Come cambia l’accompagnamento 2023? Quali ripercussioni avranno le modifiche pensate dal Governo sull’indennità alle persone non autosufficienti? Ci saranno più vantaggi o svantaggi? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
L’indennità di accompagnamento 2023 sarà molto diversa da quella che è adesso. Le persone non autosufficienti avranno innanzitutto la possibilità di scegliere tra sostegno economico o assistenza diretta, anche se il Governo punta soprattutto a prediligere la seconda: ecco perché sono previsti maggiori interventi sull’assistenza.
In quest’ottica, verranno attuati dei cambiamenti anche sulla prestazione economica, di cui ancora non abbiamo informazioni chiare, ma che dalle linee guida del disegno di legge delega sull’autosufficienza possiamo immaginare.
In questo approfondimento cerchiamo di capire cosa avverrà e come cambia l’indennità di accompagnamento 2023.
Indice
- Accompagnamento 2023: il disegno di legge delega sull’autosufficienza
- Accompagnamento 2023: quali indicazioni dà la legge delega
- Accompagnamento 2023: l’indennità come è oggi
- Accompagnamento 2023: come potrebbe cambiare l’indennità
- Accompagnamento 2023: i tempi di attuazione della riforma
- Accompagnamento 2023: vantaggi o svantaggi?
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Accompagnamento 2023: il disegno di legge delega sull’autosufficienza
Da oggi, 22 ottobre 2023, l’operativo del nuovo Governo Meloni sarà pienamente operativo. Sul tavolo di lavoro si troverà anche il disegno di legge delega sull’autosufficienza lasciato dall’uscente Governo Draghi, che riguarda una riforma dell’accompagnamento 2023.
Il disegno di legge è stato approvato il 10 ottobre 2022 dal Consiglio dei Ministri e mira a riformare, più che la sola indennità di accompagnamento 2023, tutto il sistema assistenziale italiano.
L’accompagnamento 2023, quindi, entrerà a far parte di un progetto molto più ampio. Non verrà cancellato, come qualcuno ha fatto intendere, ma farà parte di una riforma che punta a tutelare maggiormente le persone non autosufficienti.
Tuttavia, l’indennità di accompagnamento 2023 sarà diversa da quella che conosciamo oggi e, soprattutto, alla persona non autosufficiente verrà permesso di scegliere tra la prestazione economica e un servizio di assistenza diretta.
La legge delega si limita però a indicare i principi e i criteri ai quali dovrà lavorare il Governo Meloni. Principi che promuoveranno soprattutto il valore umano, culturale ed economico anche delle persone anziane non autosufficienti. Vediamo quali sono le indicazioni riportate nel disegno di legge delega.
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Accompagnamento 2023: quali indicazioni dà la legge delega
La legge delega sull’autosufficienza indica le misure che dovranno essere approvate per riformare l’accompagnamento 2023, le quali sono destinate a:
- contrastare l’isolamento e la marginalizzazione;
- riordinare, potenziare e integrare le diverse misure di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria;
- promuovere interventi di sanità preventiva a domicilio;
- sviluppare interventi per la solidarietà e la coesione tra generazioni.
Chi si dovrebbe occupare di programmare, valutare e monitorare gli interventi e i servizi statali e territoriali, sarebbe una governance, incentrata sul Snaa (Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente).
Lo scopo è quello di superare i divari territoriali che ancora oggi sussistono in materia di assistenza alle persone non autosufficienti.
Ma nel dettaglio, cosa cambierà dell’indennità di accompagnamento 2023, rispetto a quella che conosciamo oggi? Vediamo prima cosa prevede attualmente questa misura.
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Accompagnamento 2023: l’indennità come è oggi
Come cambierà l’accompagnamento 2023? Così come la conosciamo oggi, l’indennità di accompagnamento è una prestazione economica che l’Inps riconosce a favore dei soggetti mutilati e invalidi civili, ai quali viene riconosciuta l’impossibilità a deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore, o a compiere agli atti quotidiani della vita.
Il sostegno economico viene riconosciuto per 12 mesi e, nel 2022, ha un importo pari a 525,17 euro. il riconoscimento dell’accompagnamento è indipendente dal reddito personale, in quanto tiene conto solamente della condizione psico-fisica della persona.
Per ottenere l’indennità di accompagnamento bisogna possedere i seguenti requisiti:
- riconoscimento, da parte di una commissione dell’Asl, dell’inabilità totale e permanente (100%);
- riconoscimento, sempre da una commissione dell’Asl, dell’impossibilità di deambulare autonomamente senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
- riconoscimento dell’impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua;
- residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
- cittadinanza italiana;
- per i cittadini stranieri comunitari: iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
- per i cittadini stranieri extracomunitari: permesso di soggiorno di almeno un anno (art. 41 TU immigrazione);
- residenza stabile e abituale sul territorio nazionale.
Dopo aver chiarito come funziona attualmente l’accompagnamento, vediamo come cambia l’indennità di accompagnamento 2023.
Bonus 150 euro e accompagnamento: ti mostriamo quali sono i casi in cui è possibile ottenere l’indennità una tantum con l’accompagnamento.
Accompagnamento 2023: come potrebbe cambiare l’indennità
Abbiamo appena parlato di quella che è attualmente l’indennità, ma come potrebbe cambiare l’accompagnamento 2023?
In base alle indicazioni presenti all’interno della legge delega sull’autosufficienza, il prossimo anno vedremo una riforma anche della prestazione economica.
Innanzitutto, come ti abbiamo detto, la persona non autosufficiente potrà scegliere tra la prestazione economica e l’assistenza diretta.
La prestazione economica riguarderà ancora l’erogazione di un assegno mensile, che verrà garantito, così come adesso, a tutte le persone che rientrano nei requisiti, a prescindere dal reddito.
Tuttavia, la prestazione economica non sarà uguale per tutti, perché gli importi verranno modulati sulla base dell’effettivo bisogno della persona con disabilità.
Non è ancora chiaro, però, se per averne diritto continuerà a essere sufficiente la condizione medica di chi riceve la prestazione o se l’“effettivo bisogno” potrà in futuro comprendere anche la situazione economica.
Se, invece, la persona non autosufficiente sceglierà il sostegno medico/infermieristico/assistenziale, rinuncerà alla prestazione economica, ma otterrà assistenza domiciliare e aiuti concreti anche ai caregiver e ai familiari che gli prestano assistenza.
In particolare, sono previsti aiuti economici alle badanti, per le quali sarà anche stabilito un profilo professionale nazionale per individuare competenze e prevedere un’adeguata formazione.
Insomma: l’indennità di accompagnamento 2023 non verrà eliminata ma ridefinita e riformulata in modo da migliorare la vita delle persone non autosufficienti. Ma quali saranno i tempi di attuazione della riforma sull’accompagnamento 2023?
In questo articolo ti parliamo della procedura per richiedere l’accompagnamento e di quali sono i tempi per ricevere il primo pagamento.

Accompagnamento 2023: i tempi di attuazione della riforma
Prima di attuare la riforma accompagnamento 2023, il Governo ha comunque a disposizione molto tempo.
Intanto, sarà necessario che Camera e senato approvino definitivamente il disegno di legge, per il quale c’è tempo fino a marzo 2023.
Successivamente all’approvazione, il Governo Meloni dovrà attuare i vari punti, entro il termine tassativo marzo 2024, perché la riforma è espressamente prevista tra gli obiettivi da raggiungere con il Pnrr.
La difficoltà principale per l’approvazione riguarda, come spesso accade, il reperimento delle risorse necessarie per la sua attuazione: sette miliardi.
La cifra è in parte coperta dal Pnrr, ma gli altri fondi dovrebbero essere trovati all’interno della legge di Bilancio, che dovrà essere votata a novembre.
Mentre attendiamo di conoscere la manovra di Bilancio del nuovo Governo, facciamo alcune considerazioni su questa riforma accompagnamento 2023.
Accompagnamento negato: scopri cosa fare se l’Inps rigetta nel verbale la richiesta della persona con disabilità.
Accompagnamento 2023: vantaggi o svantaggi?
Così come è stata definita la bozza del decreto legge sulla non autosufficienza, la riforma accompagnamento 2023 dovrebbe apportare soprattutto dei vantaggi, e ne spieghiamo le motivazioni.
Facciamo però prima una premessa: in Italia, le persone non autosufficienti, sono circa 3,5 milioni. Se si guardano anche gli anziani non autosufficienti, con problemi di deambulazione e di difficoltà a compiere atti quotidiani della vita legati all’età, la platea si allarga a circa 10 milioni di persone coinvolte.
L’invalidità e la non autosufficienza sono condizioni rilevabili in soggetti socialmente ed economicamente differenti.
Ci sono persone non autosufficienti che hanno una rete di solidarietà forte e altre che vivono quasi in solitudine.
Ci sono persone non autosufficienti con difficoltà economiche, che hanno bisogno di un sostegno materiale, e ce ne sono altre che, a prescindere dal reddito posseduto, hanno bisogno più di un aiuto morale e di una vita sociale, piuttosto che del sostegno economico.
La bozza di legge delega sembrerebbe venire incontro, in maniera totale, a tutti i diversi bisogni delle persone non autosufficienti, concedendo la possibilità di scegliere tra sostegno economico e assistenza diretta.
Molte persone non autosufficienti stanno bene economicamente, ma vivono una vita in solitudine e senza stimoli sociali. La scelta dell’assistenza diretta dovrebbe, in questo caso, venire incontro alle loro esigenze sociali, più che economiche.
Talvolta, anche chi non ha una situazione economica particolarmente agiata, preferisce il sostegno e il supporto umano, a un assegno mensile. Anche perché, diciamocelo chiaro, in alcuni casi le persone non autosufficienti non riescono nemmeno a goderseli, quei soldi, se non hanno qualcuno con cui condividerli.
Quindi, così come è “disegnata” oggi la riforma, potrebbe portare più dei vantaggi, che degli svantaggi, e ci auguriamo che tutte le misure siano pensate per permettere alle persone non autosufficienti di sentirsi appagati umanamente, socialmente, culturalmente ed economicamente.
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