Nei ricorsi dell’invalidità contro l’Inps, chi paga le spese processuali, le competenze e gli onorari? È possibile ottenere l’esenzione delle spese, anche in caso di sconfitta? Cos’è il contributo unificato per il ricorso? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Se la commissione medica dell’Inps non riconosce l’invalidità o attribuisce una percentuale minore, è possibile fare il ricorso dell’invalidità.
Non tutti sanno, però, che in alcuni casi è prevista l’esenzione dal pagamento delle spese processuali, delle competenze e degli oneri.
Ti spieghiamo in quali casi è prevista l’esenzione e come puoi fare ricorso dell’invalidità.
INDICE- Cos’è il contributo unificato per il ricorso dell’invalidità
- Esenzione dal contributo unificato e dalle altre spese per il ricorso dell’invalidità
- Il ricorso per l’invalidità: alcuni suggerimenti prima di presentarlo
- Ricorso giurisdizionale per l’invalidità
- Ricorso amministrativo per l’invalidità
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Cos’è il contributo unificato per il ricorso dell’invalidità
Iniziare un giudizio, anche solo amministrativo, come il ricorso dell’invalidità civile, comporta degli esborsi significativi.
Questi non si riferiscono solo alle competenze dovute per l’attività svolta dall’avvocato o l’eventuale compenso per il consulente tecnico di parte.
L’accesso alla giustizia comporta infatti anche altri oneri, come ad esempio il contributo unificato, che dovrai pagare anche nel caso del ricorso.
Il contributo unificato è una somma che viene corrisposta all’Erario ogni volta in cui una parte inizia un processo civile, tranne che in alcuni casi, come ad esempio in materia di lavoro.
Il pagamento del contributo unificato è previsto sia nel processo amministrativo che in quello tributario e trova la propria normativa nel DPR 115/2002 (Testo Unico sulle spese di giustizia).
Si tratta, in pratica, di una forma di tassazione per le spese degli atti giudiziari e ha sostituito diverse tasse, come l’imposta di bollo, la tassa di iscrizione a ruolo e i diritti di cancelleria.
L’importo dovuto a titolo di contributo unificato per il ricorso dell’invalidità civile è di 43 euro.
Poca cosa, dirai. Tuttavia, è un tuo diritto chiederne l’esenzione in presenza di alcune condizioni, così come quella da tutte le altre spese processuali. Vediamo perché e come.
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Esenzione dal contributo unificato e dalle altre spese per il ricorso dell’invalidità
Ti è stata negata l’invalidità oppure la commissione medica ti ha attribuito una percentuale minore, che ritieni non sia corretta e che non ti dà accesso alle agevolazioni o alle prestazioni economiche a cui avresti diritto.
Stai pensando di fare il ricorso, ma temi che le spese per affrontarlo possano essere troppo onerose per te.
Devi sapere che in alcuni casi è previsto l’esenzione del pagamento delle spese riguardanti il processo, anche nel caso in cui dovessi risultare parte soccombente.
Nei giudizi promossi per ottenere prestazioni previdenziali e assistenziali, infatti, la parte soccombente non può essere condannata al pagamento delle spese, competenze e onorari se nell’anno precedente a quello della pronuncia è titolare di un reddito imponibile ai fini Irpef pari o inferiore a due volte l’importo del reddito stabilito per legge, ovvero 11.493,82 euro.
In caso di reddito inferiore, quindi, si è ammessi al gratuito patrocinio (a spese dello Stato). Lo Stato italiano, infatti, con il DPR del 30/05/2022 n. 115, assicura l’assistenza legale gratuita a tutti i soggetti che presentano determinate condizioni, ovvero:
- ai cittadini italiani;
- agli stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale;
- agli apolidi;
- agli enti e associazioni che non perseguano fini di lucro.
Ricapitolando: se nell’anno precedente a quello della pronuncia hai dichiarato un reddito imponibile uguale o inferiore a 11.493,82 euro, anche se perdi il ricorso dell’invalidità, hai diritto a richiedere il gratuito patrocinio.
Non solo: se il tuo reddito è inferiore a 34.481,46 euro, non pagherai neanche il contributo unificato.
Per evitare la condanna delle spese, in caso di soccombenza, l’attuale limite di reddito ammonta a 22.987,64 euro.
Una volta che abbiamo chiarito cos’è il contributo unificato per il ricorso e come ottenere l’esenzione, insieme alle altre spese per le competenze e gli oneri processuali, ricordiamo come è possibile fare ricorso.
Ti spieghiamo quando chiedere ricorso online, come funziona e le tempistiche. I dettagli in questo articolo.
Il ricorso per l’invalidità: alcuni suggerimenti prima di presentarlo
Abbiamo detto che il ricorso viene presentato nel momento in cui l’invalidità viene negata o viene attribuita una percentuale minore, e deve essere presentato entro 6 mesi dall’emissione del verbale.
In fase di ricorso, si propone sostanzialmente al giudice istanza di accertamento tecnico preventivo per la verifica preliminare delle proprie condizioni sanitarie, al fine di legittimare la pretesa.
Ricordiamo che, soprattutto per quanto riguarda le malattie rare, spesso il riconoscimento dell’invalidità civile viene negato, a causa della loro assenza nell’elenco delle patologie che danno diritto all’invalidità civile.
Prima di presentare ricorso, quindi, soprattutto se non rientri tra i beneficiari del gratuito patrocinio, è consigliabile:
- verificare se la propria patologia dia diritto all’esenzione per malattia rara o cronica, controllando attentamente il nuovo elenco ministeriale;
- raccogliere un’adeguata documentazione scientifica sulla patologia;
- nominare un difensore di fiducia, se necessario, al fine di essere rappresentati in giudizio.
Vediamo quindi come presentare il ricorso giurisdizionale o amministrativo.

Ricorso giurisdizionale per l’invalidità
Contro il giudizio sanitario della commissione medica per l’accertamento dell’invalidità, puoi promuovere un ricorso giurisdizionale entro 6 mesi dalla notifica del verbale sanitario. Il termine è perentorio: una volta decaduto sarà possibile solo presentare una nuova domanda.
La richiesta di accertamento tecnico preventivo va fatta se intendi impugnare un verbale sanitario, prima di dare inizio al contenzioso giudiziale.
Per proporre il ricorso e ottenere l’accertamento tecnico preventivo dovrai rivolgerti a un avvocato esperto in diritto previdenziale.
L’accertamento viene affidato dal giudice ad un consulente tecnico d’ufficio (CTU), che viene assistito nelle operazioni di perizia tecnica da un medico legale dell’Inps. Una volta terminata la consulenza tecnica, il giudice fissa un termine perentorio (non superiore a 30 giorni) entro il quale le parti devono dichiarare se intendono contestare o meno le conclusioni del consulente.
In assenza di contestazioni, il giudice predispone il decreto di omologazione dell’accertamento, che non è più impugnabile né modificabile.
Se invece una delle parti dichiara di voler contestare le conclusioni del CTU, si apre il giudizio con il deposito del ricorso introduttivo nel quale, a pena di inammissibilità, vanno indicati i motivi della contestazione.
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Ricorso amministrativo per l’invalidità
Il ricorso amministrativo è ammesso esclusivamente contro provvedimenti di rigetto o di revoca dei benefici economici che attengono a requisiti non sanitari, quali il reddito, la cittadinanza, la residenza. Contro il mancato riconoscimento dei requisiti sanitari, infatti, è possibile presentare unicamente ricorso in via giudiziaria.
La presentazione del ricorso amministrativo deve avvenire esclusivamente per via telematica:
• accedendo direttamente sul sito web Inps, se sei in possesso delle credenziali (SPID, CIE, CNS), utilizzando l’apposita procedura “Ricorsi On Line” disponibile nell’Area Servizi del portale;
• tramite Caf o patronato e gli altri soggetti abilitati all’intermediazione con l’Istituto, attraverso i servizi telematici Inps a loro dedicati.
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