Lavoro e disabili: quando chiedere la sorveglianza sanitaria

Cosa prevede la sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili, perché e quando viene attuata, cosa implica e quali possono essere le conseguenze.
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9/6/23

Qual è il compito del medico competente nelle aziende? Perché è necessaria la sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili? Quali sono le conseguenze di questa sorveglianza? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).

La Legge 68/99 prevede un criterio vantaggioso per le persone con disabilità e per le imprese: l’avviamento lavorativo “mirato”.

Da un lato le aziende, in relazione al numero di dipendenti, hanno l’obbligo di assunzione di una quota di persone con disabilità fruendo di agevolazioni per l’assunzione di questi e per eventuali adeguamenti anche strutturali per la loro accoglienza. Dall’altro, la persona è avviata secondo il criterio dell’uomo giusto al posto giusto.

Una volta inserito lavorativamente, il lavoratore va sottoposto a sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili. La sorveglianza si applica anche per quei lavoratori la cui disabilità è sopraggiunta in corso di attività lavorativa.

Vediamo quindi come viene eseguita la sorveglianza e quali sono le sue conseguenze per il lavoratore disabile.

Indice

Chi si occupa della sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili?

A occuparsi della sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili è il medico competente delle aziende.

Il lavoratore con disabilità va sottoposto a visita medica dal medico del lavoro competente e questi esprime un giudizio sulla compatibilità persona/lavoro/ambiente, affinché le prestazioni richieste non siano superiori alle capacità del soggetto e siano compatibili con il suo stato di salute.

Il medico, successivamente, propone al datore di lavoro l’adozione di eventuali misure tecniche (anche sanitarie), organizzative e procedurali necessarie e specifiche, finalizzate alla creazione di un ambiente di lavoro (anche attraverso “accomodamenti ragionevoli” – Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone disabili, ratificata da Legge 3.3.09 n. 18), che risponda a pieno ai criteri di igiene e sicurezza del lavoro non soltanto per i lavoratori con disabilità, ma anche per i soggetti normodotati, prendendo in considerazione i pericoli e i rischi correlati al sistema organizzativo aziendale e attribuibili alle relazioni (orizzontali e verticali) esistenti, con riferimento alle mansioni in esame e a chi vi è coinvolto, e alla cultura aziendale.

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Cosa deve valutare il medico competente per la sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili?

L’attività sanitaria è una funzione molto delicata nei confronti del soggetto con disabilità.

Il medico del lavoro competente nella sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili deve, quindi, essere capace sia di sapere comprendere la disabilità del lavoratore e ascoltare il linguaggio verbale e non verbale di questo soggetto svantaggiato, sia di instaurare con lui un contatto.

Questa pratica a favore di questi soggetti non è, né deve essere, diversa da quella indirizzata ai lavoratori normodotati, altrimenti i lavoratori con disabilità verrebbero ulteriormente discriminati, proprio attraverso un’attività che deve servire anche a una loro maggiore integrazione nel contesto lavorativo.

Il medico del lavoro competente può agire in diverse situazioni, valutando la possibilità di reperire per il lavoratore con disabilità anche dei ritagli di mansione nell’ambito di diverse mansioni, qualora possibile e senza creare grossi problemi al disabile e all’impresa.

Percorrere questa strada potrebbe essere molto utile, ad esempio, nel caso di soggetti che hanno subito menomazioni anche rilevanti a causa e in conseguenza di infortunio sul lavoro e/o di malattia professionale e che devono essere inseriti o reinseriti in un’attività lavorativa confacente con il loro stato di salute.

Se la persona disabile possiede ancora delle capacità lavorative, queste vanno utilizzate al meglio e il medico del lavoro competente deve collaborare in questa ottica.

Il medico competente aziendale, in alcuni casi particolari, può essere la figura più idonea ad accompagnare il soggetto al ritiro dal lavoro, fruendo di alcuni benefici sociali previsti dal nostro ordinamento giuridico e che possano garantire a questo una sopravvivenza più dignitosa possibile.

Il ruolo del medico del lavoro competente in azienda dovrebbe, quindi, orientarsi sempre più verso aspetti organizzativi e gestionali, senza perdere la capacità sia del contatto anche fisico con il lavoratore che si rivolge a lui, sia dell’ascolto di questo.

In quest’ottica, il medico deve essere una figura dotata di attitudini specifiche, con capacità ed esperienza consolidate nel tempo e con conoscenze e abilità tali da permettergli sia di leggere la specifica realtà aziendale in cui agisce sia di valutare la capacità globale e quella lavorativa del disabile.

Facendo alcuni esempi di accomodamento ragionevole, cercheremo di chiarire in modo semplice e chiaro a cosa ha diritto il lavoratore quando sopraggiunge una disabilità in corso di attività lavorativa.

Quando la sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili viene fatta da un Ente pubblico

In alcuni casi, la sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili può essere richiesta – sia dal lavoratore disabile che dal medico competente – a un Ente pubblico.

Si tratta di un’opportunità per le imprese (datore di lavoro e medico competente) che lo ritengono opportuno e anche per il singolo lavoratore  quella di ricorrere, ai sensi dell’art.5 della Legge 300/70 (Statuto dei lavoratori), a una visita specialistica di medicina del lavoro presso un ente di diritto pubblico super partes,  ai fini di valutare le “potenziali capacità lavorative” del lavoratore con disabilità e limitazioni.

La relazione di medicina del lavoro, nel primo caso, viene inviata direttamente al datore di lavoro e al medico competente aziendale, nel rispetto della privacy del lavoratore disabile.

Nel secondo caso, la relazione verrà consegnata direttamente al lavoratore interessato, il quale deciderà il percorso più opportuno da seguire.

Invalidi civili e non idoneità mansione, come funziona, qual è il ruolo del medico aziendale e i diritti del dipendente. Quando può essere dichiarata la non idoneità, quali sono i passaggi e quando deve intervenire la commissione medica. Cosa ha stabilito la legge.

Sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili
Lavoro e disabili: quando chiedere la sorveglianza sanitaria

Cosa prevede la sorveglianza sanitaria per lavoratori disabili assunti tramite collocamento mirato?

Nel caso in cui un lavoratore con disabilità, assunto con collocamento mirato e computato nella quota di riserva aziendale, non venga più ritenuto adatto allo svolgimento di una mansione lavorativa, non è previsto un giudizio di idoneità alla mansione specifica da parte del medico competente né il relativo ricorso ex art.41 c.9 del D. Lgs. 81/08 e D. Lgs. 106/09.

In relazione alla specialità della norma che regola la materia, è previsto che si ricorra alla procedura ex art.10 Legge 68/99 e art.8 DPCM 13.01.2000, chiamando in causa direttamente l’Ufficio Competente (il Comitato Tecnico Provinciale) ad esprimere un parere per le parti (azienda e lavoratore con disabilità).

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