Vediamo insieme cos’è il collocamento mirato con strumenti di supporto e quando si applica. (scopri le ultime notizie su categorie protette, Legge 104, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Cos’è il collocamento mirato?
Il collocamento mirato è stato introdotto dalla legge numero 68 del 12 marzo 1999: serve a promuovere l’inserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità e degli appartenenti alle categorie protette nel mondo del lavoro.
Sarà la commissione sanitaria integrata, al termine della visita di controllo, a valutare la tipologia di inserimento lavorativo più idonea alla situazione del lavoratore disabile.
Il sito lavoroepensioni.it ha spiegato quali sono gli obblighi legati alla sicurezza per i lavoratori disabili.
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Collocamento mirato con strumenti di supporto e altri casi
Il collocamento mirato può essere senza strumenti di supporto, nel caso in cui il disabile riesca a inserirsi in modo autonomo nell’ambiente lavorativo.
Le altre tipologie sono:
- collocamento mirato con il supporto di un servizio di mediazione;
- collocamento mirato con il supporto di un servizio di mediazione e con l’utilizzo di strumenti tecnici;
- percorso formativo propedeutico al collocamento mirato
- percorso per disabili psichici: avviamento al lavoro con richiesta nominativa mediante convenzioni (articolo 11 legge numero 68 del 1999);
- percorso per situazioni socio-sanitarie complesse
- non collocabile al lavoro.
Ricevuta la relazione, il lavoratore con disabilità potrà rivolgersi al Centro per l’Impiego, presso cui si è iscritto, e avviare un progetto di inserimento lavorativo, con l’obiettivo di individuare una collocazione lavorativa adeguata (deliberazione numero 65 del 17 Dicembre 2013, del Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia del Lavoro).
Cosa sono i strumenti di supporto?
Per strumenti di supporto si intendono tutte quelle forme di sostegno, di azioni positive, di soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, di strumenti e relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione (articolo 2, della legge 68 del 1999).
Collocamento mirato e obblighi per il datore di lavoro
Il collocamento mirato prevede l’obbligo per i datori di lavoro di assumere lavoratori appartenenti alle categorie protette, come disposto dagli articoli 1 e 4, comma 4.
Fanno parte delle categorie protette:
- le persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali; i portatori di handicap intellettivo, con riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% (Decreto Legislativo 23 novembre 1988, n. 509);
- le persone la cui capacità lavorativa, in occupazioni confacenti alle proprie attitudini, sia ridotta in modo permanente a meno di un terzo, a causa di infermità o difetto fisico o mentale (art. 1, comma 1, Legge 12 giugno 1984, n. 222);
- le persone con una percentuale di invalidità del lavoro superiore al 33%, accertata dall’INAIL;
- le persone non vedenti o sordomute (legge 27 maggio 1970, n. 382 e legge 26 maggio 1970, n. 381);
- le persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio, con minorazioni ascritte dalla prima all’ottava categoria delle tabelle allegate al Testo Unico delle norme in materia di pensioni di guerra (D.P.R. 23 dicembre 1978, n. 915);
- le persone inabili allo svolgimento delle proprie mansioni in seguito a infortuni o malattie, con una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 60%;
- le persone inabili a causa dell’inadempimento, accertato in sede giudiziale, da parte del datore di lavoro delle norme in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
- i profughi italiani rimpatriati;
- i coniugi e gli orfani di deceduti a causa del lavoro, di servizio svolto nelle pubbliche amministrazioni o di guerra ed equiparati;
- le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Cosa sono le quote di riserva?
Il datore di lavoro, dei settori pubblico e privato, è tenuto ad assumere un determinato numero di lavoratori disabili (quote di riserva), in proporzione al personale occupato:
- il 7% dei lavoratori occupati, più di 50 dipendenti;
- 2 lavoratori, da 36 a 50 dipendenti;
- 1 lavoratore, da 15 a 35 dipendenti.
Cos’è la banca dati del collocamento mirato?
Per raccogliere tutte le informazioni sui lavoratori appartenenti alle categorie protette e dei datori di lavoro, con la legge numero 68 del 12 marzo 1999 è stata istituita una banca dati del collocamento mirato.
I motivi sono da rintracciare nella volontà di velocizzare gli adempimenti, rafforzare i controlli e migliorare le attività di monitoraggio e valutazione.
Funziona così:
- i datori di lavoro trasmettono i prospetti informativi e le informazioni sugli accomodamenti ragionevoli adottati;
- l’INPS integra la Banca dati con informazioni sugli incentivi di cui il datore di lavoro beneficia;
- l’INAIL informa sugli interventi di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro;
- le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano incrementano le informazioni della banca dati con gli incentivi e le agevolazioni in materia di collocamento delle persone con disabilità erogate sulla base di disposizioni regionali;
- gli uffici competenti, infine, informano sulle sospensioni, sugli esoneri autorizzati, sulle convenzioni, sulle informazioni sui soggetti iscritti negli elenchi del collocamento obbligatorio, alle schede personali e agli avviamenti effettuati.

Faq sul collocamento mirato
In quali casi un’azienda può essere esonerata dall’obbligo di collocamento obbligatorio?
Esistono diverse situazioni in cui un datore di lavoro può essere esonerato dall’obbligo di collocamento obbligatorio. Una di queste è quando la peculiarità del settore produttivo non consente l’assunzione di un lavoratore con disabilità. Inoltre, le aziende che operano nel settore edile, nel trasporto aereo, marittimo o terrestre e nel settore di impianti a fune e minerario sono esonerate. Infine, l’obbligo può essere sospeso se l’azienda si trova in una situazione economica precaria o è costretta a ricorrere alla Cassa Integrazione, ai contratti di solidarietà, alla CIGS in deroga o ai licenziamenti collettivi.
Come avviene l’assunzione delle categorie protette?
L’assunzione delle categorie protette può avvenire in due modi: per chiamata nominativa, in cui il datore di lavoro assume il lavoratore più idoneo dopo una preselezione, o per chiamata numerica, in cui il datore di lavoro sceglie in base all’ordine di graduatoria della lista del Centro dell’impiego. Questo processo deve essere attuato entro 60 giorni dall’inizio dell’iter amministrativo che fa scattare le assunzioni obbligatorie.
È possibile rinunciare al collocamento mirato?
Sì, è possibile fare rinuncia al collocamento mirato. Il collocamento mirato, infatti, non è un obbligo ma un’opportunità per il lavoratore disabile. Non essendo un obbligo, hai la possibilità di iscriverti e di cancellarti dal collocamento mirato in qualsiasi momento, senza alcun tipo di problema ma rinunciando, ovviamente, a tutti i diritti ad esso collegati.
Quali sono le conseguenze della rinuncia al collocamento mirato?
Chi decide di rinunciare al collocamento mirato rinuncia a tutti i diritti ad esso collegati. Questo significa che non potrà più beneficiare delle opportunità offerte dal sistema di collocamento mirato nella ricerca di un lavoro.
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