Disabili, quante assunzioni? Calcolo della quota di riserva

I datori di lavoro pubblici e privati hanno l’obbligo di assumere persone disabili di cui alla Legge n. 68/99. In questo articolo vediamo quali sono i criteri per calcolare la quota di riserva.
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6/12/23

Quali sono i criteri per calcolare la quota di riserva? Quanti posti sono destinati ai lavoratori disabili nelle aziende pubbliche e private, come da Legge n. 68/99? Da cosa dipende il calcolo del numero delle assunzioni riservate a queste categorie? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

Per quota di riserva si intende una previsione di legge in base alla quale le aziende, superato un certo numero di dipendenti, sono obbligate a destinare una quota della forza lavoro ai disabili e ad altre categorie di soggetti a rischio di esclusione dal mercato del lavoro.

Ma quali sono i criteri per calcolare la quota di riserva nelle aziende? Ne parliamo in questo approfondimento.

Indice

Quali sono i criteri per calcolare la quota di riserva?

Vediamo subito quali sono i criteri per calcolare la quota di riserva, per poi capire come lavorare da categorie protetta nelle aziende che la utilizzano.

Per prima cosa, è necessario sapere che un datore di lavoro, quando raggiunge la soglia dimensionale dei 15 dipendenti, ha l’obbligo di destinare le quote di riserva ai disabili e alle altre categorie protette dalla legge, in particolare:

  • dai 15 ai 35 devono assumere un disabile;
  • dai 36 ai 50 devono assumere due disabili;
  • oltre i 50 devono riservare il 7% dei posti complessivi ai disabili e l’1% per cento ai familiari degli invalidi e dei profughi rimpatriati.

Per verificare se il datore di lavoro è obbligato o meno ad assumere disabili e categorie protette, occorre comprendere quali sono i criteri per calcolare la quota di riserva, ovvero quali sono i rapporti di lavoro che concorrono a determinare la soglia minima dei quindici dipendenti.

In pratica, il numero dei dipendenti deve essere verificato utilizzando la formula del “full time equivalent” (equivalente a tempo pieno) in base alla quale i rapporti di lavoro part-time devono essere computati parametrandoli al tempo pieno (ad esempio, due dipendenti part time al 50% si contano come un dipendente full time).

Questo è il principio base da seguire per calcolare la quota di riserva, ma devi sapere che ci sono anche dei lavoratori che sono esclusi da questo conteggio: vediamo quali.

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Quali sono i criteri per calcolare la quota di riserva e quali lavoratori dipendenti sono esclusi dal conteggio?

Abbiamo visto che i criteri per calcolare la quota di riserva in un’azienda prevedono che i lavoratori subordinati con un contratto part time devono essere conteggiati “a metà” (un part time + un part time = una quota di riserva).

Ci sono però una serie di rapporti di lavoro che non sono computabili nella soglia. Tra questi questi troviamo:

  • lavoratori con contratto a tempo determinato di durata inferiore a sei mesi;
  • disabili;
  • soci di cooperative;
  • dirigenti;
  • lavoratori assunti con contratto di inserimento;
  • lavoratori inviati in missione nell’ambito di un contratto di somministrazione di manodopera;
  • lavoratori assunti per attività da svolgersi all’estero;
  • lavoratori socialmente utili;
  • lavoratori a domicilio;
  • apprendisti;
  • lavoratori con contratto di formazione e lavoro;
  • lavoratori assunti con contratto di reinserimento.

Cosa vuol dire, in sostanza? Mettiamo il caso che in un’azienda ci sono 30 dipendenti, di cui 20 con uno o più rapporti di lavoro tra quelli appena elencati e solo 10 con contratto di lavoro subordinato full time.

Ebbene: i lavoratori sul quale deve essere computata la quota di riserva sono alla fine soltanto dieci, quindi non si arriva alla soglia dei 15 dipendenti per assumere almeno una categoria protetta.

Se, invece, il conteggio raggiunge le soglie descritte nel primo paragrafo, come abbiamo detto il datore di lavoro ha l’obbligo di assumere le categorie protette e può procedere all’assunzione in modo diretto oppure tramite convenzioni da stipulare con il centro per l’impiego competente per territorio. Andiamo a vedere cosa prevede il collocamento mirato.

Leggi intanto quali sono i concorsi per categorie protette a gennaio 2023 e come puoi fare domanda di partecipazione.

I criteri per calcolare la quota di riserva
Disabili, quante assunzioni? Calcolo della quota di riserva. Nella foto: due uomini a una scrivania.

I criteri per calcolare la quota di riserva e il collocamento mirato

Dopo aver visto quali sono i criteri per calcolare la quota di riserva, vediamo cosa prevede il collocamento mirato.

Il collocamento mirato è rappresentato da una serie di strumenti tecnici e di supporto che consentono di valutare adeguatamente le persone in base alle loro capacità lavorative al fine di inserirle nel posto di lavoro più adatto con forme di sostegno, analisi del lavoro e soluzioni dei problemi connessi agli ambienti lavorativi (Legge 68/99).

Per essere inserito nelle liste di collocamento mirato devi appartenere alle categorie protette. In questo approfondimento ti spieghiamo come iscriverti alle categorie protette.

Una volta effettuata l’scrizione alle categorie protette e al collocamento mirato, hai la possibilità di essere assunto nelle quote di riserva delle aziende pubbliche e private e di partecipare a concorsi pubblici per categorie protette. Ma quali sono i soggetti che possono rientrare nelle categorie protette?

Collocamento mirato per chi lavora già: vediamo come iscriverti alle liste di collocamento mirato se la tua invalidità è sopraggiunta mentre già stai lavorando.

I criteri per calcolare la quota di riserva e i soggetti che fanno parte delle categorie protette

Vediamo a questo punto quali sono i soggetti che possono rientrare nelle categorie protette ed essere assunti dalle aziende che hanno utilizzato i criteri per calcolare la quota di riserva.

La legge prevede che siano destinatari delle politiche di collocamento mirato i seguenti soggetti:

persone, in età lavorativa, colpite da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di handicap intellettivo con una riduzione della capacità di lavoro superiore al 45% (ossia dal 46% in poi);

  • persone con invalidità dal lavoro superiore al 33% accertata dall’Inail;
  • persone invalide di guerra;
  • invalidi civili di guerra e invalidi per servizio.

Inoltre, sono previste delle specifiche misure di collocamento obbligatorio anche per soggetti che, pur non presentando menomazioni psico-fisiche, si trovano in particolari situazioni di svantaggio sociale e che presentano un elevato rischio di esclusione dal mercato del lavoro. In particolare, si tratta di:

  • orfani e coniugi superstiti di soggetti deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio;
  • coniugi e figli di soggetti riconosciuti come grandi invalidi per causa di guerra, di servizio o di lavoro;
  • profughi italiani rimpatriati;
  • orfani e coniugi delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

Per approfondire gli argomenti categorie protette e collocamento mirato, ti consigliamo la lettura di questi articoli:

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