Come sapere se una malattia rara è invalidante: vediamo in modo approfondito quali patologie sono considerate per l’invalidità in Italia (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le altre guide complete di IED. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
Le malattie rare sono patologie che colpiscono un numero limitato di persone e che spesso presentano sintomi e problematiche per le quali non esistono terapie o cure adeguate. Tra le conseguenze più gravi che una malattia rara può provocare, può esserci l’invalidità.
Ma come si fa a sapere se una determinata malattia rara è invalidante? Quali sono i criteri per valutare la ridotta capacità lavorativa e l’impossibilità di svolgere compiti e funzioni proprie alla propria età?
In questo articolo, vedremo alcune informazioni utili per capire come sapere se una malattia rara è invalidante e quali sono le procedure e le documentazioni necessarie per richiedere l’invalidità civile.
Indice
- Come sapere se una malattia rara è invalidante: come funziona?
- Come sapere se una malattia rara è invalidante: come viene valutata l’invalidità?
- Come sapere se una malattia rara è invalidante: quali percentuali si possono ottenere?
- Entra nella community e nella chat di Invalidità e Diritti e ricevi con WhatsApp, Telegram e Facebook tutti gli approfondimenti su invalidità, diritti e Legge 104.
Come sapere se una malattia rara è invalidante: come funziona?
La diagnosi di una malattia rara non garantisce automaticamente il diritto al riconoscimento dell’invalidità civile. Esiste una tabella creata dal Ministero della Salute che indica le percentuali di invalidità per le malattie invalidanti e le minorazioni, basate sulla Classificazione Internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questa tabella viene aggiornata regolarmente e include alcune malattie rare per le quali è stata stabilita una percentuale di invalidità. Per le malattie rare non incluse nella tabella, verranno prese in considerazione tutte le “infermità” che caratterizzano la patologia o lo stato di salute del richiedente, nonché la sua capacità lavorativa.
Tutti i cittadini di età compresa tra i 18 e i 65 anni con patologie invalidanti possono richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile, purché non sia già stata riconosciuta come dipendente da cause di lavoro, servizio, guerra o se non sono già state concesse provvidenze economiche ai ciechi civili e ai sordi.
Il riconoscimento dell’invalidità civile può comportare prestazioni socio-sanitarie, economiche e agevolazioni nell’inserimento lavorativo, a seconda del grado di invalidità riscontrato.
Chi ha una malattia rara ha diritto alla pensione? I diritti riconosciuti alle persone che soffrono di malattie rare dipendono dalla percentuale di invalidità.
Se la patologia è invalidante al 100%, lo Stato riconosce il diritto alla pensione di inabilità, con un importo variabile. Se, invece, la percentuale di invalidità è superiore al 74%, si ha diritto alla pensione di invalidità.
Nel caso in cui la percentuale di invalidità sia inferiore al 74% e si collochi tra il 33% e il 67%, si possono godere di agevolazioni come l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria o il collocamento mirato, ma non si ha diritto alla pensione mensile.
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Come sapere se una malattia rara è invalidante: come viene valutata l’invalidità?
In Italia, la concessione dell’invalidità civile dipende dalla capacità lavorativa e dalla limitazione nell’esecuzione di compiti propri della propria età.
La valutazione della ridotta capacità è effettuata dalla Commissione ASL (o USL) sulla base della documentazione presentata durante la visita di accertamento da parte del medico INPS.
Tuttavia, occorre tenere presente che la Commissione potrebbe non essere al corrente delle malattie rare. Pertanto, è importante presentare adeguati referti clinici, lettere di dimissioni ospedaliere, relazioni cliniche e indicazioni fornite dagli specialisti o dai Centri Regionali di Riferimento.
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Inoltre, durante la visita di accertamento, è possibile essere assistiti da un medico di fiducia a proprie spese.
L’invalidità civile è stabilita in base a una percentuale, che determina anche le prestazioni economiche, l’esenzione dalle quote di partecipazione alla spesa sanitaria (ticket) e altri diritti.
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Come sapere se una malattia rara è invalidante: quali percentuali si possono ottenere?
L’assegnazione dell’invalidità civile in Italia, al fine di come sapere se una malattia rara è invalidante, prevede diverse percentuali, a partire dal 33% fino al 100% più l’indennità di accompagnamento.
Chi ha una percentuale di invalidità inferiore al 33% non viene considerato invalido.
Con una percentuale dal 34% al 45%, si ha diritto ad ausili e protesi previsti dal nomenclatore nazionale, subordinati alla diagnosi indicata nella certificazione di invalidità.
Con una percentuale dal 46% all’50% si ha diritto al collocamento mirato, mentre con una percentuale dall’51% al 66% si ha il diritto al congedo straordinario per cure, se previsto dal CCNL, e all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria (esclusa la quota fissa).
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Con una percentuale dal 67% al 73%, si ha diritto alla tessera regionale di libera circolazione con tariffa agevolata e con limite ISEE pari o inferiore a euro 16.000.
Con una percentuale del 74%, si ha diritto all’assegno mensile di assistenza, concesso alle persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni prive di impiego e nel rispetto dei limiti di reddito per usufruirne, e all’assegno sociale dell’INPS per chi supera i 65 anni.
Con una percentuale del 100%, si ha il diritto alla fornitura gratuita di ausili e protesi previsti dal nomenclatore nazionale, al collocamento obbligatorio se presente capacità lavorativa residua, all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria (esclusa la quota fissa), alla tessera di libera circolazione gratuita e alla pensione di inabilità per le persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni, nel rispetto dei limiti reddituali.
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Infine, con la percentuale del 100% più l’indennità di accompagnamento, si ha diritto all’indennità di accompagnamento, sospesa durante i periodi di ricovero gratuito in istituto e indipendentemente dall’età e dai redditi posseduti, e all’assegno sociale dell’INPS per chi supera i 65 anni. Questi benefici sono previsti in base alla percentuale di invalidità e possono variare a seconda della situazione.
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