Visite fiscali dipendenti pubblici: come funzionano

Visite fiscali dipendenti pubblici: come funzionano, quali sono gli orari e quali le differenze principali rispetto ai lavoratori del settore privato. Qual è l’esatta procedura e come evitare di incorrere in sanzioni (che possono anche essere gravi).
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23/9/23

Le visite fiscali sono un argomento spesso discusso tra i dipendenti pubblici (e non solo). I controlli medico legali servono per verificare la veridicità della malattia dichiarata da un dipendente e assicurarsi che non vi siano abusi. Vediamo insieme come funzionano, gli orari e le differenze rispetto ai dipendenti del settore privato. (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cosa sono le visite fiscali

Quando un lavoratore, sia esso privato o pubblico, è assente per malattia, deve obbligatoriamente ricevere una certificazione dal proprio medico. Questa certificazione viene inviata telematicamente all’INPS (dal proprio medico). Ma attenzione! I dipendenti devono conoscere a bene gli orari in cui possono essere sottoposti a visita fiscale. Le cosiddette fasce di reperibilità.

Visite fiscali dipendenti pubblici: reperibilità 2023

Per il 2023, le fasce orarie sono state stabilite come segue per i dipendenti pubblici:

  • Dalle 9:00 alle 13:00
  • Dalle 15:00 alle 18:00 Questi orari valgono 7 giorni su 7, incluse le festività. Questi orari differiscono rispetto ai dipendenti privati, che hanno orari leggermente diversi.

Reperibilità dipendenti privati

Per confronto, i dipendenti privati sono sottoposti a visita fiscale nei seguenti orari:

  • Dalle 10:00 alle 12:00
  • Dalle 17:00 alle 19:00

Giorni festivi e visite fiscali

È importante sapere che anche durante i giorni festivi, come Natale, Capodanno, Pasqua, Pasquetta, 8 dicembre e 15 Agosto, si può essere sottoposti a visita fiscale.

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Fasce di reperibilità, eccezioni

Vi sono alcune eccezioni all’obbligo di rispettare le fasce di reperibilità, riguardano i lavoratori che hanno:

  • patologie gravi che richiedono trattamenti salvavita;
  • malattia o convalescenza a seguito di un infortunio sul lavoro ufficialmente riconosciuto;
  • chi ha condizioni mediche legate a un grado di invalidità pari o superiore al 67%, come previsto dalla normativa vigente.

Attenzione: l’esonero dalla reperibilità è concesso solo se la malattia è legata a patologie che hanno causato una riduzione della capacità lavorativa del 67% o più.

Su questo argomento c’è un post che spiega come funziona la visita fiscale per lavoratori con disabilità.

Quando un medico stila un certificato, deve fare riferimento a:

  • per invalidità legate a guerra o servizio: le malattie elencate nelle tabelle “E” e nelle prime tre categorie della tabella “A” del D.P.R.30 dicembre 1981 n. 834;
  • per invalidità civile, cecità e sordità civile: malattie elencate nel D.M. 5 febbraio 1992, specificamente per fasce percentuali tra 61-100%;
  • per invalidità Inps: malattie indicate nell’Assegno Ordinario di Invalidità;
  • per danno biologico Inail: malattie riconosciute sia per il Dlgs 38 del Danno Biologico sia per normative precedenti.

Vediamo come funziona la visita fiscale per malattie oncologiche.

Visite fiscali dopo un intervento

Indipendentemente dal fatto che un lavoratore sia in stato di malattia o in fase di recupero post operatorio, è prerogativa del medico curante determinare il momento in cui il lavoratore può tornare alle sue mansioni lavorative.

Con la legge 104 niente visita fiscale?

Tuttavia, sia che si tratti di un malato sia di un convalescente, entrambi sono soggetti alla possibilità di una visita fiscale. Pertanto, durante la convalescenza successiva a un intervento chirurgico, è fondamentale osservare gli orari in cui si è reperibili per una potenziale visita fiscale.

Vediamo su thewam.net quando è possibile evitare la visita fiscale.

Procedura e trasmissione del certificato

Se un dipendente non può andare a lavorare, deve contattare immediatamente il proprio medico. Il medico redige un certificato e lo invia telematicamente all’INPS. Questo documento sarà essenziale in caso di visita fiscale.

L’attestato fornisce una dettagliata indicazione sulla prognosi, evidenziando specificamente il giorno di inizio e il presumibile giorno di conclusione della malattia.

E quindi, il certificato, oltre a precisare la prognosi, riporta anche la diagnosi, mettendo in luce la causa specifica della malattia.

Sebbene l’evoluzione tecnologica preferisca le modalità telematiche, questi documenti possono essere consegnati in versione cartacea solo ed esclusivamente quando ci sono ostacoli tecnici che impediscono la trasmissione attraverso i canali digitali.

Come deve essere il certificato

Il dipendente ha la responsabilità di annotare il numero di protocollo associato al certificato e di assicurarsi che le informazioni personali e l’indirizzo previsto per eventuali visite mediche siano inseriti correttamente.

Ha anche la possibilità di confermare la trasmissione precisa del certificato attraverso il servizio dedicato presente sul Portale dell’Istituto.

All’interno del certificato, il medico è tenuto a inserire specifiche informazioni, come l’indicazione di un evento traumatico e la notifica di potenziali benefici che potrebbero consentire l’esenzione dalla reperibilità, ma solo se pertinenti e applicabili.

Il datore di lavoro del settore pubblico, che ha la competenza di valutare la validità dell’assenza del dipendente, ha la possibilità di ottenere, attraverso il dipendente stesso, un’opinione esperta offerta dagli Uffici medico legali dell’Inps, basandosi sui documenti forniti.

Per maggiore chiarezza, il dipendente, a sua volta, ha il dovere di:

  • annotare con attenzione il numero di protocollo del certificato;
  • assicurarsi della correttezza delle informazioni anagrafiche e dell’indirizzo previsto per le visite mediche, e poi confermare tali dettagli online.

C’è da ricordare che sia il dipendente, sia il datore di lavoro possono accedere, visualizzare e, se necessario, eseguire ulteriori operazioni relative ai verbali online, sfruttando i servizi specifici offerti dall’INPS.

INPS e le visite fiscali

Dal 1° settembre 2017, l’INPS ha assunto la piena responsabilità delle visite fiscali. Questo significa che l’istituto gestisce ora le visite fiscali per l’82% dei dipendenti pubblici in malattia.

Regole più restrittive

Nel confronto con la legislazione precedente, sono state introdotte norme più stringenti. Precisamente:

  • Per le malattie associate a cause di servizio, devono essere legate a determinate menomazioni o condizioni patologiche;
  • Per le malattie legate a stati di invalidità, è essenziale che tale grado di invalidità raggiunga o superi il 67%.

È importante ricordare che la piattaforma online per la richiesta di visite mediche di controllo, sia domiciliare che ambulatoriale, è destinata ai datori di lavoro, sia pubblici che privati.

Sono inclusi anche quei datori di lavoro i cui dipendenti non sono soggetti al pagamento dei contributi destinati al finanziamento dell’indennità economica in caso di malattia presso l’Istituto.

Sanzioni in caso di mancata presenza

Se durante la visita fiscale, il lavoratore non fosse presente presso l’abitazione indicata nella certificazione e non avesse una giustificazione valida:

  • verrà decurtato del diritto di ricevere il 100% della sua retribuzione per i primi 10 giorni di malattia;
  • dall’undicesimo giorno in poi, la sua retribuzione sarà ridotta al 50%.

Oltre a queste penalità economiche, il lavoratore potrebbe anche affrontare sanzioni disciplinari. Il rischio principale è di essere licenziato, con due possibili modalità: con o senza preavviso.

Visita fiscale, niente sanzioni se non senti il campanello.

La decurtazione del 100% della retribuzione può avvenire:

  • se il lavoratore manca alla visita fiscale senza una ragione valida per più di 3 giorni nell’arco di 2 anni;
  • o se l’assenza si verifica per più di 7 giorni nell’arco di un decennio.

Visite fiscali, cos’è il Codice E sul certificato medico.

La decisione di procedere con un licenziamento senza fornire preavviso avviene generalmente:

  • in situazioni in cui il lavoratore ha avuto un comportamento inappropriato, magari confermato da indagini che hanno evidenziato tale condotta;
  • o in presenza di un certificato medico falso utilizzato come giustificazione per l’assenza dalla visita di controllo.

Tempo per giustificarsi

In situazioni in cui il lavoratore è assente per un motivo valido e comprovato, le sanzioni non saranno messe in atto.

I lavoratori che, pur essendo malati, non sono stati rintracciati all’indirizzo fornito per le visite fiscali, possono, entro 15 giorni dalla notifica della sanzione, fornire una motivazione legittima per la loro assenza non giustificata.

È possibile ricevere la visita fiscale durante il congedo 104?

La responsabilità di valutare le giustificazioni che non rientrano nell’ambito medico-sanitario ricade sul datore di lavoro pubblico. Il lavoratore ha l’obbligo di presentare queste giustificazioni al proprio datore di lavoro.

Cambi di domicilio

Qualsiasi modifica all’indirizzo di reperibilità indicato nel certificato telematico di malattia deve essere comunicata al proprio datore di lavoro pubblico.

Recentemente, l’Inps ha apportato delle novità nel suo sportello online. Ora, il lavoratore dipendente ha la capacità di visualizzare una lista dettagliata degli accertamenti domiciliari e ambulatoriali che lo riguardano, insieme ai loro rispettivi risultati.

Nel medesimo sportello telematico, esiste anche la funzionalità denominata “Indirizzo reperibilità ai fini delle visite mediche di controllo”. Tramite questa, i lavoratori hanno la possibilità di notificare una modifica dell’indirizzo di reperibilità per situazioni di malattia attualmente in fase di diagnosi.

Conclusione

Le visite fiscali sono uno strumento essenziale per garantire l’onestà e la trasparenza nel mondo del lavoro. È quindi cruciale per i dipendenti pubblici conoscere e rispettare le regole per evitare spiacevoli conseguenze.

Visite fiscali dipendenti pubblici: come funzionano
Nella foto un lavoratore riceve una visita fiscale a casa.

FAQ (domande e risposte)

Quanto spesso si può ricevere una visita fiscale?

Un dipendente pubblico può essere visitato in qualsiasi momento durante le fasce orarie di reperibilità.

Esistono malattie esenti dalla visita fiscale?

Sì, alcune gravi malattie possono esentare dalla visita fiscale. Tuttavia, è necessario fornire adeguata documentazione e certificazioni mediche che comprovino la gravità e la necessità di un esonero dalla visita fiscale. In ogni caso, sarà l’INPS o l’ente erogatore a valutare caso per caso.

Posso spostarmi da casa durante gli orari di reperibilità?

No, durante gli orari di reperibilità è necessario rimanere presso il proprio domicilio. Se c’è un motivo impellente per uscire, come ad esempio una visita specialistica o un altro tipo di appuntamento medico, è importante avere con sé la relativa documentazione che giustifichi l’assenza durante l’orario di reperibilità.

Cosa succede se il medico fiscale giudica che sono in grado di lavorare?

Se il medico fiscale giudica che un dipendente è in grado di lavorare, nonostante la certificazione del proprio medico curante, l’assenza sarà considerata ingiustificata e il lavoratore potrebbe non ricevere la retribuzione relativa ai giorni di assenza. Inoltre, potrebbe esserci una segnalazione all’ente di appartenenza e ciò potrebbe comportare ulteriori sanzioni disciplinari.

Posso rifiutare una visita fiscale?

Un dipendente non può rifiutare una visita fiscale. Il rifiuto verrà trattato come assenza ingiustificata con le relative conseguenze.

E se il medico fiscale arriva al di fuori degli orari di reperibilità?

In tal caso, il lavoratore non è obbligato ad accogliere il medico fiscale e la visita non avrà validità. È sempre bene, tuttavia, documentare e segnalare eventuali irregolarità.

Ulteriori Suggerimenti

  • Mantenere la calma: se si riceve una visita fiscale, è essenziale mantenere la calma e cooperare con il medico fiscale, fornendo tutti i dettagli necessari.
  • Documentazione: sempre avere a portata di mano tutta la documentazione medica pertinente. Questo può includere prescrizioni, appuntamenti medici o qualsiasi altro documento che possa giustificare l’assenza.
  • Comunicazione: in caso di dubbi o problemi, è sempre una buona idea comunicare con il proprio datore di lavoro o l’ente erogatore per ricevere ulteriori chiarimenti.

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