Come faccio a sapere se sono categoria protetta?

Scopri nel dettaglio come faccio a sapere se sono categoria protetta e usufruire delle agevolazioni per questa categoria di lavoratori.
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25/9/23

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Essere una categoria protetta significa avere dei diritti speciali e protezioni legali contro la discriminazione sul posto di lavoro. Questi diritti sono garantiti dalla legge e sono stati creati per garantire che i lavoratori siano trattati con equità e rispetto, indipendentemente dalla loro età, genere, razza, religione, orientamento sessuale o condizioni fisiche o mentali.

All’interno vediamo più nel dettaglio come faccio a sapere se sono categoria protetta.

Indice

Come faccio a sapere se sono categoria protetta: qual’è la definizione di categoria protetta?

In Italia la Legge 68/99, che riconosce una categoria protetta di lavoratori e regolamenta il loro trattamento. La normativa mira a favorire l’occupazione di persone con disabilità di diversi tipi e livelli, e ad incentivare le aziende attraverso alcuni sgravi fiscali.

Le persone che possono rientrare nella categoria protetta sono quelle in età lavorativa (tra i 15 e i 65 anni) che presentano un’invalidità fisica, psichica, sensoriale o intellettiva che ne riduce la capacità lavorativa di oltre il 45%. Tuttavia, ciò non significa che queste persone non possano lavorare.

La categoria protetta è stata creata per tutelare questi individui e garantire loro l’integrazione in contesti lavorativi idonei e le stesse opportunità dei colleghi tramite servizi di collocamento mirato.

I lavoratori che hanno diritto di rientrare nella categoria protetta includono coloro che hanno un’invalidità civile superiore al 45%, quelli che hanno contratto un’invalidità sul lavoro superiore al 33%, gli invalidi di guerra e civili di guerra, gli ipovedenti e non vedenti che riescono a vedere solo un decimo o meno, i sordomuti, e le categorie speciali di persone in situazioni di svantaggio o disagio sociale riconosciute dall’articolo 18 della Legge 68/99, come vedove, orfani, profughi, vittime del terrorismo o della criminalità organizzata.

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Come faccio a sapere se sono categoria protetta: come iscriversi alle categorie protette?

Ora dovrebbe essere più chiaro chi può essere considerato un lavoratore appartenente a una categoria protetta e come faccio a sapere se sono categoria protetta.

Per iscriverti alle categorie protette, ci sono alcuni passaggi da seguire:

  1. Se hai subito un’invalidità sul lavoro, dovrai ottenere un certificato dall’INAIL e presentarti direttamente all’INPS (passo 4).
  2. Per tutti gli altri casi, dovrai richiedere un certificato di invalidità al tuo medico di base.
  3. Con il certificato che attesta la tua invalidità, dovrai recarti presso un CAF per aprire una pratica all’INPS.
  4. L’INPS ti convocherà per un esame medico di fronte ad una commissione sanitaria della tua zona.
  5. In base all’esito dell’esame, verrà stabilita la percentuale di invalidità riconosciuta e il livello di agibilità sul lavoro, che potrai verificare accedendo al sito dell’INPS. Riceverai poi una comunicazione a casa tramite raccomandata.
  6. L’ultimo passaggio consiste nel recarti presso il Centro per l’Impiego della tua provincia per iscriverti alle liste di collocamento mirato. Dovrai dimostrare di essere disoccupato e non in età di pensionamento.

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Come faccio a sapere se sono categoria protetta: quali sono i diritti delle categorie protette?

Tra i doveri che devono essere rispettati dalle categorie protette, così come per gli altri lavoratori, c’è l’orario di lavoro che non è diverso da quello degli altri colleghi, a meno che non vi siano motivi di salute che richiedano una riduzione dell’orario di lavoro e che siano certificati. Anche i lavoratori inseriti nelle categorie protette possono fare straordinari e lavorare nei turni di lavoro.

Se da un lato la legge protegge e promuove l’assunzione di queste categorie di lavoratori, dall’altro riconosce al datore di lavoro la possibilità di interrompere il contratto per giusta causa o per un peggioramento delle condizioni di salute che impediscono il corretto svolgimento dell’attività lavorativa.

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Per quanto riguarda i diritti, è importante sapere che un lavoratore inserito in una categoria protetta ha diritto ad un contratto di lavoro pari a quello di qualsiasi altro lavoratore, regolato dalle stesse norme previste dalla legge. Anche il trattamento economico deve essere uguale a quello dei colleghi con lo stesso livello e la stessa mansione.

Inoltre, viene riconosciuto il diritto a permessi retribuiti dall’INPS pari a tre giorni lavorativi al mese, regolati dalla Legge 104, per potersi occupare di eventuali visite o cure legate al proprio stato di salute.

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Come faccio a sapere se sono categoria protetta?
Come faccio a sapere se sono categoria protetta? In foto una donna non vedente seduta a una scrivania.

Come faccio a sapere se sono categoria protetta: quali sono le regole per le aziende?

Per garantire il sostegno ai diversi livelli delle persone con disabilità, è necessaria la collaborazione delle aziende e dei datori di lavoro. A tal fine, la Legge 68/99 ha introdotto degli obblighi per le imprese, sia pubbliche che private.

In particolare, ogni attività ha l’obbligo di assumere personale dipendente in categoria protetta, proporzionalmente alle dimensioni dell’attività e al numero di lavoratori assunti a tempo indeterminato.

Le aziende che hanno tra i 15 e i 35 dipendenti devono assumere almeno un lavoratore in categoria protetta, mentre quelle che hanno tra i 36 e i 50 dipendenti devono assumerne almeno 2. Quando il numero di dipendenti supera i 50, l’azienda deve rispettare la proporzione del 7%.

Tuttavia, dalla proporzione sono esclusi i dirigenti, i lavoratori in smart working e quelli con contratti a tempo determinato, di apprendistato o di somministrazione.

I lavoratori part-time, invece, vengono conteggiati in proporzione al monte ore lavorato.

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Esistono due modalità per essere assunti come categoria protetta: per chiamata nominativa o per chiamata numerica.

Per agevolare l’assunzione di questa speciale categoria di lavoratori, le aziende ottengono vantaggi economici e fiscali dallo Stato, come il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per un massimo di 8 anni per i lavoratori con invalidità oltre il 79% o con handicap intellettivo e psichico. Per i lavoratori con invalidità tra il 67% e il 79%, l’aiuto statale si riduce ad un massimo di 5 anni.

Infine, le aziende ottengono un contributo per le spese sostenute per l’adeguamento del posto di lavoro o per la predisposizione del lavoro in smart working per i lavoratori con invalidità superiore al 50%.

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