Quando si perde l’accompagnamento? Casi comuni

Quando si perde l'accompagnamento? In questo articolo andremo ad analizzare i casi più comuni che portano alla perdita del diritto all'indennità.
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4/10/23

Quando si perde l’accompagnamento: vediamo quali sono i casi più comuni in cui l’Inps può disporre la revoca accompagnamento (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

Quando si perde l’accompagnamento? In alcuni casi, l’indennità di accompagnamento può essere sospesa dall’Inps o può decadere.

In questo approfondimento andremo ad analizzare quelli più comuni, in modo che tu possa essere pronto nel momento in cui l’Inps decida di agire in questo senso.

INDICE:

Quando si perde l’accompagnamento: i benefici dell’indennità

Quando si perde l’accompagnamento. Se ti è stata certificata un’invalidità civile del 100% o inabilità, lo Stato ti riconosce diversi benefici, in quanto la tua capacità lavorativa è azzerata e, per questo motivo, hai forti difficoltà a lavorare e quindi a procurarti un reddito.

In particolare, se sei in età lavorativa (tra i 18 e i 67 anni), lo Stato ti riconosce la pensione di inabilità civile, un sussidio economico pari a 286,81 euro mensili, se il tuo reddito annuo non supera i 16.982,49 euro.

Se il tuo reddito è pari a 8.469,63 annui, ha diritto invece all’incremento al milione, e l’importo dell’assegno mensile salirà a 651,51 euro.

C’è però un altro sussidio che lo Stato riconosce agli invalidi civili totali, ottenibile senza alcun limite di reddito: si tratta dell’indennità di accompagnamento, erogata dall’Inps a chi, oltre ad avere un’invalidità civile al 100%, ha riconosciuta la non autosufficienza.

Ci sono delle differenze tra la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento. La pensione di invalidità ha lo scopo di sostenere il reddito dell’invalido, in quanto non in grado di lavorare.

L’accompagnamento, per il quale viene corrisposto un assegno mensile di 520,29 euro, invece, ha lo scopo di assicurare all’invalido totale e non autosufficiente un’assistenza continuativa, ecco perché non vengono richiesti requisiti reddituali.

Ma quali sono nel dettaglio i requisiti per ottenere l’accompagnamento? E quando si perde l’indennità? Vediamolo nei prossimi paragrafi.

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Quando si perde l’accompagnamento: quando l’invalido è considerato non autosufficiente

Quando si perde l’accompagnamento. Come ti abbiamo detto, per ottenere l’accompagnamento devi essere stato riconosciuto non autosufficiente.

La non autosufficienza viene riconosciuta se:

  • non seri in grado di compiere in modo autonomo gli atti quotidiani della vita e in maniera permanente;
  • non sei in grado di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore, anche in questo caso permanentemente.

Il riconoscimento della non autosufficienza deve essere fatto da una commissione medica dell’Asl integrata da un medico dell’Inps.

Ci sono altri requisiti, però, che vengono richiesti per richiedere l’accompagnamento, ovvero:

  • essere cittadino italiano;
  • in alternativa, essere cittadino straniero comunitario iscritto all’anagrafe del Comune di residenza;
  • in alternativa, essere cittadino straniero extracomunitario in possesso del permesso di soggiorno di almeno un anno;
  • avere residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
  • non essere ricoverato, per oltre 30 giorni, presso un istituto di lungodegenza a carico dello Stato.

Andiamo a vedere adesso nel dettaglio quando si perde l’indennità di accompagnamento.

Gli invalidi con accompagnamento hanno diritto al nuovo bonus 200 euro previsto dal Decreto aiuti bis? Scoprilo in questo articolo.

Quando si perde l’accompagnamento. 1° caso: ricovero per più di 30 giorni

Quando si perde l’accompagnamento. Tra i requisiti che devi dimostrare di avere per ottenere l’indennità di accompagnamento ce he ti abbiamo elencato poco sopra, c’è il ricovero ospedaliero, che non deve protrarsi per più di 30 giorni.

Una delle cause più comuni di perdita dell’indennità di accompagnamento, infatti, è proprio il ricovero di lungodegenza presso un istituto a carico dello Stato.

Il ricovero si intende gratuito se la retta base risulta essere a totale carico di un ente o di una struttura pubblica, anche se tu o i tuoi familiari effettuate dei versamenti supplementari per ottenere un trattamento migliore presso la struttura (ad esempio una stanza ospedaliera esclusivamente a te riservata).

Se il ricovero è pari o superiore a 30 giorni, l’accompagnamento verrà sospeso ed eventualmente riattivato al momento della dimissione.

Non viene considerato in day-hospital né il ricovero presso una struttura pubblica ospedaliera reso necessario per situazioni temporanee.

Tuttavia, anche se sei ricoverato in una struttura pubblica per più di 30 giorni, se la struttura stessa non riesce a esaurire tutte le prestazioni e tutte le forme di assistenza di cui hai bisogno per la vita quotidiana, l’accompagnamento non ti verrà revocato. In questo articolo ti spieghiamo come funziona l’indennità di accompagnamento in caso di chemioterapia.

In questo caso, però, hai bisogno di una dichiarazione della stessa struttura, che certifichi la sua impossibilità di provvedere totalmente ai tuoi bisogni di assistenza per la vita quotidiana.

Lo sapevi che le Rsa sono a rischio chiusura a causa della crisi energetica? Te ne parliamo in questo articolo.

In quest’altro approfondimento, invece, parliamo di tutti i sostegni economici per disabili in arrivo a settembre 2022.

Quando si perde l’accompagnamento? Casi comuni.

Quando si perde l’accompagnamento. 2° caso: il venir meno delle condizioni sanitarie

Quando si perde l’accompagnamento. Come ti abbiamo detto, per ottenere l’indennità di accompagnamento devi dimostrare di non essere autosufficiente in modo permanente.

In modo permanente, vuol dire che gli accertamenti sanitari e la commissione medica hanno stabilito che la tua condizione di invalidità non dà possibilità di miglioramenti futuri e la non autosufficienza si manterrà nel tempo o, al massimo, potrà peggiorare.

Tuttavia, ci sono dei casi in cui, nonostante sia stata effettuata questa diagnosi, l’invalido sia uscito dalla condizione di non autosufficienza.

La commissione medica può programmare delle visite di accertamento o di revisione della condizione dell’invalido e, se durante una di queste, stabilisce che siano venute meno le condizioni di inabilità e non autosufficienza, disporrà immediatamente la revoca accompagnamento.

Inoltre, qualora non fosse prevista una revisione dell’invalidità, hai l’obbligo di comunicare tempestivamente all’Inps il miglioramento della tua condizione, altrimenti rischi di essere denunciato o comunque di dover rimborsare tutto il denaro ricevuto con l’indennità.

Leggi anche quando si perde l’invalidità e come far ricalcolare la pensione di invalidità.

Quando si perde l’accompagnamento. 3° caso: il trasferimento all’estero

Quando si perde l’accompagnamento. Anche qui, ti abbiamo anticipato la possibile perdita dell’indennità di accompagnamento segnalandoti i requisiti necessari per ottenerla.

Tra i requisiti, infatti, c’è quello di essere stabilmente residente in Italia. Se decidi di trasferirti all’estero, quindi, perderai il diritto del beneficio, a meno che lo spostamento non avvenga per cure mediche autorizzate.

Su Thewam.net ti mostriamo le date di pagamento dell’accompagnamento a settembre 2022 e ti sveliamo se verrà applicato l’aumento e se sarà pagato il bonus 200 euro.

Quando si perde l’accompagnamento: 4° caso: incompatibilità con altri trattamenti

Ricordiamo, infine, che l’accompagnamento è incompatibile con altri sostegni simili concessi per invalidità contratte per causa di guerra, di lavoro o di servizio.

Se hai i requisiti per accedere ad essi, dovrai necessariamente rinunciare all’accompagnamento. Tuttavia, hai la facoltà di scegliere il trattamento a te più favorevole.

Per completezza di informazione, ti comunichiamo che l’accompagnamento è compatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa, dipendente o autonoma, e con la titolarità di una patente speciale.

È inoltre compatibile e cumulabile con l’indennità di comunicazione e l’indennità di accompagnamento per cieco assoluto, purché siano state concesse per distinte minorazioni, ognuna relativa a differenti status di invalidità.

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