Qual era l’obiettivo della class action promossa dall’Associazione Luca Coscioni? Cosa deve cambiare in merito all’erogazione degli ausili ai disabili? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
Accolta dal Consiglio di Stato la class action pubblica promossa dall’Associazione Luca Coscioni contro il Ministero della Salute, per il diritto delle persone con disabilità all’ottenimento di ausili ai disabili.
La class action ha chiesto al Ministero di attuare le normative in vigore, in modo da rimuovere immediatamente ogni ostacolo che impedisce a chi ne ha bisogno di ricevere i giusti e idonei dispositivi in base alle proprie esigenze.
Vediamo perché è necessario questo intervento del Governo e cosa cambierebbe con le modifiche.
Indice
- Perché una class action per gli ausili ai disabili?
- Le modalità di erogazione di ausili ai disabili nel nomenclatore tariffario
- L’intervento del Ministero della Salute sugli spostamenti negli elenchi degli ausili ai disabili?
- La class action e il ricorso sugli ausili ai disabili
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Perché una class action per gli ausili ai disabili?
È di qualche giorno fa la notizia che, finalmente, il Governo abbia raggiunto l’intesa Stato-Regioni sul decreto Tariffe, che consente la piena efficacia dei nuovi Livelli essenziali di assistenza varati nel 2017.
Il Dpcm del 2017, infatti, innova i nomenclatori della specialistica ambulatoriale e degli ausili ai disabili, introducendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed escludendo prestazioni superate. Ne abbiamo parlato in maniera approfondita in questo articolo: Disabili e nuovi Livelli essenziali di assistenza.
Precedentemente a questa innovazione, però, l’Associazione Luca Coscioni si era già mossa per attivare una class action con l’obiettivo di far valere ai cittadini a ottenere ausili e protesi personalizzati sulla base delle singole esigenze.
Cerchiamo di capire perché, quali sono le modalità di erogazione degli ausili attuali e quale modifica è necessaria.
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Le modalità di erogazione di ausili ai disabili nel nomenclatore tariffario
L’oggetto del contendere della class action promossa dall’Associazione Luca Coscioni sono le modalità di erogazione degli ausili ai disabili, disciplinati dal nomenclatore tariffario: il DM del 27 agosto 1000 n. 332, aggiornato poi con i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) nel nuovo DPCM 12 gennaio 2017.
L’aggiornamento del 2017 ha registrato alcuni cambiamenti nella classificazione e quindi nella modalità di erogazione degli ausili ai disabili.
In pratica, l’allegato 5 del DPCM 12 gennaio 2017 ha suddiviso le tipologie di ausili in due elenchi:
- l’elenco 1 riporta gli ausili su misura, cioè quelli fabbricati appositamente in base alla prescrizione di un medico specialista;
- l’elenco 2 è stato invece suddiviso a sua volta in elenchi 2a e 2b, che riportano rispettivamente gli ausili di serie che richiedono la messa in opera da parte di un tecnico abilitato e gli ausili di serie pronti per l’uso.
Cosa è successo? È successo che, nella riorganizzazione degli elenchi, alcune tipologie di ausili contenuti nel DPCM del 1999 nell’elenco 1 (ausili su misura), sono state spostate nell’elenco 2, nonostante siano destinate a persone con bisogni particolarmente complessi.
La conseguenza è stata che gli ausili che dovevano essere erogati tramite fornitura di dispositivi realizzati su misura, essendo spostati nell’elenco 2 devono essere fornite dall’ASL, e non si dà più la possibilità data all’assistito di scegliere un tecnico di fiducia).
Questo vuol dire che è l’ASL a stabilirne il costo e le acquista tramite gare d’appalto: quindi la persona disabile non ha più la possibilità di individuare l’ausilio più adatto alle proprie specifiche esigenze e di scegliere chi deve erogare la prestazione.
Il Ministero della Salute, successivamente, è intervenuto su questo “spostamento”: vediamo come.
Leggi anche chi paga le protesi e gli ausili, in quali casi devi integrare la spesa e come puoi fare per richiederli.
L’intervento del Ministero della Salute sugli spostamenti negli elenchi degli ausili ai disabili?
Il legislatore è poi intervenuto sulle modalità di fornitura di alcuni specifici ausili per disabili con l’articolo 30-bis, Legge n. 96 del 2017.
Per spiegarlo in maniera molto semplificata, evitando il più possibile i tecnicismi, il Ministero ha disposto, nel comma 1, che gli ausili indicati negli elenchi 2a e 2b siano individuati e allestiti a misura, per soddisfare le specifiche esigenze delle persone con disabilità gravi e complesse.
A occuparsi di ciò devono essere le Regioni, attivando procedure a evidenza pubblica che prevedano l’intervento di un tecnico abilitato per individuare e personalizzare gli ausili entro 16 mesi dall’entrata in vigore della conversione del decreto.
Al secondo comma, il Ministero della Salute precisa che, se entro 16 mesi dalla conversione del decreto, non siano state soddisfatte queste esigenze, trasferirà gli ausili per disabili di cui al comma 1 nell’elenco 1 (quello in cui erano presenti in origine), fissando le relative tariffe, “a condizione che ciò non determini nuovi o maggiori oneri sulla finanza pubblica”.
La class action dell’Associazione Luca Coscioni è partita proprio per denunciare l’inadempienza del Ministero della Salute in merito alle conversioni della Legge n. 96 del 2017.
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La class action e il ricorso sugli ausili ai disabili
L’associazione Luca Coscioni aveva dunque mosso una class action contro il Ministero della Salute per inadempienza rispetto a quanto previsto dalla Legge.
In prima battuta, il TAR Lazio ha accolto, ad agosto 2022, la class action, ordinando, con sentenza TAR Lazio, Sez. III quater, 2 agosto 2022, n. 10870 al Ministero, l’attuazione di quanto previsto dall’articolo 30-bis.
Il Ministero della Salute, però, ha deciso di presentare ricorso, sostenendo che le esigenze di contenimento della spesa pubblica, derivanti da un eventuale trasferimento dei dispositivi elencati nell’allegato 1-bis nell’elenco 1, renderebbero superflua ogni istruttoria.
Ebbene: il Consiglio di Stato ha risposto che la verifica sull’impatto economico, anche se necessaria, deve tenere conto che gli interventi previsti dall’articolo 30-bis (trasferimento degli elenchi degli ausili ai disabili) mirano al soddisfacimento di diritti fondamentali e irriducibili della persona, quali la salute e la dignità umana.
Pertanto, il Consiglio ha accolto la richiesta dell’Associazione Coscioni e ha ordinato al Ministero della Salute di avviare e concludere il procedimento previsto dall’articolo 30-bis, comma 2, Legge 96 del 2017 riguardante le verifiche sull’effettivo soddisfacimento delle specifiche esigenze degli assistiti con disabilità grave e complessa nell’erogazione dell’assistenza protesica.
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