Chi ha l’indennità di accompagnamento può vivere solo? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Chi ha l’indennità di accompagnamento può vivere solo?
La persona disabile, titolare di accompagnamento, è obbligato ad avere un accompagnatore in casa oppure può vivere da solo?
Questa è una questione poco affrontata, ma piuttosto importante, a cui rispondiamo: no, la legislazione vigente non limita la libertà personale del titolare dell’indennità di accompagnamento.
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Accompagnatore in casa: non è obbligatorio
Il percettore della prestazione assistenziale erogata dall’INPS agli invalidi totali non autosufficienti, può tranquillamente vivere solo in casa e non è obbligato a vivere con altre persone (accompagnatori o assistenti).
Il bisogno di avere un assistente che semplifichi le normali funzioni della vita quotidiana, come mangiare, vestirsi, lavarsi o di un assistente che aiuti il disabile, impossibilitato a deambulare correttamente, negli spostamenti non si traduce in un obbligo.
Munirsi di un accompagnatore è sicuramente necessario affinché la vita del disabile non autosufficiente sia meno complicata, ma nessuna norma prevede o impone l’obbligo ad averne uno in casa.
Chi ha l’accompagnamento può uscire di casa, da solo?
Abbiamo visto che la legislatura non pone limiti alla libertà del titolare di accompagnamento e non gli impone di avere un accompagnatore in casa, di conseguenza la persona disabile non autosufficiente può decidere di vivere da solo.
Ma vale lo stesso se il disabile non autosufficiente volesse uscire di casa, da solo, senza accompagnatore? In questo caso la situazione è più ingarbugliata.
Essendo impossibilitato a deambulare correttamente, l’interessato non potrebbe uscire di casa da solo. La commissione medica avrebbe sbagliato la valutazione oppure che la malattia, che ha provocato l’invalidità totale e la non autosufficienza, sia migliorata nei mesi successivi alla visita medica.
Deambulare (camminare) autonomamente non permetterebbe il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento. Il rischio di cadute si traduce nell’incapacità a svolgere gli atti quotidiani della vita, tale da rendere necessario l’aiuto permanente di un accompagnatore.
L’indennità potrebbe essere revocata semmai, durante un controllo, il titolare della prestazione dovesse essere beccato a camminare da solo in strada, senza accompagnatore.
A chi spetta l’indennità di accompagnamento?
Come spiegato in precedenza, l’accompagnamento è quella prestazione INPS che viene erogata agli invalidi totali (100% di invalidità), non autosufficienti.
La condizione di non autosufficienza è fondamentale affinché l’indennità venga riconosciuta dalla commissione medica chiamata a verificare le condizioni di salute del soggetto richiedente. Senza la non autosufficienza non sarà possibile riconoscere la prestazione.
La prestazione viene erogata a prescindere dall’età e dal reddito del richiedente, al contrario delle pensioni di invalidità civile. Per il 2023, l’importo della prestazione è fissato in 527,16 euro al mese, per 12 mensilità. Non spettano tredicesima e quattordicesima mensilità.

Faq sull’indennità di accompagnamento
Come posso spendere l’indennità di accompagnamento?
Non ci sono limiti specifici su come spendere l’indennità di accompagnamento. Questa prestazione, stabilita dalla Legge 11 febbraio 1980, n. 18, non richiede che i fondi vengano destinati esclusivamente a servizi specifici, come la retribuzione di un accompagnatore. Il suo scopo principale è fornire assistenza alla persona che ne necessita e supportare il nucleo familiare per permettere alla persona di rimanere a casa, evitando la necessità di ricovero a lungo termine.
A chi viene intestata l’indennità di accompagnamento?
L’indennità di accompagnamento è una prestazione rivolta direttamente ed esclusivamente alle persone invalide totali non autosufficienti. Nonostante il diritto della persona non autosufficiente di avere un accompagnatore, l’indennità non può essere intestata all’accompagnatore stesso. Tuttavia, la persona non autosufficiente può delegare la riscossione dell’assegno a un familiare.
Quali sono i requisiti per accedere all’indennità di accompagnamento?
La prestazione spetta a quanti soddisfano i seguenti requisiti:
- Riconoscimento dell’inabilità totale e permanente al 100%;
- Impossibilità a deambulare autonomamente senza l’aiuto permanente di un accompagnatore;
- Impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua;
- Residenza stabile e abituale sul territorio nazionale, cittadinanza italiana o iscrizione all’anagrafe del comune di residenza per i cittadini stranieri comunitari, permesso di soggiorno di almeno un anno per i cittadini stranieri extracomunitari.
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