Lavoro e sclerosi multipla: tutele per assistere i familiari

Lavoro e sclerosi multipla: ecco l'elenco delle agevolazioni lavorative, quando e a chi spettano.
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26/9/23

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Indice

Lavoro e sclerosi multipla: l’elenco delle agevolazioni lavorative

In questo approfondimento vi parliamo di lavoro e sclerosi multipla e delle agevolazioni lavorative per assistere familiari colpiti da questa malattia.

Le tutele sono disciplinate dalla Legge 104. Ci sono due principali agevolazioni lavorative riconosciute ai lavoratori dipendenti: i permessi retribuiti e il congedo straordinario.

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Lavoro e sclerosi multipla: permessi retribuiti

I permessi retribuiti possono essere sfruttati sia dal lavoratore con disabilità che dal suo familiare.

Se è il disabile a fruirne, i permessi possono essere di:

• due ore giornaliere (una sola ora se l’orario è inferiore alle 6 ore giornaliere);

• tre giorni al mese.

Se è il familiare a fruirne, i permessi possono essere di:

• tre giorni al mese, frazionabili in ore.

I permessi lavoratori retribuiti non possono essere cumulabili. Ovvero, se in un mese il lavoratore non fruisce di tutti i 3 giorni di permesso, non potrà aggiungerli ai 3 del mese successivo.

Nel caso in cui il portatore di handicap grave è un minore, i giorni di permesso possono essere utilizzati alternativamente dai due genitori, rispettando il numero massimo di 3 giorni al mese.

Non si ha diritto ai permessi lavorativi se il familiare è ricoverato a tempo pieno presso strutture ospedaliere o presso strutture pubbliche e private che assicurino assistenza sanitaria.

Chi sono i familiari che possono sfruttare le agevolazioni su lavoro e sclerosi multipla?

• Il coniuge o la parte dell’unione civile;

• parenti o affini entro il secondo grado;

• parenti o affini entro il terzo grado (se i genitori o il coniuge della persona con handicap grave abbiano compiuto 65 anni di età oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti);

• dopo la sentenza della Corte Costituzionale nel 2016, possono fruire dei permessi retribuiti dal lavoro anche i conviventi more uxorio delle persone portatrici di handicap grave.

Leggi tutti gli approfondimenti sui permessi retribuiti.

Lavoro e sclerosi multipla: congedo straordinario

L’altra agevolazione su lavoro e sclerosi multipla più importante è il congedo straordinario. Dura 2 anni in tutta la vita lavorativa e può essere sfruttato soltanto dai lavoratori che assistono una persona con disabilità grave.

Possono averne diritto:

  • il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente;
  • il padre o la madre, se il coniuge convivente o la parte dell’unione civile è mancante, deceduta o invalido/a;
  • uno dei figli conviventi, se coniuge, parte dell’unione civile e genitori sono impossibilitati (mancanti, deceduti o invalidi);
  • uno dei fratelli o sorelle conviventi, se coniuge, parte dell’unione civile, genitori e figli sono impossibilitati (mancanti, deceduti o invalidi);
  • un parente o affine entro il terzo grado convivente, se gli altri beneficiari sono mancanti, deceduti o invalidi.

L’assistenza allo stesso figlio con handicap prevede il riconoscimento del congedo straordinario per entrambi i genitori, anche se adottivi, a patto che venga fruito alternativamente.

Durante il periodo di congedo, il beneficiario riceve un’indennità di importo pari all’ultima retribuzione. Il periodo è coperto da contribuzione figurativa.

Leggi tutti gli approfondimenti sul congedo straordinario.

Lavoro e sclerosi multipla: le altre agevolazioni

Oltre ai permessi retribuiti e al congedo straordinario, esistono altre agevolazioni su lavoro e sclerosi multipla.

Ecco l’elenco completo:

  • scelta della sede di lavoro più vicina al proprio domicilio (commi 5 e 6 dell’articolo 33 della Legge 104/1992);
  • rifiutare il trasferimento presso un’altra sede di lavoro, senza consenso (commi 5 e 6 dell’articolo 33 della Legge 104/1992);
  • richiesta di part-time per i lavoratori con sclerosi multipla (dipendenti pubblici o privati), per conciliare cure e lavoro (art. 8, comma 3 del d. lgs. n. 81/2015);
  • il telelavoro, con cui il lavoratore si avvale di una postazione di lavoro installata presso il suo domicilio o in un locale del quale abbia disponibilità (accordo interconfederale del 09/06/2004);
  • lo smart working, che prevede lo svolgimento di parte dell’attività lavorativa al di fuori dei locali aziendali attraverso il supporto di strumenti telematici (d. lgs. n. 81/2017);
  • congedo per cure (solo per i lavoratori con invalidità almeno al 50%)
  • congedo parentale, entrambi i genitori possono assentarsi dal lavoro, entro i primi 12 anni di vita del bambino, secondo il D.lgs. n. 151/2001 (art. 32 e ss.).
  • congedo di due anni per gravi motivi familiari, in modo frazionato o continuativo.
Lavoro e sclerosi multipla
Lavoro e sclerosi multipla: in foto uno stetoscopio e il nastrino simbolo della lotta alla sclerosi multipla.

Lavoro e sclerosi multipla: collocamento obbligatorio

Abbiamo visto quali sono le agevolazioni sul lavoro e sclerosi multipla, la malattia autoimmune cronica demielinizzante, che colpisce il sistema nervoso centrale.

Per la sclerosi multipla esistono tre diverse percentuali di invalidità, in base allo stadio della patologia:

  1. sclerosi multipla EDSS 4-5: invalidità dal 61 all’80%;
  2. sclerosi multipla EDSS 5,5: invalidità dall’81 al 90%;
  3. sclerosi multipla EDSS pari o superiore a 6: invalidità del 100%;

In ogni caso, la percentuale di invalidità è superiore al 45%, il minimo per rientrare nelle categorie protette e fruire del collocamento obbligatorio (Legge 68/1999), tramite l’iscrizione ai Centri per l’impiego.

Le aziende con almeno 15 dipendenti e fino a 35 dipendenti hanno l’obbligo di assumere una persona con disabilità.

Con 35-50 dipendenti, l’obbligo sale a 2 lavoratori con disabilità.

Oltre i 50 dipendenti, almeno il 7% deve essere iscritto alle categorie protette.

In questo approfondimento vi abbiamo spiegato che il collocamento obbligatorio (o mirato) non è sempre un dovere per il datore di lavoro.

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