Categorie protette orfani: requisiti

Scopri quali sono i requisiti per avere gli orfani inseriti nelle categorie protette e come usufruire del collocamento mirato.
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26/9/23

Orfani inseriti nelle categorie protette: scopri quali sono i requisiti per l’inserimento di questa particolare categoria (scopri le ultime notizie su categorie protetteLegge 104diritto del lavorosussidiofferte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Gli orfani possono essere inseriti nelle categorie protette?

I figli che hanno perso uno o entrambi i genitori a causa di guerra, servizio o lavoro e che sono stati riconosciuti come grandi invalidi, hanno il diritto di iscriversi negli elenchi del collocamento obbligatorio.

Questo diritto si applica a quei figli che erano ancora minori al momento della morte del genitore o al momento in cui è stato riconosciuto lo status di grande invalido del genitore.

Per l’iscrizione negli elenchi, si considerano minori i figli che hanno un’età non superiore a 21 anni se frequentano la scuola media superiore e non superiore a 26 anni se sono studenti universitari.

In questo modo, tali categorie di persone avranno la possibilità di accedere alle opportunità lavorative previste dal collocamento obbligatorio.

Qual è la normativa di riferimento per gli orfani inseriti nelle categorie protette?

Le normative di riferimento per facilitare l’inserimento lavorativo delle categorie protette includono diverse leggi e decreti. Tra questi, vi sono la legge del 12 marzo 1999, n. 68, che riguarda il “Diritto al lavoro dei disabili” e il D.P.R. 10.10.2000 n. 333, che definisce il “Regolamento di esecuzione della legge n. 68/99”.

Inoltre, la legge del 23 novembre 1998, n. 407 e successive modifiche fornisce “Nuove norme a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata”.

Un altro riferimento legislativo è la legge del 29 marzo 1985, n. 113 e sue modifiche, che riguarda l'”Aggiornamento della disciplina del collocamento al lavoro e del rapporto di lavoro dei centralinisti non vedenti”.

Le disposizioni relative al lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche sono contenute nel D.Lgs. 30.03.2001, n. 165 (articolo 35, comma 2).

Inoltre, il decreto legge del 6 luglio 2010, n. 102, convertito con modificazioni con legge del 3 agosto 2010, n. 126, è anch’esso rilevante per le categorie protette e l’inserimento lavorativo.

Infine, la legge del 11 marzo 2011, n. 125, offre un’interpretazione autentica del comma 2 dell’articolo 1 della legge del 23 novembre 1998, n. 407.

Tutte queste normative costituiscono il quadro giuridico per favorire l’occupazione delle categorie protette e promuovere l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità e vittime di situazioni particolari.

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Cosa si intende per collocamento mirato?

Il concetto di collocamento mirato è stato introdotto dalla legge 68/99, nota come “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.

Esso si riferisce a un insieme di strumenti volti a identificare e valutare con precisione le capacità lavorative e professionali di una persona disabile, al fine di collocarla nel contesto lavorativo più adatto alle sue caratteristiche.

L’obiettivo principale del collocamento mirato è quello di garantire che il lavoratore disabile possa essere inserito in un ambiente di lavoro che sia in linea con le sue competenze, capacità e potenzialità. Allo stesso tempo, questa modalità permette al datore di lavoro di considerare l’assunzione di un lavoratore disabile come una risorsa preziosa e valorizzarne le capacità specifiche.

Rispetto alla precedente normativa (legge 482/68), la legge 68/99 ha introdotto un cambiamento significativo nell’approccio all’inserimento lavorativo dei disabili.

Invece di un approccio rigido e obbligatorio, si è passati a una modalità più flessibile e consensuale. Questo permette di prendere in considerazione le esigenze e le preferenze del lavoratore disabile, migliorando la qualità dell’inserimento lavorativo e favorendo un ambiente di lavoro più inclusivo.

Orfani inseriti nelle categorie protette
Orfani inseriti nelle categorie protette: in foto una bambina guarda fuori dalla finestra.

Come ci si può iscrivere al collocamento mirato per le categorie protette?

Per iscriversi nell’elenco per il collocamento mirato delle categorie protette, è necessario seguire alcuni passaggi:

  1. Rivolgersi a uno dei Centri per l’Impiego presenti sul territorio. È possibile iscriversi nell’elenco di una provincia diversa da quella di residenza, ma non è consentito essere iscritti contemporaneamente a più di un elenco provinciale.
  2. Se ancora non l’hai fatto, dovrai rilasciare la Dichiarazione di immediata disponibilità, che è necessaria per essere considerato disoccupato. Questo passaggio non è richiesto per le categorie delle vittime del dovere, della criminalità organizzata e del terrorismo, nonché per le categorie a esse equiparate.
  3. Compila e sottoscrivi la domanda di iscrizione utilizzando l’apposito modello. Nella domanda, dovrai dichiarare i requisiti posseduti che danno diritto all’iscrizione.
  4. Consegnare la domanda con la documentazione richiesta al Centro per l’Impiego. La documentazione da fornire include un documento d’identità valido (o permesso di soggiorno o documentazione equivalente per stranieri non comunitari), una copia del codice fiscale e, se disponibile, l’attestazione ISEE in corso di validità (quest’ultimo documento non è obbligatorio, ma consigliato).

FAQ sugli orfani inseriti nelle categorie protette

Come faccio a sapere se si è iscritti alle categorie protette?

Puoi verificare di appartenere alle categorie protette recandoti personalmente presso un Centro dell’Impiego e chiedendo di verificare se il tuo nominativo è presente all’interno delle liste per il collocamento mirato.

Quanti punti di invalidità servono per entrare nelle categorie protette?

Per poter registrarsi come appartenenti alle categorie protette, è richiesto di avere una percentuale di invalidità riconosciuta pari o superiore al 46%, essere di almeno quindici anni di età, non essere ancora giunti all’età pensionabile e trovarsi in stato di disoccupazione.

Quando si perde l’iscrizione alle categorie protette?

L’appartenenza alle categorie protette scade quando una persona disabile trova un’occupazione con un contratto di lavoro che supera i sei mesi di durata e un reddito annuo che supera gli 8.000 euro.

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