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Disabilità, che documenti portare al colloquio di lavoro

Vediamo che documenti portare al colloquio di lavoro se sei persona disabile iscritta alle categorie protette o nel caso in cui rispondi ad annunci senza passare per il collocamento mirato.
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23/9/23

È obbligatorio dare informazioni dettagliate sulla mia disabilità o patologia, in fase di colloquio di lavoro? Che documenti portare? Serve il certificato di invalidità? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

Affrontare un colloquio di lavoro è sempre un momento che può suscitare ansie e preoccupazioni. Tutti noi vogliamo dimostrare quanto valiamo e rendere subito manifeste le nostre competenze nel settore o per le mansioni che vengono ricercate.

Nel caso delle persone disabili, le ansie possono anche raddoppiare. Nel loro caso, infatti, è molto probabile che il colloquio si sposti dall’analisi delle competenze all’approfondimento della patologia o della disabilità.

È normale, quindi, che una persona disabile voglia conoscere che documenti portare al colloquio di lavoro e se tra questi devono essere presenti quelli che danno informazioni precise sulla disabilità.

Approfittiamo di questa domanda per chiarire come dovrebbe essere condotto un colloquio di lavoro a una persona con disabilità iscritta alle categorie protette, quali sono i documenti che possono essere presentati e quelli che il datore di lavoro non è tenuto a richiedere.

Indice

Che documenti portare al colloquio di lavoro per persone disabili?

Vediamo subito che documenti di lavoro portare al colloquio di lavoro se sei stato chiamato tramite collocamento mirato.

Ti elenchiamo i documenti e poi ti spiegheremo nel prossimo paragrafo perché dovresti portarli con te al colloquio. I documenti da portare sono:

  • il tuo curriculum;
  • la copia del verbale di invalidità in cui è omessa la diagnosi ma è visibile la percentuale di invalidità riconosciuta e una eventuale data di revisione dell’invalidità;
  • copia della diagnosi funzionale;
  • copia dell’iscrizione al collocamento mirato;
  • copia di un tuo documento di riconoscimento.

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Che documenti portare al colloquio di lavoro per categorie protette e perché?

Abbiamo appena visto che documenti portare al colloquio di lavoro per categorie protette. Cerchiamo adesso di capire perché.

Sul curriculum c’è poco da dire, questo documento certifica le tue competenze e le esperienze lavorative che possiedi.

Oltre a una copia del curriculum vitae (a tal proposito, qui ti spieghiamo come compilare un CV per categorie protette), potresti essere chiamato a mostrare anche una copia della diagnosi funzionale e una copia dell’iscrizione al collocamento mirato.

In questo caso non si tratta di un tentativo da parte del datore del lavoro di invadere la tua privacy. Se l’azienda sta convocando tramite collocamento mirato, è normale che richieda questi documenti che, tra l’altro, rispettano la privacy perché non rivelano la tua patologia.

Alcuni datori di lavoro, poi, potrebbero richiederti il verbale di invalidità. Se il loro obiettivo è quello di avere più informazioni sulla tua disabilità, sappi che non sei obbligato a fornire la copia del verbale che riporta tutti i dettagli sulla diagnosi fatta dai medici valutatori dell’ASL.

Infatti, l’ASL ti rilascia due copie del verbale: una con tutte le informazioni mediche e l’altra creata appositamente per la richiesta delle agevolazioni di cui benefici o ai datori di lavoro, con l’omissione della diagnosi.

Se il datore di lavoro pretende la copia con la diagnosi, hai tutto il diritto di non presentarla.

Nel caso degli altri documenti, la richiesta è legittima, visto che il datore di lavoro sta probabilmente rispettando il suo obbligo sulle quote di riserva in azienda.

Non dovrebbe servirti nient’altro, tranne il solito documento di riconoscimento.

Scheda funzionale collocamento mirato: come funziona la visita, chi la esegue e cosa si decide. Da chi è composta la commissione, che cosa valuta rispetto agli invalidi civili e alle persone con handicap e quali sono le normative di riferimento.

Che documenti portare al colloquio di lavoro se non mi presento come categoria protetta?

Vediamo invece che documenti portare al colloquio di lavoro se non ti presenti come categoria protetta.

Essere iscritti alle liste di collocamento mirato, infatti, non esclude la possibilità che tu possa presentarti a qualsiasi tipo di azienda, anche a quelle che non hanno l’obbligo delle quote di riserva.

Non hai nemmeno l’obbligo di dire che sei iscritto alle categorie protette, soprattutto se la tua disabilità non è evidente.

Né, il datore di lavoro, se venisse a sapere che sei iscritto alle categorie protette, potrebbe decidere di licenziarti, una volta assunto, proprio perché per la privacy puoi non dare informazioni sulla tua disabilità e per legge il datore di lavoro non può pretendere di saperlo.

In questo caso, quindi, i documenti da portare al colloquio di lavoro sono solo due, quelli tradizionali:

  • il curriculum vitae;
  • il tuo documento di riconoscimento.

Scopri alcuni consigli utili per affrontare in serenità un colloquio di lavoro per categorie protette e mostrare le proprie competenze.

Che documenti portare al colloquio di lavoro
Disabilità, che documenti portare al colloquio di lavoro. Nella foto: un uomo a un colloquio di lavoro

Che documenti portare al colloquio di lavoro? Alcune considerazioni finali

Dopo aver visto che documenti portare al colloquio di lavoro, nel caso si tratti di colloqui per chiamata tramite collocamento mirato o di inserzioni lavorative a cui decidi di rispondere bypassando la Legge 68/99, facciamo alcune conclusioni finali.

Il datore di lavoro, che ti chiama tramite collocamento mirato, può richiedere alcune  informazioni sulla tua disabilità (come la percentuale di invalidità, l’eventuale rivedibilità dell’invalidità, la scheda funzionale…).

Le informazioni sono utili in fase di contratto poiché sta beneficiando di un’agevolazione e, svolgere la procedura correttamente, tutelerà te e l’attività.

Inoltre, ha necessità di capire se e come potrebbe inserirti in azienda, agevolandoti nel miglio modo possibile.

Tuttavia, sappiamo che, per alcuni datori di lavoro, quello dell’assunzione delle categorie protette è solo un obbligo e poco importa come si troverà la persona disabile in azienda.

Quello che ci sentiamo di consigliarti è di valutare proposte di datori di lavoro che devono sì assolvere a un obbligo, ma che hanno realmente interesse a beneficiare di quest’obbligo per un miglioramento sia dal punto di vista della produzione che da quello umano.

Se fosse sempre e dovunque così, probabilmente non ci sarebbe nemmeno bisogno di nascondere quei dati cosiddetti “sensibili”.

Se una persona disabile ha le capacità per svolgere una mansione, in base alle sue capacità lavorative residue, lo sa fare fare a prescindere dalla diagnosi.

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