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Lavoro e disabilità: tutte le misure e le agevolazioni

Le misure per favorire la disabilità nel lavoro arrivano dal Ministero del Lavoro e dal Ministro delle Disabilità, per rafforzare il collocamento mirato e permettere l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Vediamo nel dettaglio quali sono queste misure e i relativi obiettivi.
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24/9/23

In che modo una persona disabile può essere inserita nel mondo del lavoro? Quali sono le misure per favorire la disabilità nel lavoro?  (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico).

Le misure per favorire la disabilità nel lavoro devono essere intese come una serie di strategie da adottare da quando la persona disabile si presente al Centro per l’Impiego fino alla sua collocazione.

L’obiettivo principale è quello di delineare un percorso di collaborazione tra le istituzioni orientato a offrire un sistema di inclusione lavorativa. Ne parliamo in questo approfondimento.

Indice

Perché vengono adottate delle misure per favorire la disabilità nel lavoro?

Il 16 marzo 2022, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 1 del d.lgs. n. 151/2015, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, e l’allora Ministro per la Disabilità, Erika Stefani, hanno presentato le misure per favorire la disabilità nel lavoro (“Linee Guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità”).

Il documento, contenuto nel D.M. 11 marzo 2022, n. 43, intende «delineare un percorso di collaborazione […] orientato verso un sistema di inclusione lavorativa più efficiente e organico in tutto il Paese», capace di supportare l’occupazione delle persone con disabilità e di riconoscere il ruolo attivo dei datori nell’applicazione delle norme previste dalla Legge n. 68/1999.

Le misure incorporano i principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006 e gli obiettivi della Strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 recentemente presentata dalla Commissione Europea, assumendo la dimensione del lavoro come fondamentale per la piena inclusione sociale delle persone con disabilità su base di uguaglianza con gli altri.

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Quali sono le principali misure per favorire la disabilità nel lavoro?

Le misure per favorire la disabilità nel lavoro stabilite dal Ministero del Lavoro e dal Ministro alle Disabilità si ispirano a nove principi, quali:

  • la multidimensionalità;
  • i progetti personalizzati;
  • una rete integrata dei servizi (sanitari, sociali, istruzione, formazione, lavoro) per l’accompagnamento dei progetti personalizzati, anche mediante la presenza di équipe multidisciplinari;
  • il lavoro come centro dei percorsi di inclusione sociale;
  • la partecipazione ai progetti di inclusione proposti dai servizi; 6) le pari opportunità e la non discriminazione;
  • i sistemi informativi integrati e interoperabili;
  • un approccio orientato al modello bio-psicosociale della disabilità;
  • un rafforzamento delle capacità del sistema mediante l’investimento nella formazione degli operatori e il potenziamento delle competenze.

Il documento presentato si articola in nove capitoli. Il primo capitolo è  dedicato agli interventi modificativi della Legge n. 68/1999, che aggiorna il quadro delle competenze sulla gestione del collocamento mirato per le persone con disabilità.

Il secondo capitolo ricostruisce il processo di definizione del Patto di servizio e le misure di politica attiva del lavoro per il sostegno dell’occupabilità delle persone con disabilità,

All’interno del terzo capitolo, vengono poi descritti la procedura prevista per le assunzioni obbligatorie e le modalità operative del servizio per il collocamento mirato destinate a imprese ed enti, al fine di garantire il corretto adempimento dell’obbligo.

I successivi capitoli (dal quarto al nono) illustrano, infine, specifici approfondimenti per ciascuno dei sei principi elencati nell’articolo 1 del D.lgs. n. 151/2015, dalla promozione di «una rete integrata» e di «accordi territoriali» volti a favorire l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità, alla «valutazione e progettazione dell’inserimento in ottica bio-psicosociale» e alla «analisi delle caratteristiche dei posti di lavoro da assegnare, anche con riferimento agli accomodamenti ragionevoli che il datore di lavoro è tenuto ad adottare, incoraggiando «l’istituzione di un responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro» e «l’individuazione di buone pratiche di inclusione lavorativa».

Leggi anche cosa sono le quote di riserva e come si calcolano, quali sono le categorie protette e come iscriversi alle categorie protette, e come funziona il collocamento mirato.

A chi sono rivolte le misure per favorire la disabilità nel lavoro?

Le misure per favorire la disabilità nel lavoro prevedono interventi, concreti e specifici, rivolti a tre categorie di beneficiari dei processi di accompagnamento al lavoro, allo scopo di offrire servizi personalizzati che tengano anche conto delle specificità, risultanti dalla relazione tra la persona e il servizio per il collocamento mirato.

La prima categoria comprende i giovani con disabilità, non ancora in età da lavoro o ancora all’interno del sistema d’istruzione, che saranno accompagnati – anche attraverso l’introduzione di una figura di tutoraggio – in un percorso di inclusione sociale e di integrazione lavorativa.

La seconda categoria di beneficiari riguarda coloro che accedono per la prima volta alle liste del collocamento obbligatorio, ovvero che sono iscritti da non oltre 24 mesi, mentre la terza contempla i disoccupati da oltre 24 mesi e le persone che rientrano nel mercato del lavoro dopo dimissioni, licenziamenti o lunghi periodi di malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale o riabilitazione.

Scopri la procedura per collocamento mirato e accertamento della disabilità e come trovare più facilmente lavoro.

Misure per favorire la disabilità nel lavoro
Lavoro e disabilità: tutte le misure e le agevolazioni. Nella foto: colleghe di lavoro in ufficio

Con quali azioni vengono attuate le misure per favorire la disabilità nel lavoro?

Le misure per favorire la disabilità nel lavoro prevedono la predisposizione di reti integrate, che contemplano numerose azioni concrete, quali:

  • la ricognizione periodica, entro il 31 marzo di ogni anno, delle risorse umane, strumentali e finanziarie dedicate al collocamento mirato sui territori;
  • il coinvolgimento attivo della persona disabile nella costruzione del proprio percorso personalizzato;
  • la formalizzazione di un organigramma e di un Responsabile del processo di presa in carico e del progetto personalizzato per ciascuno degli iscritti alle liste per il collocamento mirato;
  • la presenza di équipe multidisciplinari che coinvolgono in maniera il centro per l’impiego, i servizi sociali e i servizi sanitari.

Per le persone con disabilità che chiedono l’iscrizione al collocamento mirato, si prevede l’adozione della valutazione bio-psicosociale in tutte le fasi del percorso, dall’iscrizione fino all’inserimento lavorativo, incentivando misure che rilevino i punti di forza e non le limitazioni delle persone con disabilità.

Sul fronte della domanda di lavoro, le misure per favorire la disabilità nel lavoro prevedono che i servizi di collocamento mirato raccolgano tutte le informazioni utili all’analisi del funzionamento del posto di lavoro disponibile e alla descrizione del relativo ambiente complessivo di lavoro.

Come anticipato, è previsto anche il ricorso a un Responsabile dell’inserimento lavorativo (il cosiddetto Disability manager), che – quale dipendente dell’azienda o consulente esterno – ha il  compito di risolvere i «problemi legati alle condizioni di lavoro, in raccordo con l’INAIL per le persone con disabilità» (art. 1, lett. e), d.lgs. n. 151/2015), con funzioni di mediazione e facilitazione, sia nell’accesso al contesto lavorativo, sia nella gestione dell’ambiente e del rapporto di lavoro.

Al fine di rendere pubbliche le esperienze positive, così che divengano replicabili, le misure per favorire la disabilità nel lavoro prevedono poi la raccolta sistematica delle buone pratiche, che confluiranno in una piattaforma informatica accessibile e consultabile, dinamica e aggiornabile.

Attraverso questo strumento, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – in collaborazione con ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) e con il coinvolgimento delle amministrazioni regionali competenti – potrà dar luogo al monitoraggio annuale dell’attuazione delle misure.

I risultati di queste analisi, elaborate con l’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), saranno integrati all’interno del rapporto biennale sull’attuazione delle misure della Legge 68/1999.

Entro 18 mesi dall’adozione delle misure per favorire la disabilità nel lavoro, i centri per l’impiego sono chiamati ad attuare una ricognizione sugli iscritti, per verificare le permanenze nelle liste del collocamento obbligatorio per le persone iscritte da più di 24 mesi, identificando le cause prevalenti della perdurante disoccupazione e il numero di offerte di lavoro presentate loro nello stesso periodo.

Il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, raccoglierà questi risultati per effettuarne un’analisi in funzione della proposta di eventuali opportuni interventi da assumere a livello statale, orientati alla riduzione della durata media della disoccupazione.

Su lavoroepensioni.it abbiamo trattato anche il tema delle dimissioni dal lavoro. Abbiamo approfondito il dato del Politecnico di Milano secondo cui il 41 per cento delle persone che sceglie di lasciare il proprio impiego, se ne pente dopo poco.

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