In caso di disabilità o menomazioni, chi paga le protesi e gli ausili? In quali casi questi ausili sono totalmente gratuiti e quando invece è necessaria un’integrazione economica da parte del richiedente? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Alcune categorie di persone hanno diritto a protesi e ausili totalmente gratuiti per la prevenzione, la correzione o la compensazione di menomazioni o disabilità funzionali conseguenti a patologie o lesioni, al potenziamento delle abilità residue e alla promozione della propria autonomia.
Ci chiediamo: queste protesi sono gratuite o in alcuni casi si pagano? Chi paga le protesi e gli ausili? Ne parliamo in questo approfondimento.
Indice
- Chi paga le protesi e gli ausili
- Chi paga le protesi e cosa si intende per protesi e ausili
- Chi paga le protesi e cosa include il nomenclatore
- Chi paga le protesi e quali tipologie non sono del tutto gratuite
- Chi paga le protesi: beneficiari
- Chi paga le protesi e come richiederle
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Chi paga le protesi e gli ausili
Vediamo subito chi paga le protesi e gli ausili. È il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) a garantire alle persone riconosciute invalide o in attesa di riconoscimento dell’invalidità le prestazioni sanitarie che comportano l’erogazione di protesi, ortesi e ausili.
I dispositivi e l’assistenza tecnica e sanitaria forniti dal SSN sono specificati nel nomenclatore dell’assistenza protesica, che è parte integrante dei Livelli essenziali di assistenza.
Il nomenclatore descrive nei particolari le tipologie e le caratteristiche delle protesi, dei presidi, degli ausili e delle ortesi, fatti su misura o di serie, che il SSN prevede di fornire agli assistiti.
Prima di vedere quali tipi di dispositivi include il nomenclatore, cerchiamo di capire cosa si intende per protesi e ausili.
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Chi paga le protesi e cosa si intende per protesi e ausili
Abbiamo visto che, chi paga protesi e ausili, è il SSN. Ma cosa si intende per protesi e ausili? Cosa sono i presìdi?
Andiamo per ordine. Protesi e ortesi sono apparecchiature che permettono di sostituire parti del corpo, supplire o migliorare le funzioni compromesse, come ad esempio le protesi oculari su misura, gli apparecchi acustici, busti e corsetti ecc.
Gli ausili, come ad esempio le carrozzelle o i girelli, sono quegli strumenti utili per compiere azioni altrimenti impossibili o difficili da eseguire.
I presìdi, infine, sono oggetti che aiutano a prevenire o curare determinate patologie, come ad esempio il catetere per l’incontinenza, i pannoloni, ecc.
Protesi, ausili e presìdi, come abbiamo visto sono pagati dal SSN. Non tutti però sono presenti nel nomenclatore: ne parliamo nel prossimo paragrafo.
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Chi paga le protesi e cosa include il nomenclatore
Anche se chi paga le protesi è il SSN, devi sapere che il nomenclatore a cui fa riferimento il Servizio Sanitario non include qualunque tipo di dispositivo esista in commercio, ma descrive in generale i tipi di dispositivi che i medici di base e gli specialisti possono prescrivere a spese delle Asl, precisando:
- le condizioni in cui possono essere prescritti;
- i limiti di erogabilità;
- le tariffe di rimborso previste.
Di conseguenza, i dispositivi descritti nel nomenclatore non sono sempre forniti del gratuitamente ai pazienti, né sono prescrivibili in tutte le condizioni di salute.
Vediamo quindi quali sono le protesi e gli ausili che non sono forniti del tutto gratuitamente.
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Chi paga le protesi e quali tipologie non sono del tutto gratuite
Abbiamo detto che, chi paga le protesi e gli ausili, è il SSN, ma anche come i dispositivi non sempre sono forniti gratuitamente.
I dispositivi riconducibili a una tipologia descritta nel nomenclatore, ma che presentano caratteristiche strutturali, funzionali o estetiche non previste dalle descrizioni del nomenclatore, sono comunque prescrivibili ai pazienti, ma non sono forniti gratuitamente.
In questi casi, sarà il cittadino a farsi carico dell’eventuale differenza tra il prezzo del dispositivo e la tariffa di rimborso prevista dall’azienda sanitaria.
In questi casi, il contributo all’acquisto autorizzato dall’Asl, di cui si può usufruire solo nei centri e nei negozi convenzionati con l’azienda sanitaria, andrà a coprire solo una parte dell’importo totale.
Restano poi a carico del paziente le prestazioni di manutenzione correlate alle caratteristiche peculiari del dispositivo.
Vediamo adesso chi può richiedere una protesi, un ausilio o un presidio.
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Chi paga le protesi: beneficiari
Dopo aver chiarito chi paga le protesi e in quali casi sono totalmente a carico del SSN, vediamo chi può richiedere l’assistenza protesica.
L’assistenza protesica è fornita alle persone disabili, a quelle riconosciute invalide o in attesa di riconoscimento dell’invalidità, o a quanti ne hanno necessità anche per un periodo limitato, sempre in relazione alle menomazioni e alle disabilità riconosciute.
L’articolo 18 dei nuovi Livelli essenziali di assistenza specifica quali sono i destinatari dell’assistenza protesica:
- persone con invalidità civile, di guerra e per servizio, persone con cecità totale o parziale o ipovedenti gravi e persone sorde;
- minori di 18 anni con invalidità grave e permanente;
- persone che hanno presentato istanza di riconoscimento dell’invalidità, le cui menomazioni accertate comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore ad un terzo;
- persone in attesa di accertamento dell’invalidità, quando lo specialista prescrittore attesti la necessità urgente di una protesi, di un’ortesi o di un ausilio;
- persone ricoverate in strutture pubbliche o accreditate con menomazioni gravi e permanenti e con urgente necessità di applicazione di una protesi, ortesi o ausilio prima delle dimissioni, contestualmente all’avvio della procedura di riconoscimento dell’invalidità. Questo vale anche qualora il paziente fosse ricoverato al di fuori del territorio della sua Asl di residenza;
- persone amputate di arto, donne che hanno subito una mastectomia o con malformazioni congenite che comportino l’assenza di una o entrambe le mammelle o della ghiandola mammaria e persone che hanno subito un intervento di demolizione dell’occhio;
- persone affette da una malattia rara, in funzione delle menomazioni correlate alla malattia.
Le Regioni e le province autonome possono fornire protesi, ortesi e ausili a persone con gravi disabilità transitorie, assistite in regime di ospedalizzazione domiciliare, di dimissione protetta o di assistenza domiciliare integrata per un periodo di 60 giorni, eventualmente prorogabile.
Per concludere, vediamo come richiedere protesi, ausili e presìdi.
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Chi paga le protesi e come richiederle
Chi paga le protesi lo abbiamo visto, adesso cerchiamo di capire come richiederle.
L’Azienda sanitaria locale fornisce ausili, protesi, ortesi e presìdi agli assistiti dietro prescrizione, ove necessario e in relazione alla disabilità.
La prescrizione può essere formulata solo da un medico specialista che sia abilitato a prescrivere le protesi per la propria area di specializzazione.
Le Regioni e le aziende sanitarie possono predisporre degli elenchi dei medici prescrittori abilitati, consultabili dai cittadini. In alcune Regioni la prescrizione di alcune protesi può essere effettuata anche dal medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta.
Per ottenere uno dei dispositivi, è però necessario che il medico specialista formuli un piano riabilitativo-assistenziale individuale sulla base delle necessità dell’assistito. Il piano assistenziale deve riportare:
- l’indicazione della patologia o della lesione causa di disabilità;
- la diagnosi funzionale che specifichi le menomazioni o la disabilità;
- la descrizione del programma di trattamento;
- la tipologia di dispositivo e le eventuali personalizzazioni;
- i modi ed i tempi d’uso del dispositivo, l’eventuale necessità di aiuto nell’impiego, le possibili controindicazioni ed i limiti di utilizzo;
- le modalità di verifica degli esiti ottenuti rispetto a quelli attesi.
L’erogazione deve essere autorizzata dall’Asl di residenza, successivamente alla verifica amministrativa della titolarità del diritto all’assistenza protesica, nonché della presenza del piano riabilitativo-assistenziale e della completezza della prescrizione.
La persona invalida dovrà quindi fare richiesta all’Ufficio competente (Ufficio invalidi o ufficio protesi etc.) della propria Asl di residenza, compilando la domanda su modello prestampato. Alla domanda vanno allegati:
- una fotocopia di un documento d’identità o autocertificazione dei propri dati anagrafici;
- il certificato di invalidità;
- la prescrizione del medico specialista del SSN, pubblico o convenzionato, competente per la tipologia di menomazione o disabilità;
- il programma riabilitativo dove, tra l’altro, devono essere specificate da parte del medico, le modalità, la durata di impiego del dispositivo e le eventuali controindicazioni.
L’Asl deve pronunciarsi entro 20 giorni dalla richiesta. Scaduto questo tempo la domanda si intende comunque accettata.
Infine, il dispositivo viene collaudato dal medico prescrittore nei tempi definiti dalle regioni, presso il domicilio in caso di disabile non deambulante o presso un negozio di sanitari convenzionato con il Servizio Sanitario Regionale, dove è necessario portare la documentazione necessaria (firmata dal medico prescrittore).
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