Sfratto con la 104: è consentito?

Sfratto con la 104: è permesso sfrattare un disabile? Vediamo cosa dice la legge e cosa si può fare in caso di sfratto.
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28/5/23

Sfratto con la 104: in questo articolo scoprirai se è consentito sfrattare una persona con disabilità, in quali casi succede e quali sono le soluzioni possibili (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

Indice

Sfratto con la 104: è possibile sfrattare disabile?

Se ti stai chiedendo se è consentito sfrattare disabile con legge 104, la risposta è sì, in effetti lo è. Non esiste infatti alcuna legge che vieti lo sfratto di un inquilino moroso anche se con disabilità.

Tuttavia, pur non essendoci una vera e propria legge che tuteli la persona disabile o il proprietario di casa, non vuol dire che non ci siano delle scappatoie.

In linea generale, l’inquilino o l’inquilina disabile che non paga l’affitto può ricevere la stessa procedura di sfratto di una persona normodotata. La differenza è che, nel caso di disabilità, vi possono essere delle soluzioni che aiuterebbero a rallentare la pratica.

Per esempio, in caso di sfratto con la 104 si può ricorrere a:

  • sospensione della procedura di sfratto;
  • possibilità di sfrattare disabile solo dopo che questi ha trovato un’altra sistemazione;
  • diritto di rimanere nella propria casa in presenza di handicap grave.

Prima di addentrarci meglio in queste soluzioni, vediamo innanzitutto quando si rischia lo sfratto.

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Sfratto con la 104: quando scatta?

Qualsiasi inquilino, anche se disabile, che non paga il canone di affitto può ricevere lo sfratto ed essere quindi costretto dall’ufficiale giudiziario a lasciare l’appartamento in cui abita, dopo che il giudice ha emesso la relativa sentenza.

Ma quando scatta il rischio di essere sfrattati? Secondo la legge, il padrone di casa può avviare la procedura di sfratto dopo 20 giorni dalla scadenza del pagamento del canone.

Per esempio, se una persona non ha pagato il mese di marzo, il proprietario deve aspettare il 20 aprile prima di avviare la pratica.

Sfrato con la 104: cosa può fare l’inquilino disabile?

Se un inquilino disabile riceve la notifica di sfratto con la legge 104 dalla casa in cui risiede e vuole rimanerci, ci sono varie strade da percorrere.

La prima è chiaramente quella di pagare la somma dovuta al proprietario di casa. Si può fare sia dopo aver ricevuto la notifica sia in sede di udienza del tribunale.

Un’altra strada sarebbe quella di chiedere al giudice il cosiddetto termine di grazia. Si tratta di richiedere ulteriori 90 giorni di tempo per corrispondere il pagamento dovuto. Se il magistrato è d’accordo con questa soluzione, l’udienza si rinvia a 10 giorni dopo la scadenza dei 3 mesi “di grazia”. Quindi in totale l’inquilino avrebbe 100 giorni per trovare i soldi necessari o un’altra casa.

Se dopo questo termine il conduttore non ha ancora pagato, si procederà con lo sfratto con la 104.

Ma non tutto è perduto.

Come dicevamo prima, esistono delle eccezioni a questa regola. Vediamole insieme nei prossimi paragrafi.

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Sfrattare disabili: è consentito?

Sfratto con la 104: sospensione per disabilità

La prima scappatoia che potrebbe ritardare lo sfratto con la legge 104 è la sospensione dello sfratto per disabilità. Si tratta di una misura introdotta nel 2007 per limitare il disagio abitativo per le fasce più deboli della popolazione.

La sospensione può essere richiesta al giudice, ma solo se sussistono queste specifiche condizioni:

  • essere disabile e avere un reddito lordo annuo inferiore a 27mila euro;
  • avere nel proprio nucleo familiare una persona con più di 65 anni di età, un malato terminale o un disabile con invalidità civile riconosciuta superiore al 66%.

Se il giudice accetta la richiesta di sospensione, lo sfratto viene annullato temporaneamente e rinviato di massimo 18 mesi (un anno e mezzo).

Sfratto con la 104: sistemazione adeguata

Un altro modo per guadagnare tempo in caso di sfratto è far valere il diritto dell’inquilino disabile di trovare una sistemazione adeguata alle sue condizioni di salute, prima di essere sfrattato.

Ovviamente, il motivo di questa opzione risiede nel fatto che una persona con disabilità ha delle esigenze molto più specifiche e urgenti rispetto a una persona normodotata. Basti pensare banalmente a una persona in sedia a rotelle che dovrebbe trovare un appartamente accessibile da questo punto di vista.

Quindi, perdere la casa in cui si vive, senza averne una di riserva, non è ammissibile per la legge.

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Sfratto con la 104: diritto a rimanere in casa propria

Infine, l’ultima opzione sfruttabile in caso di sfratto di una persona con disabilità è far valere il diritto di rimanere in casa propria. Che cosa vuol dire di preciso?

Generalmente questo diritto viene concesso in presenza di handicap grave, condizione certificata dal medico competente secondo la legge 104.

In particolare, se lasciare la propria abitazione può provocare un aggravamento delle condizioni psico-fisiche dell’inquilino o inquilina con handicap grave, è possibile sospendere lo sfratto.

Tuttavia, per usufruire di questo diritto la persona disabile deve deve inviare all’ufficio giudiziario una copia della certificazione dell’ASL, la quale attesta che la persona con disabilità si trova in una condizione di gravità e quindi ha bisogno di un’assistenza continua e permanente.

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