Pensione anticipata con la depressione

Pensione anticipata con la depressione: vediamo quando è come è possibile per chi soffre di questa patologia. È ovviamente preliminare il riconoscimento dell'invalidità civile, quali sono le percentuali, come funziona e quali sono i trattamento economici a cui si ha diritto.
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21/3/23

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Non parliamo in questo articolo dell’invalidità civile con la depressione (lo abbiamo già fatto qui), ma della possibilità di accedere a un trattamento pensionistico. Come saprete alcune forme di depressione possono dare alte percentuali di invalidità, quella endogena grave arriva all’80%. Per altre forme depressive più lievi il grado di invalidità in genere si mantiene al di sotto del 50% (a meno che non siano concomitanti altre patologie).

Per invalidità civile e depressione c’è anche questo interessante articolo su thewam.net.

È ovvio che per chiedere la pensione anticipata con questa malattia è necessario prima il riconoscimento dell’invalidità civile. E la percentuale di riduzione della capacità di lavoro decisa dalle commissioni medico legali sarà poi la base per eventuali uscite anticipate dalle attività lavorative.

Pensione anticipata con la depressione: passaggio obbligato

Quindi chiedere prima l’invalidità civile è un passo inevitabile e obbligato per avere diritto a un trattamento pensionistico anticipato.

Come abbiamo visto ci sono diverse gradazioni della depressione, quindi chi si appresta a chiedere il riconoscimento dell’invalidità civile deve essere consapevole che la patologia comporti una effettiva e importante riduzione della capacità di lavoro o che non consenta di svolgere diversi atti della vita quotidiana.

E dunque, è necessario presentare la domanda per l’invalidità. Questi sono i passaggi necessari:

  • bisogna andare dal proprio medico di base e chiedere il certificato medico introduttivo. In quel documento il professionista deve attestare l’esistenza della patologia invalidante. Sarà poi inviato dallo stesso medico, per via telematica ll’Inps. Al paziente sarà quindi consegnato il codice univoco determinante per la richiesta della domanda;
  • la domanda dovrà essere inoltrata dall’assistito (entro 90 giorni dal rilascio del certificato medico introduttivo). Può farlo da solo o tramite patronato. Si tratta in pratica della richiesta per la visita davanti alla Commissione medico legale che dovrà accertare la sussistenza della eventuale invalidità e assegnare, nel caso, una percentuale di invalidità;
  • la visita della commissione medica è quasi sempre “documentale”. È quindi opportuno presentarsi con una certificazione adeguata e recente.

La commissione valuterà:

  • la forma della depressione;
  • la gravità della patologia;
  • l’incidenza sulla capacità di lavoro e sugli atti della vita quotidiana.

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Pensione anticipata con la depressione: verbale

Dopo la visita la commissione medica redige un verbale, ma solo se la decisione viene adottata all’unanimità. In caso contrario l’intera documentazione che riguarda l’assistito passa al Centro Medico Legale, che potrebbe decidere sulla base dei certificati o riconvocare la persona interessata.

Comunque sia, il verbale dovrà essere comunicato all’assistito entro 120 giorni dalla sua stesura.

Si possono verificare queste tre condizioni:

  • il rigetto della domanda (la persona che ha presentato la richiesta non viene ritenuta invalidia);
  • la domanda viene accolta, ma la percentuale riconosciuta è al di sotto di quella attesa;
  • la domanda viene accolta con una percentuale di invalidità che l’assistito ritiene adeguata alle sue condizioni.

Quando si verificano i primi due casi e la persona interessata ritiene di aver subito un torto può presentare ricorso e sperare di ottenere un riconoscimento diverso dai giudici del tribunale con il decreto di omologa.

Pensione anticipata con la depressione: percentuali e prestazioni

Ricordiamo nello schema sotto le prestazioni che vengono riconosciute rispetto alle percentuali di invalidità attribuite dalla commissione medica. Come vedrete le prestazioni economiche Inps sono concesse a partire dal 67% di invalidità:

  • dal 34%, diritto alla fornitura gratuita di protesi ed ausili coerenti con le patologie esposte nel verbale al campo diagnosi;
  • dal 46%, accesso all’iscrizione alla lista per il collocamento obbligatorio dalla quale devono attingere i datori di lavoro, pubblici e privati, per l’obbligo di assunzione degli invalidi;
  • dal 51%, i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, possono richiedere annualmente un congedo straordinario retribuito per cure per trenta giorni, anche non consecutivi, su richiesta del medico curante ed autorizzazione dell’Asl;
  • dal 67%, esenzione dal pagamento del ticket sanitario per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, di diagnostica strumentale e di laboratorio; agevolazioni per tessera trasporto pubblico locale; priorità nelle graduatorie per le case popolari; riduzione canone telefonico ed esenzione della reperibilità per le visite fiscali;
  • dal 74%, diritto all’assegno erogato dall’Inps di 291,69 euro mensili in presenza di redditi personali inferiori a 5,010,20 euro (per il 2022) per disoccupati. A 67 anni l’assegno si trasforma in assegno sociale;
  • dal 75%, per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, maggiorazione dell’anzianità pari a due mesi per ogni anno, fino ad un massimo di 60 mesi, durante il quale si è nella condizione di invalido civile al 75 %;
  • 100%, diritto alla pensione di inabilità erogato dall’Inps di 291,69 euro mensili in presenza di redditi personali inferiori a 17.050,42 euro (nel 2022). A 67 anni la pensione si trasforma in assegno sociale.;
  • 100%, con il riconoscimento dell’impossibilità a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita propri dell’età, diritto all’indennità di accompagnamento pari a 525,17 euro senza alcun limite di reddito.

Pensione anticipata con la depressione: assegno ordinario

Come si può andare dunque in pensione con la depressione.

I dipendenti privati e chi ha versato almeno cinque anni di contributi (di cui 3 nell’ultimo quinquennio) possono accedere all’assegno ordinario di invalidità, che è una misura previdenziale e non assistenziale. È quindi legata, anche per la valutazione dell’importo, agli anni di contribuzione che sono stati versati.

Pensione anticipata con la depressione: inabilità lavorativa

È una misura simile la pensione di inabilità lavorativa, che prevede però una percentuale di invalidità del 100% (quindi alla depressione dovrebbe essere associata anche qualche altra patologia invalidante). Anche questa è una misura previdenziale, prevede dunque che siano stati versati dei contributi.

Pensione anticipata con la depressione: inabilità civile

La pensione di inabilità civile (100%), viene riconosciuta alle persone invalide di un’età compresa tra i 18 e i 65 anni che non hanno altre fonti di reddito. Si tratta di una misura assistenziale.

Pensione anticipata con la depressione: vecchiaia (80%)

Si può chiedere la pensione anticipata di vecchiaia anche con l’80% di invalidità riconosciuta e un’età anagrafica che è di 56 anni per le donne e di 61 per gli uomini. In questo caso sono necessari almeno 20 anni di contributi.

Pensione anticipata con la depressione: accompagnamento

E infine c’è l’indennità di accompagnamento, che non è una pensione, ma un contributo (superiore a 500 euro al mese per 12 mensilità) e viene riconosciuto, a prescindere dal reddito, a chi:

  • non è in grado di deambulare senza il sostegno di un accompagnatore;
  • non è in grado di compiere da solo gli atti della vita quotidiana.

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