Indennità di frequenza, in cosa si trasforma a 18 anni

L’indennità di frequenza è un trattamento riservato ai minori con disabilità fino al diciottesimo anno. Ma in cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni? Ne parliamo in questo approfondimento.
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25/9/23

Quando un minore disabile diventa maggiorenne deve sottoporsi a una nuova visita di accertamento sanitario se percepisce l’indennità di frequenza? In cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).

L’indennità di frequenza è una prestazione economica erogata per favorire l’inserimento scolastico dei minori con disabilità. Al compimento dei 18 anni, però, viene sospesa.

Vediamo quindi cosa bisogna fare per vedersi riconoscere i diritti spettanti da adulto e in cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni.

Indice

In cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni?

Vediamo subito in cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni. Come ti abbiamo detto in apertura, al compimento della maggiore età l’indennità di frequenza viene sospesa perché è una prestazione riconosciuta solo ai minori disabili.

Se si ritiene che al minore possa essere riconosciuta un’invalidità pari o superiore al 75%, è necessario presentare, 6 mesi prima del compimento dei 18 anni, domanda di invalidità civile. Questo, anche se il minore è titolare, nello stesso tempo, della Legge 104 (per la Legge 104 non è necessario presentare nuova domanda di accertamento).

Se viene presentata domanda, infatti, l’INPS riconoscerà l’Assegno di invalidità civile, ma solo in via provvisoria e in attesa dell’accertamento sanitario che attesterà o meno la permanenza della disabilità.

Se l’accertamento sanitario non dovesse confermare l’invalidità, l’INPS provvederà a riscuotere le somme che sono state percepite senza diritto.

Se non presenti domanda di invalidità civile entro 6 mesi dal compimento della maggiore età al posto del minore disabile, in quanto genitore o tutore legale, può farlo direttamente il minore ormai divenuto maggiorenne.

In questo caso, però, inizierà a percepire la prestazione dalla data di presentazione della domanda e solo a conclusione dell’iter sanitario.

Ti ricordiamo che l’Assegno di invalidità civile (313,91 euro per il 2023) viene erogato a chi viene riconosciuta una percentuale di invalidità dal 74% al 99%.

Se al minore disabile divenuto adulto viene accertata un’invalidità totale (100%), percepirà la pensione di inabilità (313,91 euro per il 2023).

Se, oltre all’invalidità totale, viene accertata l’impossibilità di deambulare o di compiere gli atti della vita quotidiana da solo, verrà riconosciuta anche l’indennità di accompagnamento (527,16 euro per il 2023).

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In cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni? È sempre necessario ripetere l’accertamento dell’invalidità a 18 anni?

Abbiamo visto in cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni, dopo aver richiesto un nuovo accertamento sanitario.

Non a tutti i minori disabili, però, è richiesto di presentare una nuova domanda di accertamento sanitario al compimento del 18esimo anno di età.

Il Decreto Semplificazioni (Legge n. 114 del 2014), prevede infatti che, quando il minore percepisce indennità di accompagnamento, al compimento del 18esimo anno di età l’INPS proseguirà comunque a erogarla, senza dover chiedere un nuovo accertamento per l’invalidità.

La stessa regola vale nel caso in cui il minore disabile:

  • sia anche titolare di Legge 104;
  • sia affetto da talidomide o da sindrome di Down.

In tutti questi casi, i minori con disabilità, raggiunta la maggiore età, oltre alle prestazioni di cui già godevano, a seconda dei casi hanno diritto alle seguenti ulteriori prestazioni:

  • pensione di inabilità a favore dei cittadini maggiorenni totalmente inabili;
  • pensione non reversibile a favore dei cittadini maggiorenni ciechi assoluti;
  • pensione non reversibile a favore dei cittadini sordi.

Per questi soggetti non c’è bisogno di presentare nuova domanda di accertamento sanitario. Bisogna solo compilare il modello AP70 dell’INPS, tramite patronato o direttamente online, in modo da certificare la propria situazione reddituale ai fini del diritto alla prestazione assistenziale, ove richiesto il requisito.

In cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni. Nella maggior parte dei casi, l’invalidità civile va in base al reddito, oltre che al riconoscimento di una condizione sanitaria invalidante. Ti spieghiamo perché e quali sono i limiti reddituali per ottenere gran parte delle prestazioni economiche.

In cosa si trasforma l'indennità di frequenza a 18 anni
Indennità di frequenza, in cosa si trasforma a 18 anni

In cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni? Come presentare domanda di invalidità a 18 anni?

Dopo aver chiarito in cosa si trasforma l’indennità di frequenza a 18 anni, vediamo come presentare domanda di invalidità.

La procedura prevista per il minore invalido percettore di indennità di frequenza che deve fare domanda per l’invalidità civile a 18 anni, viene chiarita con il messaggio Inps n. 6512 dell’8 agosto 2014.

La domanda di invalidità civile prevede una visita da parte di una commissione medica, che valuta la condizione fisica e psichica ed emette un verbale di accertamento sanitario.

Per presentare domanda, per prima cosa è necessario recarsi dal proprio medico curante per far redigere e inviare telematicamente all’INPS il certificato medico introduttivo.

Lo stesso medico, poi, può occuparsi di trasmettere telematicamente la domanda di invalidità all’INPS. In alternativa, puoi farlo tu, accedendo al sito web Inps con le tue credenziali, oppure puoi affidarti a un Caf o a un patronato.

Una volta inviata la domanda di invalidità, ti verrà proposta una data per passare la visita presso la commissione medica dell’Asl competente nel tuo territorio.

Il giorno della visita, ti dovrai presentare davanti a una commissione medica dell’Asl di riferimento (integrata da un medico dell’INPS).

Se non puoi recarti presso la sede e hai una giustificazione valida, certificata dal tuo medico, la visita può essere effettuata a domicilio.

La commissione, redige al termine della visita un verbale elettronico e, per conferirgli validità e concludere la procedura, deve approvarlo all’unanimità.

Se il parere della commissione non è unanime, l’INPS sospende momentaneamente la procedura e acquisisce la documentazione per farla esaminare dal Responsabile del proprio Centro Medico Legale.

Il funzionario può dare validità al verbale entro 10 giorni, oppure procedere a una nuova visita nei successivi 20 giorni.

Alla fine della visita, la Commissione rilascia il verbale di invalidità nel quale verrà indicata la percentuale di invalidità riconosciuta ed eventuali altri riconoscimenti, come ad esempio la condizione di handicap o l’impossibilità di deambulare da soli o compiere gli atti normali della vita quotidiana senza assistenza (che dà diritto all’accompagnamento).

Sul verbale verrà anche annottato se sei soggetto a visita di revisione di invalidità (in questo caso c’è la data della nuova visita da parte della Commissione) o se l’invalidità e/o l’handicap sono stati giudicati “permanenti” o comunque senza possibilità di miglioramento.

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