Come la 104 cambia la pensione. Non sarebbe strano chiedersi se le agevolazioni lavorative, come il congedo o i permessi 104, influiranno sulla propria pensione futura. Ecco perché oggi abbiamo deciso di approfondire meglio questo argomento (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
Indice
- Come la 104 cambia la pensione: agevolazioni sul lavoro
- Come la 104 cambia la pensione: contributi per i permessi legge 104
- Come la 104 cambia la pensione: contributi per il congedo straordinario
- Come la 104 cambia la pensione: le conseguenze del congedo 104
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Come la 104 cambia la pensione: agevolazioni sul lavoro
Prima di approfondire il discorso “effetti della 104 sulla pensione” ci sembra giusto ricordare innanzitutto quali agevolazioni lavorative sono previste dalla legge 104/1992 per chi assiste una persona cara con disabilità.
Ecco una guida completa con tutti i diritti e le agevolazioni per persone disabili.
In particolare, queste sono:
- permesso retribuito di 2 ore al giorno per genitore di un bambino disabile fino a 3 anni;
- permesso retribuito di 3 giorni al mese per genitore di bambino disabile anche dopo la maggiore età, nonché per un parente o affine fino al terzo grado di una persona con disabilità grave;
- 10 o 11 mesi di congedo parentale prolungato per i genitori di un figlio o figlia disabile di età inferiore a 8 anni;
- due anni di congedo retribuito per un familiare che assiste un disabile grave e non autosufficiente;
- precedenza nell’assegnazione della sede di lavoro;
- pensione anticipata del lavoratore disabile o di chi lo assiste, purché abbia compiuto almeno 63 anni e maturato 30 anni di contributi.
Come puoi notare, i trattamenti a favore di chi assiste un familiare con disabilità non mancano, ma è più che lecito chiedersi se in qualce modo questi penalizzino la persona che ne fruisce. Ecco perché oggi cercheremo di risolvere i tuoi dubbi.
Concentriamoci in particolare sui permessi e sul congedo (parentale e straordinario) menzionati sopra. Trattandosi di agevolazioni pensate per aiutare la persona che ne ha diritto, sarebbe strano se la stessa persona si trovasse poi in una situazione di svantaggio.
Infatti, è bene chiarire che sia i permessi sia i congedi sono accreditati da contributi figurativi. Questo vuol dire che durante il periodo di assenza dal lavoro, non solo si viene retribuiti, ma si matura comunque una copertura previdenziale per avere accesso alla pensione quando spetta. La differenza è che i contributi figurativi non sono versati dal datore di lavoro ma vengono accreditati dall’INPS, perché risultano a carico della gestione previdenziale di competenza.
Gli accrediti contributivi sono concessi in tutti i casi dei permessi e del congedo 104, ma con qualche differenza tra di essi. Nei prossimi paragrafi li analizziamo nel dettaglio.
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Come la 104 cambia la pensione: contributi per i permessi legge 104
Per quanto riguarda i permessi e il prolungamento del congedo parentale, l’accredito dei contributi avviene secondo le regole ordinarie. Quindi, in corrispondenza dei periodi di “assenza” dal lavoro viene accreditata una contribuzione corrispondente a quella che sarebbe versata in caso di attività lavorativa continuativa. In breve, si ha diritto agli stessi contributi.
Invece la situazione cambia nel caso del congedo straordinario. Continua a leggere per sapere come funziona.
Ecco una guida utile e dettagliata sui permessi 104.
Come la 104 cambia la pensione: contributi per il congedo straordinario
A differenza dei permessi lavorativi 104, i contributi in caso di congedo straordinario di due anni non sono pari a quelli che sarebbero stai versati in costanza di attività lavorativa.
Il motivo è che per il periodo di congedo straordinario viene stabilito un limite massimo di contributi da versare che non può essere superato.
Nello specifico, gli importi limite che possono essere accreditati nei due anni di congedo sono (relativamente al 2022):
- 37.341 euro, come tetto massimo di retribuzione annua durante il congedo straordinardio (che corrisponde a circa 102 euro al giorno);
- 12.322,53 euro annui, come tetto massimo di contributi figurativi (pari al 33% della retribuzione globale);
- 49.633,38 euro corrispondo al massimale annuo per il 2022 tra retribuzione e contribuzione figurativa.
A questo punto ti starai chiedendo: ma in che modo questo limite influisce sulla pensione? Te lo diciamo nel prossimo paragrafo.
Scopri le regole per la pensione anticipata con legge 104 comma 1: per i dettagli clicca qui.

Come la 104 cambia la pensione: le conseguenze del congedo 104
Gli effetti della 104 sulla pensione, e in particolare del congedo straordinario retribuito, sono significativi solo in alcuni casi.
Infatti, se un lavoratore ha una retribuzione lorda inferiore all’importo erogato durante il congedo, l’indennità annua sarà più bassa e in ogni caso la copertura figurativa non subirà alcun cambiamento.
Al contrario, la contribuzione figurativa potrebbe diventare penalizzante se si supera la soglia limite prevista, quindi circa 37 mila euro all’anno. In breve, chi ha uno stipendio più alto potrebbe avere delle conseguenze negative perché l’indennità massima riconosciuta è sempre uguale, così come il tetto massimo dei contributi figurativi.
Dai un’occhiata a questo approfondimento su come ottenere la 104 per un familiare.
In questo caso, gli effetti penalizzanti si verificano dal punto di vista contributivo e retributivo.
Per quanto riguarda il primo, il dipendente che ha una retribuzione elevata non subisce una vera e propria perdita, in quanto la somma dei contributi non può mai diminuire. Tuttavia, la perdita risulta evidente se si pensa al futuro, e cioè ai contributi che sarebbero stati accumulati continuando la propria attività lavorativa.
Invece, per quanto riguarda l’aspetto retributivo, bisogna considerare che l’indennità riconosciuta per il congedo può influire negativamente, se rientra nella retribuzione pensionabile, cioè nella media delle retribuzioni da considerare ai fini pensionistici.
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