Quali sono gli aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer? Vediamo insieme cosa prevede la legge (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Indice
- Aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer: elenco
- Aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer: Home Care Premium
- Aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer: pensione anticipata
- Aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer: permessi lavorativi
- Aiuti economici per i lavoratori di malati di Alzheimer: congedo retribuito
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Aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer: elenco
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa grave, colpisce circa 600.000 persone solo in Italia, la maggior parte dei casi hanno più di 65 anni.
Parliamo di una malattia che condiziona la vita di chi ne soffre, con difficoltà nel parlare, disorientamento, confusione, perdita della memoria, ma anche di chi vive a stretto contatto con il malato: figli, nipoti e familiari vari.
Dedicarsi al coniuge, a un genitore o a un familiare con l’Alzheimer significa stravolgere le proprie abitudini, la propria routine di vita e conciliare l’assistenza con gli impegni lavorativi non è affatto semplice.
Ecco perché la legge prevede degli aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer.
Questi sono:
- bonus mensile fino a 1.050 euro al mese ai lavoratori pubblici (Home Care Premium);
- pensione anticipata con l’Ape Sociale, a 63 anni di età e con 30 anni di contributi; con Quota 41 per lavoratori precoci (41 anni di contributi, di cui uno versato prima dei 19 anni);
- permessi lavorativi, fino a 3 giorni al mese, coperti da contribuzione figurativa ai fini pensionistici;
- congedo straordinario fino a 2 anni in tutta la vita lavorativa, regolarmente retribuito e coperto da contribuzione figurativa ai fini pensionistici.
Nei prossimi paragrafi entreremo nel vivo degli aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer.
Prima, però, ti consigliamo la visione di questo video-guida sull’Alzheimer, dalla comparsa dei primi sintomi:
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Aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer: Home Care Premium
Passiamo in rassegna gli aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer.
Ai dipendenti pubblici è consentito usufruire dell’Home Care Premium, il progetto dell’INPS dedicato a chi assiste un familiare malato di Alzheimer, rivolto ai lavoratori o pensionati statali, ai coniugi, parenti o affini di primo grado non autosufficienti.
Con Home Care Premium sono previsti:
- un contributo economico mensile (prestazione prevalente) da utilizzare come rimborso per le spese mediche sostenute per l’assunzione di un assistente familiare;
- un servizio di assistenza alla persona (prestazione integrativa), che viene erogato tramite la collaborazione degli ambiti territoriali sociali, oppure dagli enti pubblici competenti ai servizi di assistenza alla persona.
Il progetto, finanziato con le buste paga del pubblico impiego (prelievo obbligatorio dello 0,35% dei salari; prelievo volontario dello 0,15% sulle pensioni) ha una durata di 18 mesi. Si accede tramite domanda all’INPS.
L’indennità viene calcolata sulla base del reddito e del grado di disabilità e può arrivare fino a 1.050 euro al mese, per un malato di Alzheimer con un reddito inferiore a 8.000 euro all’anno.
Aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer: pensione anticipata
Il familiare che assiste un malato di Alzheimer ha diritto alla pensione anticipata.
Sono due le opzioni previdenziali dedicate ai caregiver: l’Ape Sociale e Quota 41 per lavoratori precoci.
L’Ape Sociale, rinnovata pure per il 2023, consente al lavoratore che assiste da almeno 6 mesi il coniuge o un familiare con disabilità grave come l’Alzheimer di andare in pensione a 63 anni di età e con 30 anni di contributi versati.
Parliamo di un’indennità che accompagna il lavoratore all’età pensionabile (attualmente 67 anni). Ogni mese viene corrisposto un assegno pari all’importo della pensione maturata al momento della richiesta per l’Ape Sociale, comunque non superiore a 1.500 euro lordi al mese (1.250 euro netti). Un’eventuale penalità verrà applicata solo sull’eccedenza.
Quota 41 per lavoratori precoci, invece, è rivolta a chi ha versato il primo anno di contributi entro i 19 anni di età. Con 41 anni di contributi versati, a prescindere dall’età anagrafica, il caregiver che assiste da 6 mesi il coniuge o un familiare con disabilità grave può andare in pensione con Quota 41.
Aiuti economici per i familiari di malati di Alzheimer: permessi lavorativi
Inoltre, l’Alzheimer è una delle patologie che consente a chi ne soffre e al familiare che lo assiste di poter fruire delle agevolazioni della Legge 104, come i permessi lavorativi retribuiti, pari a 3 giorni al mese, coperti da contributi figurativi.
I permessi vengono assegnati se:
- la persona con disabilità abbia almeno 65 anni di età;
- tra la persona disabile grave e il suo assistito ci sia un grado di parentela di primo grado, di secondo o terzo grado in caso di assenza o mancanza di genitori o altri parenti del disabile.
Per saperne di più sui permessi lavorativi della 104 ti invitiamo a leggere questo approfondimento di Invalidità e Diritti.

Aiuti economici per i lavoratori di malati di Alzheimer: congedo retribuito
Infine, il lavoratore dipendente pubblico o privato, anche a tempo determinato, che assiste un familiare o il coniuge con l’Alzheimer ha diritto a richiedere e ottenere il congedo retribuito di 2 anni, da sfruttare nell’arco dell’intera vita lavorativa.
Parliamo di 2 anni di assenza dal lavoro per l’assistenza a una persona con disabilità grave, che non sia ricoverata a tempo pieno presso strutture sanitarie (in alcuni casi, se espressamente richiesto dalla struttura, si ha la possibilità di fruire del congedo anche se il familiare è ricoverato).
In questi 2 anni, lo stipendio comprensivo di tredicesima verrà corrisposto nella misura dell’ultima retribuzione percepita prima dell’assenza. Il periodo di assenza è coperto da contribuzione figurativa ai fini pensionistici.
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