Accompagnamento agli eredi della persona disabile?

Scopri se è possibile concedere l'indennità di accompagnamento agli eredi della persona disabile e in quali casistiche.
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27/5/23

Accompagnamento agli eredi della persona disabile: hanno diritto all’indennità di accompagnamento? Vediamolo in questo approfondimento (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le altre guide complete di IED. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).

Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza di grande rilevanza per gli eredi di una persona disabile. Secondo questa sentenza, gli eredi hanno il diritto di ricevere le quote dell’indennità di accompagnamento che spettavano al defunto, anche se non hanno provveduto direttamente all’assistenza dell’invalido durante la sua vita.

Questa decisione ha aperto nuovi scenari e ha sollevato importanti questioni legali e sociali. In questo articolo, esploreremo i dettagli di questa sentenza a riguardo dell’accompagnamento agli eredi della persona disabili.

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Accompagnamento agli eredi della persona disabile: è possibile?

Secondo una recente decisione della Corte di Cassazione, è stato stabilito che gli eredi di un invalido deceduto hanno il diritto di ricevere la quota dell’indennità di accompagnamento che spettava all’invalido. Questa somma viene assegnata agli eredi anche se non hanno fornito assistenza all’invalido durante la sua vita.

La sentenza in questione è la numero 1323 del 18 novembre 2015 (Cassazione, sezione III Civile).

Il principio fondamentale della sentenza è che il diritto alle prestazioni di assistenza per gli invalidi civili si origina dalla presentazione di una richiesta amministrativa e dal soddisfacimento dei requisiti (sanitari e/o reddituali) previsti dalla normativa.

Poiché queste prestazioni fanno parte del patrimonio dell’invalido deceduto, si deduce che vengano trasmesse agli eredi anche nel caso in cui l’invalido sia morto prima che i requisiti di legge fossero stabiliti.

Pertanto, tutti gli eredi hanno il diritto di ricevere una parte dell’indennità di accompagnamento, anche se non hanno assistito la persona deceduta.

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Accompagnamento agli eredi della persona disabile: qual è il caso?

La figlia di una donna invalida aveva presentato una causa al Tribunale di Brindisi chiedendo di ricevere tutte le somme spettanti alla madre come indennità di accompagnamento, poiché era stata l’unica a fornire assistenza morale e spirituale alla madre e l’aveva ospitata nella sua casa fino alla sua morte.

Il fratello della donna, che aveva ricevuto una parte dell’indennità di accompagnamento della madre deceduta dalla Prefettura, non era d’accordo e aveva presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che tali somme spettassero a tutti gli eredi.

La Corte Suprema ha accolto la richiesta del fratello, stabilendo che “gli eredi dell’invalido hanno diritto alle quote della pensione d’inabilità e dell’indennità di accompagnamento accumulate dalla presentazione della domanda amministrativa fino alla morte dell’invalido, avvenuta prima dell’accertamento dell’inabilità da parte della commissione provinciale competente”.

Inoltre, ha affermato che “se i requisiti per la prestazione vengono accertati dopo la morte dell’interessato o se la prestazione stessa viene liquidata agli eredi anziché al beneficiario diretto, si configura una situazione successoria piuttosto che un obbligo di assistenza sociale”.

Di conseguenza, nel caso specifico, “gli eredi dell’invalida hanno il diritto alla quota dell’indennità di accompagnamento liquidata a ciascuno di loro, senza che si possa considerare un arricchimento ingiusto nei confronti degli eredi che non hanno fornito assistenza alla defunta”.

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Accompagnamento agli eredi della persona disabile: a quali eredi spetta?

La caratteristica fondamentale dell’indennità di accompagnamento è che non ci sono limiti di età o reddito per poterne beneficiare. Essa è destinata a coloro che hanno difficoltà persistenti nel compiere compiti e funzioni tipiche della loro età, e può essere richiesta a partire dalla maggiore età fino ai 65 anni.

Si tratta di una prestazione diretta, pertanto può essere fruita solo dalla persona interessata. Le normative attuali sono chiare nel stabilire che in caso di decesso dell’invalido o del disabile che ha ricevuto il sostegno economico, non è dovuto nulla agli eredi.

Non è prevista quindi la reversibilità dell’indennità di accompagnamento, tuttavia esiste un caso da considerare che apre diverse possibilità in termini di importi accumulati e di ciò che spetta agli eredi o ai superstiti in termini di prestazioni assistenziali.

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Accompagnamento agli eredi della persona disabile?
Accompagnamento agli eredi della persona disabile: in foto, una persona anziana in carrozzina spinta un familiare.

Chi riscuote l’indennità di accompagnamento? L’indennità di accompagnamento viene assegnata alle persone mutilate e agli invalidi civili che sono completamente incapaci a causa di problemi fisici o mentali (100%). Inoltre, può essere concessa anche alle persone di età superiore ai 65 anni che hanno difficoltà persistenti.

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Accompagnamento agli eredi della persona disabile: quali sono i ratei e gli importi maturati dopo morte?

La differenza nella ricezione dell’indennità di accompagnamento dopo la morte dell’invalido o del disabile dipende dal momento del decesso rispetto al riconoscimento della prestazione economica.

Se la morte avviene dopo il riconoscimento dell’invalidità, gli eredi possono ricevere solo le quote dell’indennità che sono già state accumulate fino alla data del decesso.

In questo caso, si applicano le leggi sulla successione. Se la persona invalida muore dopo aver ottenuto il riconoscimento per l’indennità di accompagnamento ma prima della liquidazione della prestazione, i ratei accumulati, sia completi che parziali, vengono corrisposti agli eredi secondo le norme di successione.

Se gli eredi sono più di uno, i ratei dell’indennità di accompagnamento possono essere destinati a un solo erede a condizione che sia in possesso di una delega.

Infine, se la persona disabile muore prima della visita medica, ma dopo aver presentato la domanda, gli eredi possono comunque presentare una richiesta di riconoscimento all’apposita commissione medica.

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