione per colf e badanti. Questo bonus avrebbe proposto un esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato di badanti per anziani non autosufficienti di oltre 65 anni. Il bonus sarebbe stato del 100% con un limite di 3.000 euro annui per 36 mesi.

Erano stati anche previsti dei limiti

  1. Il beneficio non sarebbe stato applicato se tra il lavoratore e il datore di lavoro fosse cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di 24 mesi;
  2. Non avrebbe riguardato l’assunzione di parenti o affini.

Ma questo emendamento non ha passato la fase di esame, lasciando le famiglie ancora in attesa di concrete soluzioni.

Il costo delle badanti nel 2023

Per comprendere il motivo della crescente preoccupazione sul tema dei contributi badanti, è necessario analizzare quanto costa veramente assumere una badante oggi.

Costo delle badanti conviventi

Una famiglia che necessita di una badante convivente può optare tra differenti contratti:

  • Badante convivente livello BS: 880,24 euro al mese
  • Badante convivente livello CS: 997,61 euro al mese
  • Badante convivente livello DS: 1232,33 euro al mese

Costo delle badanti non conviventi

Il compenso per una badante non convivente varia in base alle ore lavorate:

  • Badante non convivente livello BS: 6,22 euro l’ora
  • Badante non convivente livello CS: 6,93 euro l’ora
  • Badante non convivente livello DS: 8,33 euro l’ora

Costo delle badanti a ore

Se si desidera una badante solo per poche ore, ecco una stima del costo:

  • Badante livello BS, 5 ore al giorno: fino ad un massimo di 248,80 euro a settimana
  • Badante livello CS, 6 ore al giorno: fino ad un massimo di 277,20 euro a settimana
  • Badante livello DS, 8 ore al giorno: fino ad un massimo di 333,20 euro a settimana

Con questi dati, emerge che il costo medio settimanale per una badante è di circa 280 euro. Se si necessita di assistenza continua, una badante convivente full-time ha uno stipendio di base di 880,24 euro al mese.

Costo delle badanti per assistenza notturna

Molte famiglie optano per badanti solo di notte perché durante il giorno possono gestirsi meglio. I costi variano in base al livello di autosufficienza della persona assistita:

  • Persona non autosufficiente: da un minimo di 1.147,24 euro a un massimo di 1.417,21 euro al mese.
  • Persona autosufficiente: stipendio di 677,78 euro al mese per un massimo di 6 notti a settimana.

Assumere una badante attraverso un’agenzia

Le agenzie specializzate sono una scelta comune quando si cerca una badante. Oltre a selezionare i professionisti, si occupano di buste paghe e contributi. Tuttavia, c’è un sovrapprezzo. Un’alternativa più economica potrebbe essere i CAF, ma in questo caso, la famiglia diventa il datore di lavoro diretto della badante.

Costo di una badante in nero

Assumere badanti in nero può sembrare un modo per risparmiare, ma ci sono rischi significativi. Si perde l’accesso alle deduzioni dal 730 e ci sono potenziali multe che possono variare da 1000 a 8000 euro. Inoltre, senza contratto, non ci sono tutele per nessuna delle parti.

Costi aggiuntivi da considerare

Assumere legalmente comporta altri costi:

  • Contributi previdenziali: si basano su stipendio e ore di lavoro.
  • Vitto e alloggio: per badanti conviventi, 5,61 euro al giorno.
  • Scatti di anzianità: aumento del 4% ogni due anni.
  • Tredicesima: da corrispondere a dicembre.
  • TFR: si accumula ogni giorno di lavoro.

Conclusione

La speranza a questo punto è che almeno le agevolazioni fiscali siano inserite nella Legge di Bilancio. Del resto se la misura è stata proposta per ben tre volte dal governo significa che viene avvertita l’urgenza di aiutare le famiglie.

Non sarebbe davvero comprensibile un altro slittamento. Ovvero, l’esecutivo non può continuare a ritenere la implemento dell’assistenza domiciliare come uno dei cardini delle sanità del prossimo futuro e poi rifiutarsi di investire il minimo indispensabile per una misura che, oltre ad alleviare il peso per le famiglie, si muove proprio in quella direzione.

Contributi badanti: raddoppia la deduzione
Nella foto una badante con la sua assistita.

FAQ (domande e risposte)

Come cambierà la deduzione per i contributi delle badanti?

Il governo sta lavorando per modificare la deduzione dal reddito complessivo dei contributi previdenziali legati agli addetti ai servizi domestici e all’assistenza personale o familiare. L’obiettivo è aumentare le spese deducibili da 1.549,37 euro a 3.000 euro, in considerazione del fatto che il limite precedente era stato stabilito nel 2000.

Perché le famiglie con le badanti sono in difficoltà?

Le famiglie che impiegano badanti sono in difficoltà, in particolare a causa dell’aumento dello stipendio (e conseguentemente dei contributi previdenziali) del 9% a partire da gennaio. Questo ha reso insostenibili i costi per molte famiglie, portando alcune a rinunciare o a rivolgersi al lavoro nero.

Cosa propongono le associazioni per aiutare in concreto le famiglie?

Le associazioni di categoria hanno più volte sollecitato il governo, sostenendo che le deduzioni e le detrazioni sono l’approccio più immediato per ridurre i costi per le famiglie. La proposta di Assindatcolf, sostenuta da altre associazioni, è quella di rendere completamente deducibili i costi del lavoro domestico, inclusi stipendi, ferie, tredicesima e TFR. Questo aiuterebbe non solo dal punto di vista economico, ma anche nella lotta contro il lavoro nero, molto diffuso nel settore.

Caregiver e badanti, cosa si propone la riforma dell’assistenza?

La prossima riforma dell’assistenza punta in particolare a sostenere l’assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti. L’obiettivo è doppio: fornire agevolazioni a chi assume una badante e offrire sostegno ai caregiver familiari che, a causa degli impegni di assistenza, non possono lavorare. Questo sostegno potrebbe tradursi in un contributo economico e in una contribuzione figurativa valida per l’acquisizione del diritto alla pensione.

Quanto costa una badante nel 2023?

I costi delle badanti variano a seconda del tipo di contratto e delle ore di lavoro:

Per una badante convivente con un contratto full time, il costo mensile varia tra 880,24 euro e 1232,33 euro.

Una badante non convivente ha una paga oraria che va dai 6,22 euro ai 8,33 euro, a seconda del livello.

Per una badante a ore, il costo medio settimanale è di circa 280 euro, con una media mensile che può superare i 1.100 euro. Se c’è bisogno di assistenza 24 ore su 24, il costo base per una badante convivente è di 880,24 euro al mese.

Per una badante solo di notte, i costi possono variare tra 1.147,24 euro e 1.417,21 euro al mese, a seconda delle mansioni e del livello di autosufficienza della persona assistita.

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