Accompagnamento negato, cosa fare

Accompagnamento negato, cosa fare se l'Inps rigetta nel verbale la richiesta della persona con disabilità. La soluzione più pratica e veloce è il ricorso al giudice. Come funziona, quali sono i tempi e i costi. In alternativa, soprattutto se le condizioni del paziente sono peggiorate, si può inoltrare una nuova richiesta all'istituto di previdenza.
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10/12/23

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Accade spesso purtroppo che l’Istituto previdenziale rigetti richieste da parte di persone con invalidità anche se magari i requisiti sanitari ci sarebbero tutti. Capita perché anche di fronte al più piccolo dubbio le commissioni tendono a essere di manica molto stretta quando si tratta di concedere dei sostegni economici. Come appunto l’indennità di accompagnamento.

Come sapete questa misura assistenziale (qui trovi la guida completa) viene concessa alle persone mutilate o invalide al 100% che non sono più in grado di deambulare senza il sostegno di un accompagnatore o se non sono più capaci di svolgere gli atti quotidiani della vita da soli (vestirsi, mangiare, lavarsi e così via).

Sull’argomento puoi anche leggere l‘elenco delle patologie che danno diritto all’accompagnamento; come e quando può lavorare chi riceve questo sostegno economico; e c’è un focus che spiega quando si perde l’accompagnamento.

Accompagnamento negato: sostegno economico

Sostegno economico, dicevamo. Perché l’indennità di accompagnamento prevede l’erogazione di 525,15 euro (per il 2022) per dodici mensilità (non è quindi prevista la tredicesima).

Per questa misura si tiene conto solo dei requisiti sanitari, non è previsto infatti un minimo reddituale.

Il sostegno economico viene sospeso solo in caso di ricovero prolungato all’interno di un centro medico a carico dello Stato.

Le persone che ricevono l’indennità di accompagnamento possono continuare a svolgere una eventuale attività lavorativa, sia da dipendente, sia da autonomo.

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Accompagnamento negato: come avere l’indennità

La domanda per l’accompagnamento segue lo stesso iter di quella per l’invalidità o l’handicap.

E quindi, riassunto in poche parole:

  • certificato medico introduttivo (redatto dal medico di base);
  • presentazione della domanda;
  • visita medica;
  • verbale che certifica o nega la concessione del beneficio.

Accompagnamento negato: ricorso in tribunale

Siamo arrivati al dunque. Ovvero: cosa bisogna fare se l’indennità di accompagnamento viene negata dall’Inps?

Beh, in questi casi la strada migliore è quella del ricorso in tribunale. Bisogna presentarlo non oltre i sei mesi dalla notifica del verbale Inps.

Ovviamente serve un avvocato. Bisognerà presentare il ricorso nel tribunale che è competente sul territorio dove si è residenti (coincide sempre con la sede di zona dell’Inps).

Accompagnamento negato: consulente tecnico

Il secondo passaggio è la richiesta al giudice di nominare un consulente tecnico d’ufficio (Ctu).

Il consulente sottoporrà la persona con invalidità a una visita medico legale. Serve a valutare se esistano o meno i requisiti sanitari per la concessione dell’indennità di accompagnamento.

Si tratta dell’accertamento tecnico preventivo (atp). Ed è fondamentale per la successiva decisione del giudice, che altrimenti non potrebbe essere in grado di fare una sua valutazione.

Accompagnamento negato: sentenza di omologa

Ebbene, se il Ctu ritiene che sussistano i requisiti per l’indennità di accompagnamento e l’Inps o il ricorrente non si oppongono alla conclusione del consulente, il giudice omologa il risultato in cancelleria non oltre 30 giorni.

Se invece il Ctu ritiene che non ci siano i requisiti sanitari minimi per l’indennità, il ricorrente ha 30 giorni per presentare l’opposizione.

Accompagnamento negato: giudizio di merito

Quando si presenta opposizione si dà iniziano al giudizio di merito. In questo caso il giudice potrà disporre una nuova consulenza tecnica d’ufficio o chiedere l’integrazione di quella precedente (magari sui punti che sono stati oggetto dell’opposizione).

Se anche il giudizio del giudice dovesse poi risultare negativo, meglio mettersi l’anima in pace: la sentenza del magistrato deve essere accettata.

L’unica strada è quella di ripresentare la domanda, in particolare se nel frattempo le condizioni mediche del paziente sono peggiorate.

Accompagnamento negato: costo del ricorso

Quanto costa presentare ricorso contro una decisione avversa dell’Inps? Beh, ovviamente dipende dalla parcella dell’avvocato.

Chi ha redditi bassi (fino a 11.746,68 euro) può comunque accedere al gratuito patrocinio (non paga l’avvocato).

Chi ha invece un reddito non superiore a 23.493,36 euro, non dovrà pagare le spese se perde il giudizio.

Chi invece a redditi non superiori ai 35.240,04 euro ha diritto a non pagare il contributo unificato iniziale per introdurre la causa. Ma in questo caso parliamo di soli 43 euro.

I valori di reddito riportati vengono costantemente aggiornati, questi sono riferiti al 2022.

Accompagnamento negato: requisiti indennità

Vi ricordiamo in conclusione quali sono i requisiti necessari per avere diritto all’indennità di accompagnamento:

  • riconoscimento (da parte di una commissione Asl) dell’inabilità totale e permanente (100%);
  • riconoscimento (da parte di una commissione Asl) dell’impossibilità a deambulare autonomamente senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
  • riconoscimento dell’impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua;
  • residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
  • cittadinanza italiana;
  • per i cittadini stranieri comunitari: iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
  • per i cittadini stranieri extracomunitari: permesso di soggiorno di almeno un anno (art. 41 TU immigrazione);
  • residenza stabile e abituale sul territorio nazionale.

Accompagnamento negato: incompatibilità indennità

Queste sono invece le incompatibilità.

L’indennità di accompagnamento è incompatibile con prestazioni simili che sono state concesse per invalidità contratte a causa di guerra, lavoro o servizio.

Il cittadino ha però la facoltà di scegliere il trattamento che ritiene più favorevole.

Accompagnamento negato, cosa fare

Accompagnamento negato: compatibilità indennità

L’indennità di accompagnamento è invece compatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa, dipendente o autonoma. L’assistito può anche essere titolare di una patente speciale.

L’indennità di accompagnamento è anche compatibile e cumulabile con l’indennità di comunicazione e l’indennità di accompagnamento per cieco assoluto. Ma solo se le due indennità siano state concesse per delle distinte minorazioni, ognuna delle quali deve essere relativa a differenti stati di invalidità (pluriminorati).

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