Inabilità al lavoro: cosa comporta

Cosa comporta l'inabilità al lavoro? Quando si è riconosciuti inabili al lavoro si ha diritto alla pensione: vediamo a chi spetta e quali sono i requisiti.
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10/12/23

Cosa comporta l’inabilità al lavoro? Vediamolo insieme in questo approfondimento (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cos’è l’inabilità al lavoro?

Gli inabili al lavoro sono coloro che a causa di menomazioni o patologie non possono più svolgere alcuna attività lavorativa.

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Pensione di inabilità lavorativa: quando spetta?

Lo Stato italiano garantisce agli inabili totali al lavoro una prestazione economica erogata dall’INPS, la pensione di inabilità lavorativa.

Questa spetta a prescindere dall’età anagrafica, ma solo in presenza di un’anzianità contributiva pari o superiore a 5 anni, di cui 3 anni versati nel quinquennio precedente alla domanda di pensione.

Se le condizioni di inabilità totale al lavoro non dovesse più esistere, il lavoratore potrà richiedere l’Assegno ordinario di invalidità (se la sua capacità lavorativa è pari o inferiore a un terzo) oppure potrà riprendere a lavorare senza aver bisogno di alcuna prestazione economica.

Ed è per questo motivo che bisogna distinguere tra inabili al lavoro e invalidi (ovvero coloro che percepiscono l’AOI). Gli inabili non possono lavorare, gli invalidi (con un’infermità fisica o mentale che riduce la capacità lavorativa di almeno due terzi) possono continuare a prestare attività lavorativa.

Pensione di inabilità lavorativa: a chi spetta?

La pensione di inabilità lavorativa spetta a tutte le tipologie di lavoratori:

  • ai dipendenti del settore privato (non ai dipendenti pubblici);
  • ai lavoratori autonomi (ad esempio, commercianti, artigiani, coltivatori diretti);
  • agli iscritti alla gestione separata dell’INPS.

A quanto ammonta l’importo della pensione di inabilità lavorativa?

Il calcolo dell’importo della pensione di inabilità lavorativa tiene conto del periodo in cui sono stati versati i contributi, se prima o dopo il 1996.

A differenza dei titolari dell’Assegno ordinario di invalidità, gli inabili totali hanno diritto a un “bonus contributivo”, calcolato in base agli anni che intercorrono tra la richiesta e il compimento dei 60 anni di età (vale sia per gli uomini che per le donne). In ogni caso il bonus contributivo non può essere superiore a 40 anni di contributi.

Se, ad esempio, un lavoratore dipendente privato ha compiuto 40 anni e lavorato 15 anni, la sua pensione di inabilità al lavoro verrà calcolata sulla base di 35 anni di contributi: 15 anni maturati, più 20 anni che intercorrono tra i 40 anni di età e i 60 anni di età.

Se, invece, il lavoratore dipendente privato venisse dichiarato invalido al 75% avrebbe diritto soltanto ai 14 anni di contributi maturati, senza alcun bonus contributivo.

Pensione di inabilità lavorativa: chiarimenti

Ma, quindi, per avere diritto alla pensione di inabilità lavorativa occorre essere stati riconosciuti invalidi al 100%?

Non è proprio così: questa prestazione non va confusa con la pensione di inabilità civile, una prestazione di tipo assistenziale erogata dall’INPS agli invalidi totali di età compresa tra i 18 e i 67 anni, a prescindere dai contributi versati, ma con un reddito inferiore a 17.920 euro annui.

Per avere diritto alla pensione di inabilità, che è una prestazione di tipo previdenziale, occorre che sia stata riscontrata una inabilità totale assoluta a svolgere qualsiasi mansione lavorativa.

Un’altra differenza tra la pensione di inabilità civile e la pensione di inabilità lavorativa è legata allo svolgimento di un’attività lavorativa: chi è invalido civile al 100% può continuare a lavorare; chi è inabile al lavoro deve obbligatoriamente cessare qualsiasi attività lavorativa e cancellarsi da elenchi e albi professionali.

Inoltre, chi percepisce la Naspi o altre indennità di disoccupazione deve rinunciare al diritto; lo stesso vale per ogni altro trattamento sostitutivo o integrativo dello stipendio.

Cosa comporta l'inabilità al lavoro
Cosa comporta l’inabilità al lavoro: in foto una donna in sedia a rotelle mentre lavora al computer.

Faq sull’inabilità al lavoro

Come richiedere il certificato di inabilità al lavoro?

Se ritieni di non avere più le stesse capacità lavorative di un tempo, a causa di problemi di salute, puoi richiedere che ti venga certificata l’inabilità al lavoro. L’inabilità al lavoro va sempre certificata da un medico e il certificato deve essere poi presentato al datore di lavoro entro 3 giorni dalla certificazione dell’inabilità lavorativa. Il certificato, inoltre, può prevedere un’inabilità di breve e temporanea durata o un’inabilità permanente.

Cosa causa l’inabilità parziale al lavoro?

L’inabilità parziale al lavoro può venire da un incidente, una malattia o altri problemi di salute che limitano una persona nel suo lavoro.

Qual è il requisito contributivo per passare dalla pensione di inabilità alla pensione di vecchiaia?

Per passare da pensione di inabilità a vecchiaia è necessario aver versato almeno 20 anni di contributi. Senza questo requisito, non si può fare domanda all’INPS per la trasformazione.

Vengono considerati i contributi figurativi per il passaggio dalla pensione di inabilità alla pensione di vecchiaia?

No, se durante la percezione della pensione di inabilità non hai svolto un’attività lavorativa e non hai versato contributi all’INPS, gli anni in cui hai percepito la pensione di inabilità non ti vengono riconosciuti come contributi figurativi.

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