Congedo 104 per sé stessi: vediamo se anche il lavoratore con disabilità può avere diritto al congedo biennale retribuito (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
INDICE:
- Congedo 104 per sé stessi: cosa dice la legge
- Congedo 104 per sé stessi: non retribuito
- Congedo 104 per sé stessi: perché no
- Congedo 104 per sé stessi: origine della legge
- Congedo 104 per sé stessi: le due normative
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Come sapete i lavoratori che hanno una disabilità grave e riconosciuta possono fruire dei permessi retribuiti, tre giorni di assenza dal lavoro che possono essere goduti tutti insieme o frazionati in ore.
Diciamolo meglio, Il lavoratore con disabilità grave può beneficiare, alternativamente, di:
- 2 ore di permesso giornaliero;
- 3 giorni di permesso mensile (frazionabili anche in ore).
Ovvero lo stesso beneficio che viene riservato ai lavoratori che assistono un familiare con disabilità. Con la differenza non irrilevante che il caregiver nei giorni di assenza ha l’obbligo di assistere il parente mentre il dipendente con disabilità può impiegare il proprio tempo libero come meglio crede.
Sul congedo straordinario biennale puoi verificare se spetta al lavoratore se un altro familiare convivente può accudire la persona disabile e se è possibile fruire nello stesso mese del congedo e dei permessi. Abbiamo anche verificato se la norma permette al dipendente che è congedo retribuito di svolgere una attività autonoma e cosa succede se l’assistito è ricoverato in una struttura ospedaliera a tempo pieno.
Congedo 104 per sé stessi: cosa dice la legge
Sul congedo biennale le cose cambiano. Radicalmente. Le norma prevede infatti che il congedo straordinario spetti al lavoratore dipendente che assiste una persona disabile ai sensi della legge 104 del 1992. In pratica può usufruire di una aspettativa retribuita di 24 mesi, anche in questo caso il beneficio può essere preso per intero o frazionato (in giorni ma non in ore).
Per il dipendente con disabilità questo diritto non è invece riconosciuto. Cerchiamo di capire perché, ovvero per quale motivo i legislatori hanno escluso da questa importante agevolazione proprio il soggetto che è invece centrale nella legge 104.
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Congedo 104 per sé stessi: non retribuito
Per il lavoratore con disabilità grave e riconosciuta dalle commissioni mediche (articolo 3, comma 3 della Legge 104), è possibile accedere a un “congedo per gravi motivi personali”. La grande differenza tra questo strumento e il congedo legge 104 è la retribuzione.
Il congedo per motivi personali non prevede una indennità mensile, quello della 104 consente al lavoratore di intascare per due anni lo stesso importo ricevuto nell’ultima busta paga.
Non si tratta di una differenza da poco. Anzi.
Congedo 104 per sé stessi: perché no
Torniamo al dunque: per quale motivo il diritto al congedo biennale retribuito è concesso al lavoratore che assiste un familiare e non alla persona con disabilità?
La questione in fondo è semplice e razionale: la Legge 104 è una norma che punta ad assicurare l’assistenza delle persone disabili. Non è quindi nata come strumento che agevoli la persona con disabilità. Per quella funzione, anche all’interno della stessa Legge 104, ci sono già le numerose agevolazioni fiscali. Oltre, ovviamente, ai benefici che sono connessi all’invalidità civile, a partire dalle prestazioni economiche e laddove sussistano i requisiti all’indennità di accompagnamento.
Il congedo biennale straordinario è stato disposto e regolato dalla legge numero 151 del 2001. Ossia il cosiddetto «Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità». E si tratta, appunto, di un beneficio che viene riservato solo ai lavoratori dipendenti che assistono un familiare con disabilità grave, ma non al disabile per sé stesso.
Oltretutto il lavoratore caregiver rende a suo modo un “servizio” allo Stato (e per il quale viene ricompensato) assicurando alla persona con disabilità l’assistenza necessaria e che il Sistema sanitario nazionale non potrebbe garantire. Soprattutto quando è necessaria una assistenza costante, continua e globale.
Congedo 104 per sé stessi: origine della legge
Il congedo straordinario retribuito è nato all’origine come un sostegno riservato ai genitori con figli disabili. Una misura appunto che consentiva di assistere i figli senza avere la necessità di perdere il posto di lavoro.
Lo strumento è dunque già nato nel nome dell’assistenza e non come beneficio per la persona con disabilità.
Solo in un momento successivo il congedo straordinario è stato esteso a tutti i lavoratori dipendenti che prestavano assistenza a un familiare con disabilità grave.
Infine è necessaria questa valutazione ulteriore.

Congedo 104 per sé stessi: le due normative
La Legge 104 del 1992 (qui trovi la guida completa), «Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate», è indirizzata alle persone che hanno una disabilità e infatti è proprio questa normativa che concede anche al lavoratore disabile la possibilità di fruire dei tre giorni mensili di permesso retribuito.
La Legge 151 del 2001 è invece diretta a chi presta assistenza a un familiare con disabilità grave.
L’equivoco nasce dalla consuetudine consolidata di definire il congedo biennale il “congedo 104”, legandolo quindi a quella normativa che mette al centro del suo discorso la tutela della persona con disabilità.
In realtà il congedo biennale è stato introdotto dalla legge 151 del 2001, che risponde a un principio diverso e mette al centro l’assistenza.
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