Lavoratore disabile dopo assunzione

Lavoratore disabile dopo l’assunzione: bisogna comunicarlo al datore di lavoro? Si può rientrare nelle quote di riserva? Scopriamolo in questo articolo.
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23/9/23

Oggi vi parliamo dei diritti e degli obblighi per il lavoratore disabile dopo l’assunzione e come funziona con le quote di riserva (scopri le ultime notizie su categorie protette, Legge 104, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Lavoratore disabile dopo l’assunzione

In diversi nostri approfondimenti su The Wam, Invalidità e Diritti e Lavoro e Pensioni, vi abbiamo parlato di legge 68 del 1999, di collocamento mirato, di centri per l’impiego, di quote di riserva e degli obblighi per i datori di lavoro nell’assumere lavoratori con disabilità.

In questo approfondimento, invece, vogliamo soffermarci su cosa accade quando il lavoratore diventa disabile dopo l’assunzione.

Questi è obbligato a comunicarlo al suo datore di lavoro? Ha diritto a rientrare nelle quote di riserva? Rischia il licenziamento? Rispondiamo per gradi.

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Lavoratore disabile dopo l’assunzione e quote di riserva

Iniziamo col dirvi che, ai sensi dell’articolo 4, comma 4, della legge numero 68 del 1999, i lavoratori assunti come normodotati, che a seguito di malattia o di infortunio diventano inabili allo svolgimento delle proprie mansioni, entrano a far parte delle quote di riserva.

Con quota di riserva ci riferiamo al numero di posti riservati ai lavoratori con disabilità, che ogni azienda è obbligata ad assumere. Il numero di dipendenti disabili è calcolato in base alla quota totale dei lavoratori assunti in quell’azienda (base di computo), come vedremo in seguito.

Per rientrare nella quota di riserva, il lavoratore divenuto inabile deve soddisfare tre requisiti:

  • essere riconosciuto inabile a svolgere le proprie mansioni;
  • aver subito una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 60%;
  • l’inabilità non deve essere stata causata da inadempimento da parte del datore di lavoro, accertato in sede giurisdizionale, delle norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro.

Dunque, in presenza di questi tre requisiti fondamentali, il lavoratore divenuto inabile alle mansioni, dopo essere stato assunto, avrà diritto a rientrare tra le quote di riserva.

Lavoratore disabile dopo l’assunzione: deve comunicarlo?

Ma il lavoratore disabile è tenuto a comunicare la sua sopravvenuta inabilità alle mansioni? No, la legge non obbliga il dipendente disabile a informare il datore di lavoro.

Nel caso in cui, il lavoratore disabile decidesse di informare il proprio datore di lavoro, il suo contratto a tempo indeterminato potrà essere convertito come assunzione di disabile.

Lavoratore disabile dopo l’assunzione: rischia il licenziamento?

Ma il datore di lavoro può licenziare un lavoratore disabile? La legge lo consente, ma prevede anche una serie di tutele a disposizione del lavoratore.

Ad esempio, non è possibile, per il datore di lavoro, licenziare un dipendente disabile solo sulla base del parere di un medico. Occorre la valutazione di un’apposita commissione medica.

Allo stesso tempo, un lavoratore disabile che supera il periodo di comporto (totale delle assenze per malattia effettuate da un lavoratore dipendente), non può essere automaticamente licenziato.

L’azienda dovrà provare, con dati e riferimenti precisi, che l’eventuale ricollocazione del lavoratore incide in maniera grave sull’organizzazione lavorativa causando costi elevati.

Dunque, solo se si dimostra che il lavoratore disabile non possa essere utilizzato per altre mansioni, perché si pregiudica la gestione dell’impresa, il licenziamento potrà essere considerato legittimo.

Quote di riserva e obblighi per il datore di lavoro

Tornando alle quote di riserva, ogni datore di lavoro o azienda è obbligato/a ad assumere una “quota” di lavoratori disabili appartenenti alle categorie protette (invalidi civili, invalidi del lavoro, non vedenti, sordomuti, invalidi di guerra e di servizio e altre categorie tutelate dalla legge) e iscritti presso i centri per l’impiego del Comune di residenza, sulla base del numero di dipendenti totali assunti.

È obbligatorio assumere:

  • un lavoratore disabile se l’azienda ha dai 15 ai 35 dipendenti occupati;
  • due lavoratori disabili se l’azienda ha dai 36 ai 50 dipendenti occupati;
  • il 7% di appartenenti alle categorie protette se l’azienda ha più di 50 dipendenti occupati.

Quote di riserva: quando non è obbligatorio assumere lavoratori disabili?

Se il datore di lavoro dovesse versare in situazioni economiche deficitarie o nel caso in cui abbia fatto ricorso alla Cassa Integrazione, ai contratti di solidarietà, oppure alla CIGS in deroga o abbia avviato una procedura di licenziamento collettivo, gli obblighi del collocamento mirato sono sospesi.

Un’altra condizione che fa sospendere l’obbligo è legata alle peculiarità del settore produttivo (faticosità o pericolosità della prestazione; particolari modalità di svolgimento della mansione), che rendono difficile o impossibile occupare l’intera quota di riserva.

Il datore di lavoro può richiedere di essere parzialmente esonerato dall’obbligo di assunzione.

Lavoratore disabile dopo l’assunzione
Lavoratore disabile dopo l’assunzione: in foto un lavoratore in carrozzina e la sua datrice di lavoro.

Faq su legge 68/1999 e collocamento mirato

È possibile rinunciare al collocamento mirato?

Sì, è possibile fare rinuncia al collocamento mirato. Il collocamento mirato, infatti, non è un obbligo ma un’opportunità per il lavoratore disabile. Non essendo un obbligo, hai la possibilità di iscriverti e di cancellarti dal collocamento mirato in qualsiasi momento, senza alcun tipo di problema ma rinunciando, ovviamente, a tutti i diritti ad esso collegati.

Quali agevolazioni spettano per l’assunzione di disabili?

I datori di lavoro che assumono lavoratori disabili possono beneficiare di uno sgravio contributivo di 36 mesi e in misura variabile in base alla percentuale di riduzione della capacità lavorativa del lavoratore impiegato.

Che cos’è il prospetto informativo?

I datori di lavoro pubblici e privati, con un numero di dipendenti occupati superiori a 15 unità, hanno l’obbligo (ma solo se vi sono state variazioni nella situazione occupazionale) di inviare agli uffici competenti un prospetto informativo sulla loro situazione occupazionale, ogni anno, entro il 31 gennaio.

Posso essere licenziato se sono assunto tramite collocamento mirato?

È importante ricordare che il licenziamento di una persona disabile dovrebbe essere basato su ragioni legittime, come la riduzione del personale o il mancato adempimento degli obblighi lavorativi. Il collocamento mirato non dovrebbe essere motivo di licenziamento discriminatorio.

Quando può avvenire un licenziamento per inidoneità nelle categorie protette?

Un lavoratore appartenente alle categorie protette può incontrare un peggioramento della salute che lo rende inadatto alla sua mansione. In questi casi, il datore di lavoro ha la possibilità di sospenderlo dal suo lavoro senza diritto alla retribuzione. Il licenziamento si verifica quando, anche dopo l’adattamento a nuove funzioni, si conferma l’impossibilità definitiva di reinserimento del lavoratore in azienda.

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