Esonero dal Patto per il lavoro Rdc: per quali disabili?

Disabili e invalidi titolari di reddito di cittadinanza hanno l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc: vediamo nel dettaglio quali sono le categorie esonerate.
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21/3/23

I disabili che percepiscono reddito di cittadinanza sono obbligati a seguire i percorsi di inserimento lavorativo e di inclusione sociale? Cos’è l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

L’erogazione del reddito di cittadinanza è condizionata alla dichiarazione immediata di disponibilità al lavoro.

I titolari di questo sussidio, sono obbligati seguire dei percorsi di inserimento lavorativo e di inclusione sociale. Se non lo fanno, riceveranno delle sanzioni e rischieranno di perdere il sussidio.

Alcune categorie di disabili e invalidi, però, hanno l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc. Vediamo quali sono in questo approfondimento e come puoi fare per chiedere l’esonero.

Indice

Categorie di disabili per il quali si applica l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc

Vediamo subito cosa prevede l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc per i disabili, per poi chiarire quali sono le regole per continuare a percepire il reddito di cittadinanza e in cosa consiste l’esonero.

La nota prot. N. 187/2020 del Ministero del Lavoro, riporta istruzioni e modelli sull’obbligo, a carico dei beneficiari di Rdc, della partecipazione a percorsi di inserimento lavorativo e d’inclusione sociale.

Nel documento sono anche elencate le categorie che sono esonerate da quest’obbligo.

In riferimento alle persone con disabilità, sono esclusi gli invalidi e i disabili ai sensi della legge 12 marzo 199, n. 88, con accertamento da parte delle competenti commissioni mediche.

Sono quindi escluse (a prescindere dall’iscrizione nelle liste di collocamento mirato, le seguenti categorie di persone:

  • persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali o i portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%;
  • le persone nelle condizioni di cui all’articolo 2, comma 1, della legge 12 giugno 1984, n. 222 aventi diritto all’assegno ordinario di invalidità o gli assicurati all’Inail la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle loro attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico o mentale a meno di un terzo;
  • le persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%, accertata dall’Inail;
  • le persone non vedenti o sordomute, di cui alla legge 27 maggio 1970, n. 382, e successive modificazioni, e 26 maggio 1970, n. 381 e successive modificazioni;
  • le persone invalide di guerra, invalide civili e di servizio con minorazioni ascritte dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con DPR n. 915/1978.

In virtù di queste disposizioni del Ministero, tutti i componenti del nucleo familiare beneficiario di Rdc che rientrano in una di queste categorie di invalidi o disabili, hanno diritto all’esonero dal Patto per il lavoro Rdc.

Per ottenere l’esonero, dovrai presentare una dichiarazione di esonero: ne parliamo nel prossimo paragrafo.

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Come presentare dichiarazione per l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc

Per ottenere l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc, dovrai presentare una dichiarazione, allegando una specifica documentazione.

Una volta che ti sarà riconosciuto il diritto al sussidio, entro 30 giorni verrai convocato dal Centro per l’Impiego del tuo territorio o dai servizi competenti del tuo Comune o Ambito Territoriale.

Quando ti presenterai a convocazione, porterai con te un’autocertificazione (qui puoi scaricare il file dell’autocertificazione da compilare), nella quale indicherai i motivi della richiesta di esonero all’inserimento di percorsi lavorativi e di inclusione sociale e ti impegnerai a comunicare l’eventuale termine del motivo di esonero.

Insieme all’autodichiarazione, dovrai presentare la documentazione che attesta la tua condizione.

Attenzione: non dovrai presentare la certificazione emessa dalla commissione medica per il collocamento mirato con allegata la relazione conclusiva sulle residue capacità lavorative, ma quella prevista dalla normativa indicata per ognuna delle categorie di disabili e invalidi previste per l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc.

Ad esempio, se hai una condizione di sordità e cecità con percentuale superiore al 45% ai sensi della legge 102/2009, dovrai presentare il verbale di accertamento dell’invalidità civile, rilasciato dalla commissione medica dell’Asl integrata da un medico dell’Inps. Se lo hai smarrito, in questo articolo ti spieghiamo come chiedere il duplicato.

Cosa succede se non ti presenti alla convocazione da parte del Centro per l’Impego? Te lo spieghiamo nel prossimo paragrafo.

Come cambia il reddito di cittadinanza nel 2023? Su TheWam.net abbiamo parlato di tutte le ipotesi sulle modifiche in arrivo per il contributo.

Esonero dal Patto per il lavoro Rdc
Esonero dal Patto per il lavoro Rdc: per quali disabili?

Cosa succede se non ti presenti alla convocazione per esonero dal Patto per il lavoro Rdc

Come abbiamo visto, per richiedere l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc dovrai presentare un’autodichiarazione e la documentazione che attesta le tue condizioni di salute.

La presentazione di questa documentazione viene fatta durante la prima convocazione da parte del Centro dell’Impiego, entro 30 giorni dalla concessione del sussidio.

Cosa succede se non ti presenti alla convocazione? La stessa nota ministeriale, spiega che la mancata presentazione a convocazione per la stipula del patto di Inclusione Sociale, è sanzionata, se non sussiste giustificato motivo, con:

  • la decurtazione di una mensilità di Rdc alla prima assenza;
  • la decurtazione di due mensilità, alla seconda assenza;
  • la decadenza dal Rdc, alla terza assenza.

Se non ti presenti alla convocazione, quindi, non solo non avrai modo di chiedere l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc, ma rischierai di vederti ridotto o addirittura tolto il sussidio.

Se le tue condizioni di salute non permettono di spostarti per raggiungere il Centro per l’Impiego, potrai delegare qualcuno per presentare la domanda, l’autocertificazione e la documentazione sanitaria al tuo posto.

Oltre a invalidi e disabili, ci sono anche altre categorie di persone che sono esonerate dal Patto per il lavoro Rdc: vediamo quali sono.

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Altre categorie che possono richiedere l’esonero dal Patto per il lavoro Rdc

Oltre ai disabili e agli invalidi, il Ministero individua altre categorie di persone che hanno diritto all’esonero dal Patto per il lavoro Rdc, ovvero:

  • i componenti del nucleo familiare beneficiario di Rdc che sono già occupati o che frequentano un corso di studio. In merito a chi è già occupato, la nota ministeriale precisa che si conserva lo stato di disoccupazione e quindi si resta obbligati al percorso personalizzato, quando si è impegnati in attività di lavoro dalle quali si ricavano redditi da lavoro dipendente non superiori a 8.145 euro o a 4mila euro da lavoro autonomo;
  • i beneficiari della pensione di cittadinanza (scopri se la pensione di cittadinanza resterà, con il governo Meloni);
  • i titolari di pensione diretta;
  • le persone di età pari o superiore a 65 anni, a prescindere dalla fruizione di un trattamento pensionistico;
  • i componenti con carichi di cura con riferimento alla presenza di minori di tre anni di età (può essere esonerato un solo componente del nucleo familiare);
  • i componenti con carichi di cura con riferimento alla presenza di persone con disabilità grave o non autosufficienza, come definiti da Isee;
  • i lavoratori occupati che conservano lo stato di disoccupazione. L’esonero, in tal caso, può essere richiesto quando il tempo impiegato nell’attività lavorativa sia superiore a 20 ore settimanali, nonché quando il tempo di lavoro, addizionato al tempo impiegato per raggiungere il luogo di lavoro, sia superiore alle 25 ore settimanali.

Le convocazioni con l’Rdc stanno aumentando, negli ultimi mesi. Scopri cosa sta succedendo e cosa succede se non ti presenti.

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