L’accompagnamento va speso solo per beni, prodotti e servizi relativi alla condizione sanitaria del beneficiario? Come spendere l’indennità di accompagnamento? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
L’accompagnamento è una prestazione economica erogata a favore delle persone con disabilità riconosciute invalide civili totali (invalidità al 100%) e nei cui confronti sia stata accertata anche l’impossibilità a deambulare o a compiere gli atti della vista quotidiana senza assistenza.
Ma come spendere l’indennità di accompagnamento? Le spese devono essere tutte relative alla condizione sanitaria? Vediamo se ci sono delle regole o dei limiti.
Indice
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Come spendere l’indennità di accompagnamento?
In realtà non ci sono dei limiti o delle regole su come spendere l’indennità di accompagnamento.
Questo vuol dire che percepire l’indennità di accompagnamento (Legge 11 febbraio 1980, n. 18) non implica affatto che questa prestazione venga destinata in maniera esclusiva a qualcosa in particolare come, ad esempio, la retribuzione di un accompagnatore.
Ovviamente, la prestazione nasce con lo scopo di assicurare alla persona l’assistenza continuativa di cui necessita, supportando il nucleo familiare a favorire la permanenza a domicilio della stessa, evitando così l’istituzionalizzazione, ovvero il ricovero presso strutture a medio o lungo termine.
In questo senso, l’accompagnamento può essere utilizzato senza alcuna restrizione o obbligo, ma resta sempre primario il bene della persona che lo percepisce.
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Come spendere l’indennità di accompagnamento e chi la può spendere
Abbiamo visto come spendere l’indennità di accompagnamento e come lo scopo di questa prestazione sia quello di sostenere sia la persona disabile che la famiglia che lo ha a carico.
Va da sé, quindi, che la prestazione può essere spesa sia dal beneficiario che dai componenti del nucleo familiare che gli prestano assistenza.
Come riscuotere indennità di accompagnamento? Ecco i modi possibili, a chi spetta la prestazione e come ottenerla.
Come spendere l’indennità di accompagnamento e a chi viene intestata
Probabilmente, a questo punto, oltre a chiederti come spendere l’indennità di accompagnamento, potresti domandarti a chi viene intestata.
Se ti occupi di una persona non autosufficiente, non hai diritto ad avere intestata l’indennità di accompagnamento.
L’indennità di accompagnamento, infatti, è una prestazione di assistenza rivolta direttamente ed esclusivamente alle persone invalide totali non autosufficienti.
Anche se viene riconosciuto il diritto alla persona non autosufficiente di avere un accompagnatore, l’indennità non può essere intestata allo stesso.
Tuttavia, la persona non autosufficiente può decidere delegare la persona che lo assiste alla riscossione dell’assegno di accompagnamento.
L’assegno, infatti, su delega della stessa persona non autosufficiente, può essere riscosso dal familiare alla Posta, ma comunque è sempre intestato al disabile, che ne è l’unico titolare. Tuttavia, una volta riscosso, può spenderlo come gli pare, ma sempre, sottolineiamo, nell’interesse primario della persona disabile.
Dove fare la domanda per l’accompagnamento? Ecco le possibilità a disposizione del cittadino e come si sviluppa la procedura per ottenere l’indennità.
Come spendere l’indennità di accompagnamento e come delegare un familiare alla riscossione dell’assegno
Vediamo quindi come spendere l’indennità di accompagnamento tramite riscossione dell’assegno su delega del beneficiario.
Per delegare il familiare alla riscossione dell’assegno di accompagnamento è sufficiente compilare il modello AP70 INPS nel quadro G dedicato alla delega riscossione terzi dei benefici economici (ex. articolo 21, comma 2, del DPR 445/2000).
Il titolare dell’accompagnamento, però, può anche decidere di versare la somma dell’assegno direttamente al familiare che lo assiste: vediamo come.
Indennità di accompagnamento e ricovero in ospedale: come funziona? La prestazione spetta comunque? Ecco cosa c’è da sapere.

Come spendere l’indennità di accompagnamento e come versarla direttamente sul conto del familiare
Visto che, come abbiamo detto, l’indennità mensile nasce con lo scopo di fornire un aiuto economico al disabile relativamente alle spese di assistenza, la stessa persona non autosufficiente può decidere di versare la somma dell’assegno al familiare che lo assiste.
Riassumendo: per rispondere in maniere completa alla domanda come spendere l’indennità di accompagnamento ai fini della copertura delle spese relative all’assistenza alla persona non autosufficiente, il familiare che se ne prende cura può:
- essere delegato al ritiro dell’assegno di accompagnamento e poi utilizzarlo per l’assistenza alla persona disabile;
- ricevere l’importo dell’assegno (in parte o in tutto) dal titolare dell’indennità, sia in contanti e sia tramite bonifico bancario.
A questo punto, ricordiamo in cosa consiste l’indennità di accompagnamento e qual è il suo importo.
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Come spendere l’indennità di accompagnamento e chi ne ha diritto
Dopo aver chiarito come spendere l’indennità di accompagnamento, ricordiamo chi ne ha diritto.
I requisiti per aver diritto all’indennità di accompagnamento sono:
- invalidità totale e permanente del 100% riconosciuta;
- impossibilità di camminare senza l’aiuto di un accompagnatore;
- in alternativa, impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita e conseguente necessità di assistenza;
- cittadinanza italiana o europea, o cittadinanza di un Paese extraeuropeo, se l’interessato è in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo;
- residenza in Italia.
Per chi ha meno di 18 anni o più di 65 anni non si può parlare di invalidità nel senso proprio del termine, perché non si può far riferimento alla riduzione della capacità lavorativa: si deve allora valutare la capacità di svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età.
Indennità di accompagnamento, tempi di attesa per ricevere la prima mensilità del sostegno economico. I tempi sono variabili, ma vediamo entro quanto dovrebbe essere erogata la mensilità. Cosa fare in caso di ritardi ulteriori.
Come spendere l’indennità di accompagnamento e qual è il suo importo
Per concludere questo approfondimento su come spendere l’indennità di accompagnamento, ricordiamo anche qual è l’importo mensile dell’assegno.
L’importo mensile dell’indennità di accompagnamento è pari a 527,16 euro, per l’anno 2023. L’importo annuale è dunque pari a 6.325,92 euro, in quanto la prestazione spetta per 12 mensilità e non si ha diritto alla tredicesima.
L’assegno è un reddito esente da IRPEF, cioè non è soggetto a tassazione: non deve pertanto essere inserito nel 730 o nel modello Unico, né del disabile, né del familiare che lo assiste al quale è eventualmente versato l’assegno dal disabile.
Secondo una recente sentenza del Consiglio di Stato, inoltre, l’assegno di accompagnamento non deve più essere inserito nell’ISEE del nucleo familiare, in quanto costituisce una prestazione di assistenza e non un reddito (Cons. St. sent. n. 842/2016).
FAQ Come spendere l’indennità di accompagnamento
Come posso spendere l’indennità di accompagnamento?
Non esistono regole specifiche su come spendere l’indennità di accompagnamento. Questa può essere utilizzata per qualunque spesa relativa al beneficiario. L’obiettivo principale è garantire l’assistenza necessaria alla persona con disabilità. Per ulteriori dettagli, è possibile unirsi alla nostra community su Invalidità e Diritti.
Chi può spendere l’indennità di accompagnamento?
L’indennità di accompagnamento può essere spesa dal beneficiario o dai membri della famiglia che lo assistono. Questo significa che sia la persona con disabilità che la famiglia che si prende cura di lui possono utilizzare l’indennità per far fronte alle spese necessarie.
A chi viene intestata l’indennità di accompagnamento?
L’indennità di accompagnamento è intestata direttamente alla persona con disabilità. Tuttavia, la persona non autosufficiente può decidere di delegare la persona che lo assiste alla riscossione dell’assegno di accompagnamento. L’assegno può essere riscosso dal familiare alla Posta, ma è sempre intestato al disabile, che ne è l’unico titolare.
Come delegare un familiare alla riscossione dell’assegno di accompagnamento?
Per delegare un familiare alla riscossione dell’assegno di accompagnamento, è sufficiente compilare il modello AP70 INPS nel quadro G dedicato alla delega riscossione terzi dei benefici economici. Il beneficiario dell’accompagnamento può anche decidere di versare la somma dell’assegno direttamente al familiare che lo assiste.
Chi ha diritto all’indennità di accompagnamento e qual è il suo importo?
Hanno diritto all’indennità di accompagnamento le persone con una disabilità totale e permanente del 100% e che necessitano di assistenza per camminare o compiere gli atti quotidiani della vita. L’importo mensile per l’anno 2023 è di 527,16 euro, per un totale annuale di 6.325,92 euro.
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