Lavori non compatibili con i disabili secondo la legge

Lavori non compatibili con i disabili: parliamo di quali mansioni il datore di lavoro non può obbligare a svolgere un lavoratore invalido.
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6/12/23

Il datore di lavoro può obbligare a svolgere lavori non compatibili con i disabili? Il disabile può richiedere di svolgere altre mansioni, adatte al suo stato di invalidità? Il datore deve accordare la richiesta o può rifiutarla? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

La sicurezza e la salute psicofisica devono essere, per legge, sempre protette dall’azienda. Talvolta, però, il datore di lavoro obbliga il lavoratore divenuto disabile a svolgere mansioni incompatibili con le sue condizioni di salute.

In questi casi, il lavoratore ha diritto a opporsi a svolgere lavori con compatibili con i disabili, chiedendo l’accertamento attraverso la sorveglianza sanitaria.

In questo approfondimento ti spieghiamo cosa dice la legge sui lavoratori invalidi e mansioni compatibili, come puoi opporti all’obbligo del datore di lavoro e, infine, ti daremo anche dei consigli per cambiare lavoro, nel caso in cui avessi deciso di non voler lavorare più per la tua azienda.

Indice

Cosa si intende per lavori non compatibili con i disabili

Per lavori non compatibili con i disabili si intendono tutte quelle mansioni svolte precedentemente al riconoscimento o all’aggravamento dell’invalidità del lavoratore, e che lo stesso non è più in grado di svolgere.

Per fare degli esempi pratici: svolgi un lavoro che richiede di stare costantemente davanti a un pc. Inizi ad accusare dei malesseri e scopri, dagli esami diagnostici effettuati, che hai un residuo del campo visivo inferiore al 10% e quindi ti è stata riconosciuta dalla commissione medica dell’Asl un’invalidità (cieco parziale).

Rientri a lavoro con tanto di verbale e chiedi al datore di lavoro di collocarti ad altre mansioni che siano diverse dallo stare davanti a un pc.

Altro esempio: lavori in un centro commerciale e la tua mansione è quella di addetto a un reparto, che richiede di muoverti continuamente e sistemare la merce sugli scaffali.

Per patologia o per un incidente, non sei più in grado di deambulare e sei costretto a muoverti con la carrozzina.

Rientri a lavoro e chiedi di essere occupato in un’attività sedentaria, come ad esempio in cassa o in amministrazione, davanti a un pc.

In entrambi i casi, al tuo rientro il datore di lavoro si rifiuta di ricollocarti all’interno dell’azienda. Può farlo? Come puoi opporti? Vediamolo nei prossimi paragrafi.

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Lavori non compatibili con i disabili: l’accertamento sanitario

L’azienda non può assolutamente obbligare a lavori non compatibili con i disabili. Al riguardo, citiamo la Sentenza 14 dicembre 2016 – 15 marzo 2017, n. 6771 della Cassazione, la quale ricorda che la legge (art. 10, comma 2 e 3, legge n. 69/99) sancisce che il datore di lavoro non può chiedere al disabile una prestazione non compatibile con le sue minorazioni.

Qualora dovesse succedere, il disabile ha il diritto di chiedere che venga accertata la compatibilità delle mansioni a lui affidate con le proprie condizioni di salute, pretendendo la visita medica aziendale.

Il datore di lavoro non può negare questo diritto, e se il giudizio del medico aziendale è favorevole, il datore dovrà obbligatoriamente scegliere per il lavoratore mansioni meno gravose.

Anche la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con legge n. 18/2009, articoli 25 e 27, va a favore del dipendente disabile e vieta discriminazioni sul lavoro in base all’invalidità, promuovendo il pieno inserimento nel lavoro dei disabili.

Un’ultima raccomandazione: se, durante il tempo che intercorre tra il tuo rifiuto a svolgere lavori non compatibili con i disabili e la visita del medico dell’azienda, il tuo datore dovesse predisporre il licenziamento per assenza ingiustificata, sappi che questo è da ritenere illegittimo nel momento in cui il medico certifica l’esistenza di lavoratori invalidi e mansioni incompatibili.

Mettiamo adesso il caso che, dopo il riconoscimento dell’invalidità e il rifiuto del datore di ricollocarti all’interno dell’azienda, tu decida di cambiare lavoro. Puoi farlo? Quali strade puoi seguire?

I portatori di handicap grave hanno diritto alle agevolazioni legge 104. Ma se decidi di cambiare lavoro, mantieni questo diritto? Ne parliamo in questo approfondimento.

Lavori non compatibili con i disabili
Lavori non compatibili con i disabili secondo la legge.

Lavori non compatibili con i disabili: e se decidessi di cambiare lavoro?

Magari il tuo datore di lavoro ti ha anche concesso immediatamente la possibilità di non svolgere lavori non compatibili con i disabili, ma quella mansione non ti piace, non fa per te, o semplicemente hai voglia di cambiare lavoro.

Oppure, le discussioni con il datore di lavoro, pur se si sono concluse positivamente perché sei stato destinato a mansioni compatibili con la tua disabilità, hanno creato un clima di sfiducia e vuoi cambiare aria. Come puoi fare?

Innanzitutto, un tuo diritto è quello di iscriverti alle categorie protette e alle liste di collocamento obbligatorio, che ti offrono una corsia agevolata per le assunzioni nelle imprese pubbliche e private.

Per iscriverti alle categorie protette, però, devi essere disoccupato, quindi dovresti prima licenziarti. Tuttavia, in assenza di una nuova certezza lavorativa, non sarebbe la strada migliore da intraprendere. Vediamo quindi cosa potresti fare.

Scopri come compilare un cv per categorie protette. Consigli ed esempi per un “primo biglietto da visita” ben scritto.

Lavori non compatibili con i disabili: le categorie protette

Lavori non compatibili con i disabili. Dunque, ci sono due strade che potresti seguire, a seconda della situazione in cui ti trovi.

Mettiamo il caso che tu sia stato assunto dalla tua azienda tramite le liste di collocamento mirato, in quanto le aziende, sia pubbliche che private, hanno l’obbligo di riservare una percentuale di posti di lavoro a lavoratori appartenenti alle categorie protette, come ti spieghiamo in maniera approfondita in questo articolo.

Nel corso del tempo, le tue condizioni di salute si aggravano e non puoi svolgere le mansioni a cui eri stato destinato all’interno dell’azienda, pur se per categorie protette, perché non più compatibili con il tuo nuovo stato di salute.

In questo caso, visto che sei già iscritto alle categorie protette, se sei un dipendente privato potresti tentare di partecipare ai concorsi per la pubblica amministrazione (ecco un elenco dei concorsi di novembre 2022), in cui avresti una corsia preferenziale in quanto disabile iscritto, appunto, alle categorie protette.

In questo caso, potresti lasciare il tuo attuale lavoro solo in seguito alla vincita del concorso.

Se, invece, vuoi tentare nelle aziende private, è più complicato. Se non sei iscritto alle categorie protette, devi licenziarti, effettuare l’iscrizione e poi cercare lavoro, quindi potresti ritrovarti senza lavoro per parecchio tempo.

In questo caso, però, anche, se sei già iscritto alle liste di collocamento mirato, dovresti prima sempre dimetterti e poi iscriverti nuovamente alle liste, per poi cercare lavoro.

Cosa potresti fare, quindi? Il nostro consiglio è quello di cercare prima un’azienda che si dimostra disponibile ad assumerti e che prepara una bozza di contratto di assunzione.

Una volta che sarai certo di avere un’occupazione, potrai licenziarti dall’azienda per la quale lavori, iscriverti alle categorie protette e alle liste di collocamento privato e poi farti assumere dalla nuova azienda, che indubbiamente ha anch’essa delle agevolazioni per averti assunto e assolve a un suo obbligo di legge.

Per avere maggiori dettagli su come funziona il cambio lavoro per categorie protette, leggi questo nostro approfondimento.

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