Aumento pensione di reversibilità e aiuti: ecco tutto ciò che devi sapere, sulle prossime novità in arrivo e sugli aiuti erogati dall’INPS (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le altre guide complete di IED. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Prima di leggere questo approfondimento, dai un’occhiata ai prossimi pagamenti per persone invalide dal 1° ottobre 2022, come funzionerà l’aumento del bonus 150 euro sulle prestazioni di invalidità e chi sarà escluso.
INDICE:
- Aumento pensione di reversibilità: da quando?
- Aumento pensione di reversibilità: di quanto?
- Aumento pensione di reversibilità e non solo: pensione indiretta, cos’è?
- Aumento pensione di reversibilità e non solo: eredità e casa coniugale
- Aumento pensione di reversibilità e non solo: assegno di vedovanza
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Aumento pensione di reversibilità: da quando?
L’aumento pensione di reversibilità si concretizzerà a partire dal mese di ottobre, per effetto della rivalutazione anticipata del 2% sugli importi dei trattamenti previdenziali voluto dal Governo Draghi per fronteggiare l’inflazione e difendere il potere d’acquisto delle pensioni.
Oltre al 2% di rivalutazione anticipata, gli importi delle pensioni di reversibilità aumenteranno di un ulteriore 0,2% per l’adeguamento alla perequazione del 2021: un conguaglio tra l’indice stimato (1,7%) e quello effettivo (1,9%). L’aumento è previsto dal mese di novembre 2022.
La pensione di reversibilità è quel trattamento erogato dall’INPS ai familiari superstiti del pensionato deceduto.
I beneficiari della pensione di reversibilità sono:
- il coniuge (anche se separato o divorziato e titolare di assegno divorzile);
- i figli minorenni, inabili, fino a 21 anni se studenti, fino a 26 anni se studenti universitari a carico dei genitori;
- nipoti a carico del nonno o della nonna deceduta.
Successivamente, in caso di assenza o mancanza delle figure appena elencate, la pensione spetta:
- ai genitori (over 65, a carico del pensionato defunto e non titolari di pensione);
- ai fratelli o sorelle, celibi e nubili, a carico del pensionato.
In base al familiare beneficiario, la pensione di reversibilità spetta secondo questi parametri:
- 60% – al coniuge superstite senza figli a carico;
- 70% – al figlio superstite;
- 80% – al coniuge superstite con un figlio a carico oppure a due figli senza coniuge;
- 100% – al coniuge superstite con due figli a carico oppure a tre o più figli superstiti.
L’importo subisce una riduzione in base ai redditi del beneficiario:
- del 25% – Se il reddito del beneficiario è superiore a 3 volte il trattamento minimo annuo (20.429 euro);
- del 40% – Se il reddito del beneficiario è superiore a 4 volte il trattamento minimo annuo (27.238,88 euro);
- del 50% – Se il reddito è superiore a 5 volte il trattamento minimo annuo (34.048,60 euro).
L’aumento pensione di reversibilità, così come per tutti gli altri trattamenti previdenziali, non spetterà alle pensioni di importo lordo superiori ai 2.962 euro.
Questi pensionati, così come i titolari di prestazioni assistenziali (invalidità civile) e di assegno o pensione sociale, dovranno attendere il 2023 per vedere gli importi dei loro assegni aumentare di qualche decina di euro.
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Aumento pensione di reversibilità: di quanto?
Abbiamo visto, in alcuni articoli pubblicati da The Wam.net e Invalidità e diritti, che l’aumento delle pensioni influirà soprattutto sugli importi più alti.
Ad esempio, chi percepisce un assegno di reversibilità da 1.000 euro, riceverà un aumento di 20 euro lordi a ottobre (22 euro lordi a novembre), mentre chi incassa una pensione da 2.000 euro incasserà un aumento di 40 euro lordi a ottobre (44 euro lordi a novembre).
Aumento pensione di reversibilità e non solo: pensione indiretta, cos’è?
Ma non c’è solo l’aumento pensione di reversibilità tra gli aiuti riservati ai superstiti. Ad esempio la pensione indiretta è un trattamento simile alla pensione di reversibilità, con la differenza che questa spetta ai superstiti non del pensionato deceduto, ma del lavoratore assicurato deceduto.
Il requisito per richiederla e ottenerla è legato agli anni di contributi versati dal dante causa: se l’assicurato ha versato almeno 15 anni di contributi, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni prima del decesso, la pensione indiretta spetta a:
- coniuge o convivente unito civilmente;
- coniuge separato;
- coniuge divorziato a condizione di essere titolare dell’assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.
L’importo della pensione indiretta è pari a una quota percentuale della pensione che sarebbe spettata all’assicurato deceduto. Si può cumulare con i redditi del beneficiario. La domanda va presentata online sul sito dell’INPS.
Aumento pensione di reversibilità e non solo: eredità e casa coniugale
La legge italiana prevede anche il diritto, per il vedovo o la vedova superstite, di ereditare il patrimonio del de cuius (marito o moglie deceduto/a).
Si ha diritto all’eredità per intero, se il vedovo o la vedova è l’unico/a erede; verrà divisa, invece, se oltre al coniuge sono presenti anche figli o altri parenti.
Inoltre, il vedovo o la vedova ha diritto a rimanere nella casa coniugale al decesso del marito o della moglie e a fruire dell’uso dei mobili presenti nell’abitazione.
La vedova ha il diritto di abitare nella casa coniugale soltanto se la casa è di proprietà esclusiva del coniuge defunto o se è comproprietaria dell’abitazione.
Nel caso in cui la casa fosse di proprietà di terze persone o se il defunto fosse comproprietario dell’appartamento con altre persone, il coniuge superstite non acquisirà il diritto di abitazione.

Aumento pensione di reversibilità e non solo: assegno di vedovanza
Infine, la moglie vedova può richiedere all’INPS di percepire l’assegno di vedovanza, un trattamento economico assistenziale che l’istituto eroga alle donne vedove di un lavoratore dipendente pubblico o del settore privato.
Per beneficiarne è necessario soddisfare alcuni requisiti: essere inabili al lavoro e titolari dell’indennità di accompagnamento.
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