Legge 104 e unioni civili: quali diritti?

Parliamo della Circolare e del Messaggio dell’INPS in cui viene riconosciuto il diritto alla Legge 104 e unioni civili. Permessi 104 e congedo straordinario possono essere richiesti anche dalle persone unite civilmente.
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2/12/23

Quali sono i nuovi beneficiari delle agevolazioni lavorative concesse con la Legge 104? Posso richiedere la Legge 104 e unioni civili? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).

Nuove indicazioni dell’INPS correggono la posizione precedente in tema di permessi Legge 104/1992 e congedi straordinari d.lgs. 151/2001 per le persone unite civilmente.

Vediamo perché e quali sono le novità sulla Legge 104 e unioni civili: chi può chiedere le agevolazioni e come fare domanda.

Indice

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Legge 104 e unioni civili: la Circolare dell’INPS

In tema di Legge 104 e unioni civili è intervenuto l’INPS con la sua Circolare n. 36/2022 con la quale, sulla base del parere del Ministero del Lavoro, modifica l’orientamento precedente e riconosce la possibilità di richiedere i permessi 104 e il congedo straordinario, prima destinato solo ai parenti e affini del coniuge entro il secondo grado – anche a:

  • la parte dell’unione civile che presti assistenza all’altra parte;
  • il convivente di fatto che presti assistenza all’altro convivente.

In sintesi: le agevolazioni lavorative Legge 104 possono essere richieste anche dalle persone unite civilmente e dai loro parenti per assistere l’altra parte dell’unione civile che ha bisogno di assistenza.

Vediamo perché si è raggiunto questo importante risultato e come cambia l’elenco dei beneficiari che possono richiedere permessi e congedo retribuito.

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Legge 104 e unioni civili: cosa prevede il regime delle unioni civili

Per capire i motivi per cui l’INPS è intervenuto, modificando la lista dei beneficiari delle agevolazioni lavorative e concedendo la Legge 104 e unioni civili, dobbiamo fare un passo indietro.

L’articolo 1, comma 20, della Legge n. 76/2016, ha istituito e regolamentato le unioni civili tra persone dello stesso sesso.

In pratica, l’obiettivo del legislatore è stato quello di parificare i rapporti regolamentati dal matrimonio a quelli delle unioni civili, disponendo che in tutti gli atti, i regolamenti, i contratti collettivi o le leggi in cui siano presenti le parole “coniuge”, “coniugi” o termini equivalenti, il godimento dei diritti e delle tutele vengano applicati anche a ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.

Questo, con il fine di assicurare la tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile delle persone dello stesso sesso.

L’intervento legislativo prende atto dell’orientamento dell’Unione Europea, che vieta la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, in particolare per quanto concerne l’occupazione, le condizioni di lavoro e la retribuzione (Direttiva 2000/78/CE attuata in Italia con Dlgs 9 luglio 2003, n. 216).

Ecco cosa prevede nel dettaglio la Legge 104 nel 2023 in merito ai permessi e ai benefici: regole e novità.

Legge 104 e unioni civili: perché è intervenuto l’INPS

Nonostante il decreto legislativo del 2016 di cui abbiamo appena parlato, la Legge 104 e unioni civili non poteva essere ancora richiesta prima e fino all’intervento dell’INPS nel 2022.

In pratica, l’articolo 33, comma 3 della Legge 104/1992, prevede il diritto a usufruire dei 3 giorni di permessi mensili retribuiti in favore dei lavoratori dipendenti che prestino assistenza al coniuge, ai parenti o affini entro il secondo grado (con possibilità di estensione fino al terzo grado) riconosciuti in condizione di disabilità grave ai sensi dello stesso Articolo.

Non vengono menzionate le persone unite civilmente, per cui l’Istituto di previdenza è dovuto intervenire per dettare le nuove regole e permettere la fruizione delle agevolazioni lavorative anche ai nuovi beneficiari.

In pratica, l’INPS, alla luce di quanto disposto dalla Legge 76/2016 e dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 213/2016, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 33, comma 3, della Legge 104/1992 nella parte in cui non include il convivente tra i soggetti legittimati a fruire dei permessi 104 per l’assistenza alla persona con disabilità grave, nella Circolare 38/2017 ha specificato ed elencato i nuovi beneficiari. Vediamo quali sono.

Ricordando quali sono le novità introdotte sui permessi 104 in merito alla cancellazione del referente unico, cerchiamo di capire sé possibile richiedere la Legge 104 per assistere un amico o se bisogna avere comunque un vincolo di parentela.

Legge 104 e unioni civili: cosa cambia nel nuovo elenco dei beneficiari dei permessi retribuiti

Come abbiamo detto, sulla Legge 104 e unioni civili è intervenuto l’INPS con la Circolare 37/2017, nella quale ha specificato che i permessi 104 possono essere fruiti anche:

  • dalla parte di un’unione civile che presti assistenza all’altra parte;
  • dal convivente di fatto che presti assistenza all’altro convivente.

L’INPS precisa, inoltre, che seppur l’articolo 78 del codice civile non venga espressamente richiamato dalla Legge 76/2016, al fine di evitare discriminazioni tra uniti civilmente e coniugi, si applica il riconoscimento dei benefici in parola, che vanno riconosciuti quando è sussistente il rapporto di affinità anche tra l’unito civilmente e i parenti dell’altra parte dell’unione civile.

In sintesi: il diritto ai permessi 104 va riconosciuto all’unito civilmente, oltre che nel caso in cui questi presti assistenza all’altra parte dell’unione, anche nel caso in cui l’assistenza sia rivolta a un parente dell’unito. Allo stesso modo, i parenti dell’unito civilmente avranno diritto ad assistere l’altra parte dell’unione civile.

Resta fermo il rispetto del grado di affinità normalmente previsto, che è quello che ti mostriamo nel paragrafo successivo.

È possibile richiedere i permessi 104 senza referente unico, ovvero fruire dell’agevolazione tra più aventi diritto per assistere lo stesso familiare disabile grave. Ecco in che modo, con dei pratici esempi per comprenderlo meglio.

Legge 104 e unioni civili: l’elenco dei beneficiari dell’agevolazione lavorativa

Stando a quanto detto finora sulla Legge 104 e unioni civili, il nuovo elenco dei beneficiari, che ne possono godere in base al grado di affinità con la persona da assistere e alla priorità riconosciuta, è il seguente:

  • coniuge;
  • parte dell’unione civile;
  • convivente di fatto;
  • parente o affine entro il secondo grado;
  • parenti o affini di terzo grado qualora i genitori o il coniuge/la parte dell’unione civile o il convivente abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • anche i parenti dell’unito civilmente avranno diritto ad assistere l’altra parte dell’unione.

Resta escluso il rapporto di affinità tra il “convivente di fatto” e i parenti dell’altro partner, non essendo la “convivenza di fatto” un istituto giuridico, ma una situazione di fatto.

Pertanto il “convivente di fatto” può usufruire dei permessi di cui alla Legge n. 104/1992 unicamente nel caso in cui presti assistenza al convivente e non nel caso in cui intenda rivolgere l’assistenza a un parente del convivente.

La circolare specifica anche che per la qualificazione di “parte dell’unione civile”, si farà riferimento agli atti di unione civile registrati nell’archivio dello stato civile.

Legge 104 e convivenza di fatto: ecco come si dimostra la connivenza di fatto ai fini della richiesta dei permessi retribuiti.

Legge 104 e unioni civili
Legge 104 e unioni civili: quali diritti?

Legge 104 e unioni civili: il nuovo elenco dei beneficiari del congedo straordinario

Per quanto riguarda la Legge 104 e unioni civili, il comma 5 dell’articolo 42 del decreto legislativo n. 151/2002 stabilisce la concessione del congedo straordinario in favore di soggetti con disabilità grave, fissando un ordine di priorità tra gli aventi diritto, tra cui anche le parti dell’unione civile.

È possibile usufruire del congedo secondo il seguente ordine di priorità:

  • il “coniuge convivente”/la “parte dell’unione civile convivente” della persona disabile in situazione di gravità;
  • il padre o la madre, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del “coniuge convivente”/della “parte dell’unione civile convivente”;
  • uno dei “figli conviventi” della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il “coniuge convivente”/la “parte dell’unione civile convivente” ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  • uno dei “fratelli o sorelle conviventi” della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il “coniuge convivente”/la “parte dell’unione civile convivente”, “entrambi i genitori” e i “figli conviventi” del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  • un “parente o affine entro il terzo grado convivente” della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il “coniuge convivente”/la “parte dell’unione civile convivente”, “entrambi i genitori”, i “figli conviventi” e i “fratelli o sorelle conviventi” siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  • uno dei figli non ancora conviventi con la persona disabile in situazione di gravità, ma che tale convivenza instauri successivamente, nel caso in cui il “coniuge convivente” /la “parte dell’unione civile convivente”, “entrambi i genitori”, i “figli conviventi” e i “fratelli o sorelle conviventi”, i “parenti o affini entro il terzo grado conviventi” siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.

Quindi, anche con riferimento al congedo straordinario, il diritto va riconosciuto all’unito civilmente, oltre che nel caso in cui questi presti assistenza all’altra parte dell’unione civile, anche nel caso in cui si rivolga l’assistenza a un parente dell’unito.

Allo stesso modo, i parenti di una parte dell’unione civile avranno diritto ad assistere l’altra parte dell’unione.

Vediamo cosa prevede la Legge 104 e assistenza disgiunta, ovvero in quali casi e con quali regole puoi prenderti cura di due o più persone disabili gravi.

Come fare domanda per Legge 104 e unioni civili

La domanda per Legge 104 e unioni civili va presentata all’INPS normalmente, con le modalità di cui ti abbiamo parlato in questo approfondimento: 104 con domanda online.

Qui trovi anche il modulo per richiesta permessi 104 da presentare e come va compilato.

Per quanto riguarda la documentazione da allegare in merito all’unione civile, trattandosi di dati detenuti da una Pubblica Amministrazione, ai fini della concessione del diritto sarà sufficiente la dichiarazione del richiedente di essere “parte di unione civile ai sensi del comma 36 dell’articolo 1 della Legge 76/2012”.

Sarà lo stesso INPS a effettuare i controlli delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni.

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