Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno?

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Come reagire, a chi rivolgersi e quali sono i sostegni economici. Subito dopo la diagnosi, la scelta del medico e del centro, a chi chiedere un aiuto, quali sono i diritti previsti dalla legge e i contributi che eroga lo Stato.
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6/12/23

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Come  reagire e quali sono le procedure da attivare per avere dei sostegni economici. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

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Ricevere una diagnosi di tumore al seno rappresenta un’esperienza traumatica per tutte le donne. Le emozioni più frequenti sono l’incredulità, la paura, il senso di impotenza. Spesso la depressione.

I giorni più difficili sono quelli immediatamente successivi alla diagnosi. Sono quelli in cui si avrebbe maggiore bisogno di lucidità, ma sono pure i giorni in cui è molto difficile fermarsi e riflettere.

Cerchiamo di capire in questo post, sulla base delle esperienze vissute e dei consigli dei professionisti, come superare questi momenti e affrontare nel modo migliore la malattia. Valuteremo in breve anche quali sono le procedure da attivare per avere, in presenza di requisiti, un aiuto economico.

Potrebbe interessarti sapere come funziona l’assegno di invalidità per tumore; c’è un altro post che spiega quanto dura la Legge 104 per chi ha un tumore.

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Paure ingiustificate

Dopo che il medico ha emesso la diagnosi, come per qualsiasi altra forma tumorale, la paura più immediata è quella di morire in tempi brevi. Una paura che però potrebbe non essere fondata: il 70 per cento delle donne con questa patologia guarisce. Ma non solo: la percentuale aumenta in modo consistente se ci sono delle diagnosi precoci.

È dunque possibile uscirne. Sono in Italia ci sono 300mila donne che hanno superato questa patologia e oggi affrontano serenamente la loro esistenza.

300mila motivi per non arrendersi.

L’altra reazione immediata è quella che spinge a non perdere tempo e quindi a rimuovere il prima possibile il tumore. Non serve andare di corsa. Dopo la diagnosi ci sono almeno 3, 4 settimane di tempo: sono utili per prendere delle decisioni consapevoli, ma anche per consentire alla paziente di affrontare la patologia con maggiore equilibrio.

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Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Scaricare le tensioni

Scaricare la tensione è importante: serve a poco trattenere le emozioni. Ogni donna ha il suo modo di sfogarsi, non esiste quello giusto.

Una persona con la quale aprirsi rappresenta come sempre la soluzione migliore. Anche per questo è fondamentale il sostegno di familiari e amici.

Alcuni ospedali offrono la possibilità di far parte di gruppi di supporto. Sono importanti perché consentono di condividere emozioni ed esperienza con chi le sta vivendo o le ha già vissute.

Gruppi di questo tipo possono essere organizzati anche da associazioni di volontariato. In genere per avere delle informazioni basta chiedere al medico.

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Informarsi

È importante anche informarsi bene sulla patologia. Serve ad avere un ruolo più attivo durante la cura, più aiutare a ridurre l’ansia e la depressione.

Per informarsi la prima fonte deve essere il medico (risponderà a tutte le domande). Ci sono poi opuscoli, altre pazienti, il web.

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? La scelta del medico

La scelta del medico (o dell’equipe medica) al quale affidarsi è determinante. Deve essere inserito in una struttura sanitaria con standard elevati di qualità rispetto a quel tipo di tumore.

Potrebbe essere opportuno sentire il parere di più specialisti.

In diversi opuscoli si evidenzia quali debbano essere i requisiti del medico ideale per affrontare e superare il tumore al seno (ma questa valutazione può essere applicato anche per altre forme tumorali):

  • Qualifiche ed esperienza:
    • una lunga esperienza nel trattamento del tumore del seno;
    • si aggiorna in modo costante;
    • lavora in una struttura ospedaliera che dispone di tutte le attrezzature tecniche e specialistiche necessarie nella diagnosi e nel trattamento del tumore del seno (radiologia, oncologia, chirurgia, fisioterapia e così via).
  • Disponibilità:
    • è un medico che mette il paziente al primo posto;
    • è facilmente reperibile per necessità urgenti o chiarimenti;
    • riceve in luoghi ed orari facilmente accessibili.
  • Personalità:
    • non è un allarmista, ma infonde al contrario fiducia con un atteggiamento professionale e deciso nel trattamento del tumore del seno;
    • è disponibile ad ascoltare e rispondere alle domande;
    • fornisce chiarimenti in modo comprensibile;
    • coinvolge il paziente nelle scelte terapeutiche;
    • dimostra di capire le esigenze pratiche ed economiche del paziente.

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Sostegni

Le donne che sono affette da tumore al seno e che desiderano continuare a lavorare dopo la diagnosi e durante i trattamenti, possono usufruire del part time e del lavoro agile, conservando il diritto al posto di lavoro e alla possibilità di ritornare full time dopo aver recuperato la capacità lavorativa.

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Indennità di malattia

La paziente oncologica che non è in grado di svolgere le mansioni lavorative a causa della malattia ha il diritto di assentarsi per il periodo necessario alle cure e fino alla guarigione (fino a un massimo di 18 mesi in tre anni) e percepire una indennità commisurata alla retribuzione.

Anche nel periodo di assenza la paziente matura il diritto all’anzianità di servizio.

L’indennità di servizio viene pagata a partire dal quarto dall’inizio della malattia e per un massimo di 180 giorni l’anno.

Il trattamento economico diminuisce gradualmente seguendo questo schema:

  • intera retribuzione dall’inizio della malattia e fino al nono mese compreso;
  • 90 per cento della retribuzione dal decimo al dodicesimo mese di assenza;
  • 50 per cento della retribuzione dal tredicesimo al diciottesimo mese, termine ultimo per la conservazione del posto.

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Congedi e permessi

I permessi e i congedi per le donne affette da un tumore al seno che sono state riconosciute invalide (la procedura per chi soffre di tumore) o con handicap grave (come richiedere la legge 104 online) sono di diversi tipi:

  • permessi lavorativi: per il lavoratore con disabilità a scelta tra 2 ore giornaliere o 3 giorni mensili,  mentre per il familiare 3 giorni mensili frazionabili in ore;
  • permessi lavorativi per eventi e cause particolari: un permesso retribuito di 3 giorni lavorativi all’anno per decesso o documentata grave infermità del coniuge, di un parente entro il secondo grado o del convivente a condizione che possa adeguatamente documentare la stabile convivenza con l’assistito;
  • congedo per cure agli invalidi: 30 giorni all’anno (anche non continuativi) di congedo, retribuito secondo il regime delle assenze per malattia, per cure mediche connesse con lo stato di invalidità riconosciuta almeno al 50 per cento;
  • congedo straordinario biennale retribuito: il lavoratore dipendente che si prende cura del portatore di handicap in situazione di gravità ha diritto a un periodo di congedo straordinario retribuito, continuativo o frazionato, fino a un massimo di 2 anni;
  • congedo biennale non retribuito per gravi motivi familiari: il lavoratore dipendente pubblico o privato ha diritto a un periodo di congedo non retribuito, continuativo o frazionato, per gravi e documentati motivi familiari fino a un massimo di 2 anni, durante i quali conserva il posto di lavoro, ma non può svolgere alcuna attività lavorativa.

In determinati casi durante la chemioterapia si può avere diritto all’indennità di accompagnamento. Se sussistono i requisiti di sanitari e di reddito si può anche avere diritto all’assegno agli invalidi civili parziali o alla pensione per inabilità civile.

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Terapie salvavita

Sulle assenze dal lavoro per sottoporsi a terapie salvavita (come la chemioterapia) non c’è una normativa nazionale univoca, bisogna fare riferimento ai contratti collettivi nazionali. Alcuni infatti prevedono che le assenze da lavoro causate dalle terapie (con o senza ricovero ospedaliero) siano escluse dal computo per malattia previsti normalmente e retribuiti interamente.

Alcuni contratti escludono questi giorni dal periodo di comporto.

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Aspettativa

Alcuni contratti nazionali (non tutti) prevedono anche alla paziente di conservare il posto di lavoro pure se si supera il periodo di comporto. In questo caso il lavoratore può conservare il posto di lavoro e usufruire di una aspettativa non retribuita per motivi di salute e di cura.

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno?
Nella foto un medico analizza un possibile tumore al seno

Cosa fare dopo una diagnosi di tumore al seno? Autonomi

Per i lavoratori autonomi ci sono purtroppo molte meno tutele. Se infatti si è costretti a sospendere l’attività a causa di una patologia oncologica, spetta l’indennità di malattia (ma solo di 61 giorni l’anno) e, nel caso, all’indennità di degenza ospedaliera (massimo 180 giorni l’anno).

Se la malattia impedisce lo svolgimento del lavoro per oltre 60 giorni, viene sospeso per tutta la durata della malattia (e per massimo due anni) il versamento di contributi previdenziali e premi assicurativi.

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