Invalidità civile 100 per cento pensione anticipata

Invalidità civile al 100 per cento e pensione anticipata: ecco come accedervi e quali altri soluzioni previdenziali sono a disposizione dei lavoratori invalidi.
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26/9/23

Oggi vi parliamo di invalidità civile al 100 per cento e pensione anticipata (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Invalidità civile al 100 per cento e pensione anticipata

Con un’invalidità civile al 100% si ha sicuramente diritto ad anticipare la pensione.

In realtà, l’anticipo della pensione, introdotto dalla legge Amato nel 1992, spetta già con una percentuale di invalidità pari o superiore all’80%: parliamo della pensione di vecchiaia anticipata per invalidi civili.

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Pensione di vecchiaia anticipata per invalidi civili

La misura è rivolta soltanto ai dipendenti privati. Non è accessibile né ai lavoratori autonomi e neppure ai dipendenti pubblici, per i quali sono previste altre tre soluzioni:

Pensione di vecchiaia anticipata per invalidi civili: requisiti

Dunque, i dipendenti del settore privato, con un’invalidità del 100% (ma, ripetiamo, basta l’80% di invalidità) possono anticipare la pensione, con questi requisiti:

  • 20 anni di contributi versati;
  • 61 anni di età (uomini), 56 anni di età (donne). Se il lavoratore o la lavoratrice è non vedente, il requisito anagrafico si abbassa a 56 anni (uomini) e 51 anni (donne).

La decorrenza della pensione scatta con l’applicazione della finestra mobile di 12 mesi: significa che il primo assegno verrà pagato dopo un anno dall’accesso alla pensione.  

Se la commissione medica dell’INPS dovesse ritenere che la percentuale di invalidità pari o superiore all’80% risulta precedente al compimento dell’età anagrafica richiesta, la finestra mobile andrà considerata dal momento del perfezionamento del requisito anagrafico.

Altrimenti, se la percentuale di invalidità richiesta fosse già presente al perfezionamento del requisito, la finestra mobile dovrà essere considerata dal riconoscimento dello stato invalidante.

Pensione di vecchiaia anticipata per invalidi civili: come calcolarla

Per calcolare l’importo della pensione di vecchiaia anticipata si utilizzano gli stessi sistemi di una normale pensione, in base al periodo in cui sono stati versati i contributi:

  • retributivo (se tutti i contributi sono stati versati entro il 1996);
  • misto (se i contributi sono stati versati sia prima che dopo il 1996);
  • contributivo (se tutti i contributi sono stati versati a partire dal 1996).

Volessimo fare un paio di esempi pratici, un lavoratore dipendente privato, invalido al 100%, con 20 anni di contributi versati totalmente a partire dal 1° gennaio 1996, con una retribuzione lorda annua di 28.000 euro, al compimento dei 61 anni di età, riceverebbe una pensione di 8.767 euro lordi annui (circa 450 euro netti al mese).

Basta moltiplicare la retribuzione lorda annua (28.000 euro) per 33% (l’aliquota di computo per i dipendenti privati) per avere la quota di contributi versati in un anno: 9.240.

Questa va moltiplicata per gli anni di contributi maturati (20), per avere l’importo del montante contributivo: 184.800 euro.

Su questo valore viene applicato il coefficiente di trasformazione, che con 61 anni di età è del 4,744%. Il 4,744% di 184.800 euro è 8.767 euro, l’ammontare lordo di un anno di pensione.

Invece, una dipendente privata di 56 anni (coefficiente del 4,270%), invalida al 100%, con 20 anni di contributi versati tutti dal 1996 in poi, e una retribuzione lorda annua di 28.000 euro, percepirà una pensione di 7.890 euro lordi annui, circa 400 euro netti al mese.

Pensione anticipata per invalidi civili: altre tre soluzioni

Ricordiamo che il nostro ordinamento previdenziale consente ai lavoratori invalidi al 100% di accedere ad altre tre soluzioni pensionistiche anticipate:

  • l’Ape Sociale;
  • Opzione Donna;
  • Quota 41 per lavoratori precoci.

L’Ape Sociale

L’Ape Sociale è l’anticipo pensionistico che accompagna il lavoratore dai 63 anni di età all’età pensionabile, attraverso l’erogazione di un assegno il cui valore è pari all’importo della pensione maturata al momento della domanda, ma comunque non superiore a 1.500 euro lordi al mese.

Ai lavoratori invalidi, l’accesso è consentito al compimento dei 63 anni di età, con 30 anni di contributi versati. Per fare domanda “basta” un’invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%.

Opzione Donna

Stesso discorso per Opzione Donna, la misura dedicata alle donne lavoratrici, tra cui le dipendenti invalide: il diritto scatta al compimento dei 60 anni di età (ma se la lavoratrice ha avuto un figlio il requisito anagrafico s’abbassa a 59 anni; se ne ha avuti due o più di due, si può andare in pensione a 58 anni), con 35 anni di contributi versati.

Quota 41 precoci

Infine, Quota 41 per lavoratori precoci permette di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro anche ai lavoratori invalidi con una percentuale minima del 74%. Occorre aver maturato 41 anni di contributi, di cui uno versato prima di compiere 19 anni.

Invalidità civile al 100 per cento e pensione anticipata
Invalidità civile al 100 per cento e pensione anticipata: in foto un uomo in sedia a rotelle.

Faq sulla pensione anticipata per invalidi civili

Posso accedere alla pensione anticipata se percepisco l’Assegno ordinario di invalidità?

Purtroppo, chi percepisce l’Assegno ordinario di invalidità non può accedere alla pensione anticipata. Questa possibilità è accessibile solo se non si rinnova l’Assegno ordinario di invalidità alla scadenza dei 3 anni. In caso contrario, è preclusa la possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni.

Qual era la vecchia versione di Opzione donna?

La vecchia versione permetteva alle lavoratrici di andare in pensione a 58 anni (se dipendenti) o a 59 (se autonome), con 35 anni di versamenti INPS e l’importo calcolato interamente con il sistema contributivo.

Cosa prevede l’Ape Sociale estesa?

L’Ape Sociale estesa è un’anticipazione pensionistica che potrebbe permettere a determinate categorie di lavoratori di andare in pensione in anticipo rispetto all’età stabilita dalla legge. La sua possibile estensione è uno dei temi principali in discussione nel dibattito sulla riforma pensionistica.

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