Reversibilità e invalidità civile: sono cumulabili?

Reversibilità e invalidità civile: sono cumulabili? Vediamo quando i due trattamento possono essere erogati insieme. Quali sono i limiti di reddito che non bisogna superare, i requisiti sanitari e la differenza con la pensione agli inabili civili.
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21/3/23

Reversibilità e invalidità civile: i due trattamenti sono compatibili e cumulabili, ma non bisogna superare una soglia di reddito.

La pensione di reversibilità, che viene concessa ai superstiti di un pensionato deceduto, può essere decurtata (poi vedremo in quali termini) quando il beneficiario ha una situazione reddituale che supera determinate soglie. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

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Reversibilità e invalidità civile: limiti di reddito

L’assegno agli invalidi civili è una misura assistenziale che viene erogata a vantaggio di persone che hanno una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 74 e il 99% (quando si arriva al 100% si ha diritto alla pensione agli inabili civili o se previdenziale alla pensione agli inabili al lavoro). Ma dal momento che è una misura assistenziale bisogna non superare un limite di reddito che per il 2022 è stato fissato a 5.015,14 euro.

Per la pensione agli inabili civili il limite di reddito personale è invece molto più alto, 17.050,42 euro.

Quindi, per quanto riguarda la cumulabilità tra la pensione agli invalidi civili e la pensione di reversibilità è necessario ricordarsi (ripetiamo per il 2022, la soglia va aggiornata con la rivalutazione) questo numero: 5.015,14 euro.

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Reversibilità e invalidità civile: diretta o indiretta

Facciamo due conti con la pensione di reversibilità (che può essere diretta, quando la persona defunta è un pensionato o indiretta, in quel caso è un lavoratore che ha raggiunto i requisiti contributivi minimi previsti dalla legge).

Prima di andare avanti ti segnaliamo l’articolo che spiega quali sono le agevolazioni fiscali per le persone disabili, i tipi di invalidità e i benefici riconosciuti, l’elenco delle patologie invalidanti Inps e come funziona la visita di fronte alla Commissione medica.

Reversibilità e invalidità civile: percentuali e tagli

Partiamo dall’esempio più classico (e frequente), ovvero quando il superstite è il coniuge. In questo caso spetta il 60% del trattamento percepito dal pensionato defunto (se non ci sono figli minori o figli maggiorenni studenti o inabili al lavoro).

Quel 60% però spetta solo in presenza di una determinata soglia di reddito. Altrimenti rischia una decurtazione che è stata suddivisa in tre fasce:

  • se i redditi complessivi del coniuge superstite superano di 3 volte l’importo del trattamento minimo Inps (e quindi 20,489,82 euro), la pensione di reversibilità viene ridotta del 25%;
  • se i redditi complessivi del coniuge superstite superano di 4 volte il trattamento minimo Inps (e quindi 27.319,76 euro), la pensione di reversibilità viene ridotta del 40%;
  • se i redditi complessivi del coniuge superstite superano di 5 volte il trattamento minimo Inps (e quindi oltre i 34.149,70 euro l’anno), la pensione di reversibilità viene ridotta del 40%.

Reversibilità e invalidità civile: esempi

La pensione di reversibilità a sua volta fa reddito. Significa che è soggetta a tassazione e costituisce un imponibile Irpef.

Come abbiamo potuto verificare il vero limite alla cumulabilità dei due trattamenti è costituito dalla pensione agli invalidi civili parziali, che prevede tra i requisiti una soglia di reddito non superiore a 5.015,20 euro l’anno. Il che significa che la pensione di reversibilità per poter essere percepita insieme all’assegno di invalidità civile non dovrebbe essere superiore ai 400 euro.

La questione sarebbe stata più facilmente gestibile con la pensione di inabilità civile che ha un limite di reddito superiore a 17.000 euro. Una soglia entro la quale avrebbe facilmente potuto essere inserita anche una pensione di reversibilità.

Reversibilità e invalidità civile: a chi spetta

Vediamo in breve a chi spetta la reversibilità oltre al coniuge e in quali percentuali rispetto alla pensione che era stata maturata dal pensionato defunto:

  • al coniuge o l’unito civilmente;
  • al coniuge separato;
  • al coniuge divorziato, ma a queste condizioni:
    • che sia titolare dell’assegno divorzile:
    • che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.
    • Se il pensionato defunto ha contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono stabilite con sentenza dal Tribunale.
  • ai figli minorenni alla data del decesso del pensionato;
  • ai figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
  • ai figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21° anno di età;
  • ai figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26 anno di età.

Reversibilità e invalidità civile: in che misura

Vediamo come sono le percentuali rispetto alla pensione completa:

  • coniuge solo 60%
  • coniuge e un figlio 80%
  • coniuge e due o più figli 100%
  • un figlio 70%
  • due figli 80%
  • tre o più figli 100%
  • un genitore 15%
  • due genitori 30%
  • un fratello o sorella 15%
  • due fratelli o sorelle 30%

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