Tutele, diritti e orario di lavoro per invalidi. Vediamo cosa prevede la legge e quali sono i diritti e i doveri per i lavoratori (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Indice
- Diritti e orario di lavoro per invalidi: categorie protette
- Diritti e orario di lavoro per invalidi: requisiti categorie protette
- Diritti e orario di lavoro per invalidi: legge 104
- Diritti e orario di lavoro per invalidi: compatibilità con la condizione
- Diritti e orario di lavoro per invalidi: pubblico impiego
- Diritti e orario di lavoro per invalidi: flessibilità
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Sull’orario di lavoro per entrare subito nella questione, non ci sono delle norme specifiche. Non c’è quindi una legge che impone una determinata durata della giornata lavorativa per i dipendenti che hanno invalidità o disabilità.
In pratica per i lavoratori inclusi nelle categorie protette valgono le stese regole che sono in vigore per tutti gli altri dipendenti. Ma ci sono comunque delle forme di tutela che devono essere sempre considerate.
Su questo stesso argomento potrebbe interessarti un focus sull’esonero dal lavoro notturno per invalidi; c’è anche un post che spiega se e quando è il caso di comunicare al datore di lavoro la propria invalidità; c’è poi un articolo su come nelle categorie protette è possibile cambiare lavoro; e infine un approfondimento su tutte le tutele previste per gli invalidi sul posto di lavoro.
Diritti e orario di lavoro per invalidi: categorie protette
Per i lavoratori con invalidità si fa riferimento alle categorie protette. Rientrano in questi elenchi le persone che sono affette da menomazioni psichiche o fisiche e che proprio per questo rischiano di essere esclusi dal mercato del lavoro.
I lavoratori inclusi nelle categorie protette hanno diritto a una serie di tutele. A partire dall’iscrizione al collocamento mirato dal quale le aziende dovrebbero avere l’obbligo di assumere una certa quota di dipendenti (scegliendoli nell’elenco delle categorie protette).
Dovrebbero perché spesso non accade. Il precedente governo aveva avviato una riforma che imponeva anche controlli più rigorosi sulle aziende che non rispettavano la legge (si spera che venga presto attuata).
Su invaliditaediritti.it abbiamo spiegato come cambierà l’accompagnamento nel 2023 che finirà per “sdoppiarsi”.
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Diritti e orario di lavoro per invalidi: requisiti categorie protette
Vediamo quali sono i requisiti per essere inseriti nelle categorie protette:
- persone tra i 18 e i 65 anni colpite da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di handicap intellettivo, con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% (dunque dal 46% in poi);
- invalidi del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33% accertato dall’Inail;
- persone non vedenti;
- persone sordomute;
- persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio.
Nelle categorie protette rientrano anche questi lavoratori che non hanno delle disabilità:
- orfani e coniugi superstiti di soggetti deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio svolto nelle pubbliche amministrazioni, ovvero in conseguenza dell’aggravarsi dell’invalidità riportata per tali cause;
- coniugi e figli di soggetti riconosciuti grandi invalidi per causa di guerra, di servizio e di lavoro;
- profughi italiani rimpatriati;
- orfani e coniugi delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Diritti e orario di lavoro per invalidi: legge 104
Per i lavoratori con disabilità sono previste anche le tutele concesse dalla legge 104 (articolo 3, comma 3). Possono infatti usufruire di permessi retribuiti pari a tre giorni di lavoro, tutti insieme o fruibili in questo modo:
- due ore al giorni se l’orario giornaliero è almeno di 6 ore;
- un’ora al giorni se l’orario giornaliero è inferiore a 6 ore.
Oltre ai permessi il lavoratore con disabilità grave (attestata dalla Legge 104) può usufruire anche di specifiche agevolazioni per l’orario di lavoro. In particolare:
- ulteriore possibilità dell’orario di lavoro al di fuori del contratto di lavoro a tempo parziale;
- forme di esonero da turni di lavoro notturno, orario spezzato e così via.
Quella per i lavoratori con disabilità grave accertata con la Legge 104 è in realtà l’unica normativa che prevede una riduzione dell’orario di lavoro per i dipendenti con invalidità.
Gli altri sono sottoposti alle stesse regole degli altri lavoratori.
In linea teorica, quindi non potrebbero sottrarsi agli straordinari, al lavoro straordinario o notturno.
Diritti e orario di lavoro per invalidi: compatibilità con la condizione
In linea teorica, perché ci sono appunto le tutele. E quindi se il medico aziendale, sollecitato magari dallo stesso lavoratore con disabilità, dovesse ritenere che l’orario di lavoro non è compatibile con le condizioni di salute, può imporre al datore di lavoro che sia esonerato dai lavori notturni e dallo straordinario.
Ovviamente, al medico aziendale spetta anche il compito di verificare se le mansioni affidate al lavoratore con disabilità siano confacenti al suo stato.
Il dipende può anche rivolgersi alle commissioni Asl per verificare la sua eventuale non idoneità al lavoro notturno.
Per i lavoratori invalidi, l’esonero dal lavoro notturno o dai turni, potrebbe essere richiesto al momento dell’assunzione o nella convenzione che viene stipulata tra il datore di lavoro e il servizio di collocamento mirato.
Diritti e orario di lavoro per invalidi: pubblico impiego
In alcuni contratti di lavoro, soprattutto nel pubblico impiego, uno dei criteri base per strutturare l’orario di lavoro è quello di considerare le condizioni di svantaggio personale, sociale e personale. Ovviamente quando queste tutele sono compatibili con l’organizzazione del lavoro.

Diritti e orario di lavoro per invalidi: flessibilità
Sull’orario di lavoro per i dipendenti con disabilità non deve essere tralasciato l’articolo 9 della legge numero 53 del 2000, che si occupa soprattutto della flessibilità.
Questa norma prevede la concessione di contributi a carico del Fondo per l’occupazione, a favore dei datori di lavoro che applichino accordi contrattuali ad hoc per progetti che consentano di prevedere delle forme di flessibilità sia degli orari, sia dell’organizzazione del lavoro.
Tra queste misure sono previste:
- part time reversibile;
- telelavoro e lavoro a domicilio;
- orario flessibile in entrata e in uscita;
- flessibilità sui turni;
- orario concentrato.
Hanno diritto a rientrare in questi progetti i lavoratori che:
- hanno figli minori (con priorità nel caso di disabilità di minori fino ai 12 anni);
- hanno a carico persone con disabilità o non autosufficienti;
- sono affette da una grave infermità documentata.
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