A quanti giorni di permessi ho diritto se sono lavoratore part time? E se volessi utilizzare i permessi frazionati in ore? Come si calcolano i giorni di permesso con la Legge 104? (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Come si calcolano i giorni di permesso con la Legge 104
Per capire come si calcolano i giorni di permesso con la Legge 104, devi innanzitutto considerare se sei un lavoratore dipendente privato o del settore pubblico. Ci sono infatti delle differenze di calcolo in base al tipo di settore in cui lavori.
Per quanto riguarda il totale dei giorni, quello non fa alcuna differenza: sono sempre 3 al mese, che sia dipendente pubblico o privato o che abbia un contratto full time o part time, non cambia nulla.
Tuttavia, se il lavoratore part time decide di frazionare a ore i permessi, anche in questo caso il calcolo è diverso.
Cerchiamo quindi di capire nel dettaglio come si calcolano i giorni di permesso con la Legge 104 in base al settore in cui presti servizio e alle ore previste dal tuo contratto di lavoro.
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Il calcolo per i dipendenti privati
Vediamo innanzitutto come si calcolano i giorni di permesso con la Legge 104 per i dipendenti privati.
L’INPS, che in passato (Circolare INPS 31 ottobre 1996, n. 211) consentiva di frazionare i tre giorni di permesso al massimo in mezze giornate, ha successivamente rivisto le sue indicazioni consentendo anche la frazionabilità in ore dei 3 giorni di permesso mensile con le precisazioni espresse nel Messaggio 16866 del 28 giugno 2007.
Viene definito anche il numero massimo di ore di permesso lavorativo nel caso questo venga frazionato.
L’INPS precisa che il limite di 18 ore, nel caso di frazionamento, è riferito ai casi in cui l’orario di lavoro sia di 36 ore suddiviso in sei giorni lavorativi.
Per tutti gli altri casi il monte ore massimo va ricalcolato con una formula diversa a seconda che l’orario di lavoro sia fissato su base settimanale (la maggioranza dei casi) o su base plurisettimanale e cioè che vari ciclicamente da una settimana all’altra. L’INPS fissa dunque due formule diverse.
Nel primo caso, cioè orario di lavoro fissato su base settimanale, la formula è la seguente:
- orario normale di lavoro settimanale: numero dei giorni lavorativi settimanali x 3 = ore mensili fruibili.
Nel secondo caso, cioè orario di lavoro fissato su base plurisettimanale, la formula è la seguente:
- orario normale di lavoro medio settimanale: numero medio dei giorni lavorativi settimanali) x 3 = ore mensili fruibili.
Facciamo tre esempi:
- 36 ore lavorate, 5 giorni settimanali = 21,6 ore di permesso mensile, se frazionato;
- 36 ore lavorate, 6 giorni settimanali = 18 ore di permesso mensile, se frazionato;
- 38 ore lavorate, 5 giorni settimanali = 22,8 ore di permesso mensile, se frazionato.
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Il calcolo per i dipendenti pubblici
Vediamo adesso come si calcolano i giorni di permesso con la Legge 104 se sei un dipendente del settore pubblico.
La questione, dopo alcune precedenti indicazioni dell’INPDAP, è stata disciplinata dalla Circolare del Ministero per la Pubblica Amministrazione 8/2008, che fornisce indicazioni operative sulle novità introdotte dal Decreto Legge 112/2008 (Legge 6 agosto 2008, n. 133).
La Circolare conferma quanto previsto dalla Legge 104/1992 e ribadito nel corso degli anni da numerose Circolari: il lavoratore disabile, in possesso di certificazione di handicap grave (articolo 3, comma 3, della Legge 104/1992) ha diritto alternativamente a 2 ore di permesso giornaliero (una sola ora se l’orario è inferiore alle 6 ore giornaliere) o a 3 giorni di permesso lavorativo al mese.
Il limite delle 18 ore mensili previsto dalla Legge 133/2008, precisa il Ministero, è da prendere in considerazione solo nel caso in cui i 3 giorni vengano frazionati in ore.
Inoltre, sottolinea il Ministero, tale limitazione è per ora applicabile solo nel caso i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di riferimento abbiano già previsto una corrispondenza in ore dei 3 giorni di permesso.
Pertanto, ad oggi, il lavoratore che fruisce dei permessi lavorativi in ore giornaliere non può vedersi opporre il limite delle 18 ore mensili.
La stessa considerazione riguarda i lavoratori che assistano familiari (coniuge o parenti e affini fino al terzo grado) con handicap grave.
Ricapitolando: il limite delle 18 ore mensili è da applicarsi solo nel caso in cui il dipendente pubblico decida di frazionare in ore i tre giorni di permesso mensili e solo nel caso il suo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento abbia già previsto una corrispondenza in 18 ore dei tre giorni di permesso. In tutti gli altri casi, lo dice il Ministero, non va effettuato alcun limite di ore.
Pertanto, il lavoratore che sceglie di fruire dei permessi di 3 giorni di lavoro, il cui orario corrisponda ad un totale superiore alle 18 ore, non può essere limitato.
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Il calcolo per i lavoratori part time
È sempre l’INPS a fornire chiarimenti sulle modalità di calcolo dei giorni e delle ore di permesso fruibili a ore previsti dalla Legge 104 nel caso in cui il rapporto di lavoro sia a tempo parziale e lo fa con la Circolare n. 45 del 19 marzo 2021, innovando quanto precisato nel precedente messaggio n. 3114 del 2018.
Nella circolare del 2021 l’Istituto, per quanto riguarda la frazionabilità a ore dei giorni di permesso art. 33 legge 104/1992 dopo il riproporzionamento in caso di rapporto part- time, sulla frazionabilità in ore dei giorni di permesso precisa che:
– in caso di rapporto di lavoro part-time verticale, orizzontale o misto con percentuale dal 51% il calcolo è il seguente:
- orario normale di lavoro medio settimanale/numero medio di giorni lavorativi settimanali x 3 = ore mensili fruibili
– per i rapporti suddetti fino al 50% invece la formula è la seguente:
- orario medio settimanale eseguibile in teoria dal lavoratore part-time/numero medio dei giorni o dei turni lavorativi settimanali previsti per il tempo pieno x 3 (giorni di permesso teorici).
Un esempio:
- orario di lavoro medio settimanale: 20 ore/5 giorni a settimana x 3 giorni = 12 ore di permesso.
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E se si hanno figli con disabilità?
In realtà ci sono anche delle differenze di calcolo anche nel caso in cui si sia lavoratori dipendenti (sia del settore privato che di quello pubblico) con figli disabili.
L’INPS, con Circolare 17 luglio 2000, n. 133, ha previsto che i giorni di permesso possono essere usufruiti dai genitori (di figli minorenni) alternativamente, ma il numero massimo mensile di 3 giorni può essere ripartito tra i genitori stessi anche con assenze contestuali dal rispettivo lavoro (ad esempio, madre 2 giorni, padre 1 giorno, anche coincidente con uno dei due giorni della madre).
L’alternatività, in sostanza, si intende riferita solo al numero complessivo dei giorni di permesso fruibili nel mese (tre).
I giorni di permesso possono essere utilizzati da un genitore anche quando l’altro fruisce della “normale” astensione facoltativa.
La Circolare INPS 11 luglio 2003, n. 128 ha esteso tale opportunità anche nel caso i figli siano maggiorenni.
FAQ (domande e risposte)
Cosa succede se non si usano tutti i permessi 104?
Se non si utilizzano tutti i permessi 104 previsti, è importante sapere che questi non possono essere accumulati o portati avanti a periodi successivi. Una volta che il periodo di fruizione dei permessi scade, qualsiasi giorno o ora non utilizzata andrà persa. Pertanto, è consigliabile pianificare attentamente l’uso dei permessi 104 per non perdere alcuna opportunità di godere di questo beneficio.
Quanto tempo prima devo programmare i permessi 104?
Per programmare i permessi 104, è consigliabile anticipare la richiesta in modo da permettere al datore di lavoro di organizzare il piano di lavoro di conseguenza. In genere, si suggerisce di presentare la richiesta con un preavviso di almeno 15 giorni lavorativi. Questo periodo di preavviso darà al datore di lavoro il tempo necessario per fare le opportune regolazioni per coprire le tue assenze durante i giorni di permesso.
Ho l’obbligo di programmare i permessi 104 con il datore di lavoro?
Non si tratta di obbligo di comunicazione del diritto alla 104, perché quello non lo hai, quanto di una correttezza nei confronti del datore di lavoro. La comunicazione tempestiva è essenziale per permettere all’azienda di organizzare il lavoro e trovare soluzioni alternative per coprire le tue assenze. Assicurati di informare il datore di lavoro con un adeguato preavviso, rispettando le eventuali procedure interne stabilite dall’azienda per la richiesta e la pianificazione dei permessi.
Posso passare dalla fruizione dei permessi 104 a ore a quella a giorni?
Sì, è possibile passare dalla fruizione dei permessi 104 in ore a quella in giorni o viceversa, ma solo comunicando la nuova programmazione il mese precedente al cambio o nel caso in cui vi siano reali urgenze.
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