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Categorie protette, l’inserimento è definitivo?

Scopri se l'inserimento nelle categorie protette è definitivo dopo che è stato accettato e quali sono le condizioni per questa situazione.
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25/9/23

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L’inserimento nelle categorie protette è definitivo?

Il diritto alla quota di riserva prevista dall’art. 3 della legge 68/99 è condizionato all’esistenza continua di una disabilità con un grado superiore al 45% per gli invalidi civili o superiore al 33% per gli invalidi del lavoro.

Una volta ottenuta l’autorizzazione, spetta all’azienda:

  • Monitorare costantemente la presenza di una disabilità con un grado superiore al 45% per gli invalidi civili (o superiore al 33% per gli invalidi del lavoro) per i dipendenti assunti con la L.68/99 o riconosciuti ai sensi dell’art.4 della L.68/99.
  • Non considerare nel calcolo i dipendenti per i quali sia stata verificata, durante la revisione del verbale, una diminuzione della capacità lavorativa inferiore al 46%, come specificato dal Ministero del Lavoro con nota prot. n. 12/III/16475 del 10/12/2009.

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Cosa si intende per collocamento mirato?

In Italia, l’impiego delle persone disabili è disciplinato dalla Legge n. 68 del 23 marzo 1999. Fin dalla sua prima clausola, la legge manifesta l’intenzione di incoraggiare l’inserimento e l’integrazione lavorativa dei disabili nel settore lavorativo, mediante servizi di assistenza e di inserimento mirato.

Tale normativa ha introdotto l’idea del collocamento mirato, che si riferisce a un insieme di metodi utili per identificare e valutare le reali capacità lavorative e professionali di una persona disabile, con l’obiettivo di collocarla nel posto di lavoro più appropriato.

Questo approccio permette al lavoratore a seguito dell’inserimento nelle categorie protette di trovare un impiego che corrisponda meglio alle sue abilità, e offre al datore di lavoro l’opportunità di vedere l’assunzione di un lavoratore disabile come una risorsa da sfruttare.

Rispetto alla precedente legislazione (legge 482/68), la legge 68/99 ha segnato un cambio significativo, passando da un metodo di inserimento obbligatorio e vincolante a un sistema consensuale di collocamento.

A chi si applica il collocamento mirato?

L’iscrizione al collocamento mirato è destinata alle persone con disabilità appartenenti a una delle seguenti categorie:

Le attività fornite dal servizio includono l’accoglienza informativa, l’inserimento in classifica, l’abbinamento di domanda e offerta di lavoro, l’assistenza nella compilazione dei moduli, l’iscrizione, le modifiche nelle liste del collocamento dei disabili: trasferimenti di iscrizione e cancellazioni e le certificazioni di iscrizione.

Inserimento nelle categorie protette
Inserimento nelle categorie protette – L’immagine mostra un uomo in carrozzina in ufficio con un computer sulle gambe.

Quali sono gli obblighi per il datore di lavoro sull’inserimento nelle categorie protette?

I datori di lavoro pubblici e privati sono obbligati a impiegare lavoratori appartenenti alle categorie protette come segue:

  • 7% dei lavoratori se impiegano più di 50 persone
  • 2 lavoratori se impiegano tra 36 e 50 persone
  • Un lavoratore se impiegano tra 15 e 35 persone.

Per rispettare questi requisiti, i datori di lavoro assumono i lavoratori disabili inviando una richiesta di avviamento agli uffici competenti o stipulando accordi che stabiliscono un programma per raggiungere gli obiettivi occupazionali indicati nella Legge 68.

Il Decreto legislativo n. 151 del 14 settembre 2015 ha modificato le modalità di assunzioni obbligatorie, stabilendo che i datori di lavoro privati possono assumere lavoratori tramite richiesta nominativa, ma anche che, dopo 60 giorni dal momento in cui sono obbligati all’assunzione, devono presentare una richiesta numerica identificando la qualifica necessaria con il servizio per il collocamento mirato competente sulla base delle qualifiche possedute dagli iscritti nelle liste appropriate.

In circostanze eccezionali, il datore di lavoro può richiedere di essere esentato dall’assunzione obbligatoria se la sua attività rientra in uno dei seguenti settori:

  • Edilizia
  • Trasporto aereo, marittimo, terrestre: per il personale che viaggia/naviga
  • Impianti a fune
  • Settore minerario.

FAQ sull’inserimento nelle categorie protette

Come si entra a far parte delle categorie protette?

Per l’inserimento nelle categorie protette, il processo si divide in due fasi: ottenimento della documentazione necessaria dall’ASL e completamento dell’iscrizione presso il centro per l’impiego. Inizialmente, si deve fissare un appuntamento con l’ASL locale e sottoporsi al giudizio di una commissione sanitaria che certificherà la presenza dei requisiti richiesti.

Questo richiede l’intervento del medico curante e l’invio telematico di una richiesta all’INPS, che rilascerà un codice da utilizzare per richiedere la visita della commissione sanitaria. Questa richiesta deve essere fatta all’INPS, autonomamente o tramite il CAF. Dopo la visita, la commissione dell’ASL stilerà un verbale che verrà inviato all’INPS.

Una volta ricevuti questi documenti, ci si può rivolgere al centro per l’impiego locale per completare l’iscrizione alle liste delle categorie protette.

Quanti punti di invalidità servono per entrare nelle categorie protette?

Per potersi iscrivere alle categorie protette, oltre al requisito di avere una percentuale di invalidità riconosciuta del 46% o superiore, è necessario aver raggiunto i quindici anni di età, non essere ancora in età pensionabile e trovarsi in stato di disoccupazione.

Cosa si può fare con il 46% di invalidità?

Con una percentuale di invalidità civile del 46%, si applicano due benefici. Il primo riguarda l’aspetto sanitario, ovvero la disponibilità gratuita di ausili e protesi, che dipende dalla diagnosi specificata nel certificato di invalidità. Il secondo beneficio è legato all’ambito lavorativo, con la possibilità di accedere ai servizi del collocamento mirato.

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